Recensione - Terraria (Xbox 360)
Il Gioco
Sviluppato dallo studio indipendente Re-Logic, formato da due sole persone, come Terraria si presenta con una grafica simile a quella 8 bit dei tempi passati, rigorosamente in due dimensioni. L’intento degli sviluppatori è stato quello di creare un gioco dalla grande semplicità ma anche dalle potenzialità infinite. Lo scopo “ufficiale” del giocatore è quello di costruire una roccaforte a prova di mostro, per superare indenne le nottate pullulanti di nemici assetati di sangue. Naturalmente non ci si ferma qui, si può giocare semplicemente per esplorare, oppure per andare a caccia di mostri o di risorse. La struttura è quella del sandbox/platform: una volta nel gioco il primo passo è sicuramente il breve ma esauriente tutorial e, vista la complessità e la vastità delle azioni eseguibili, consiglio a tutti di passare da qui. Poco fa accennavo allo scopo primario del gioco: la costruzione di una roccaforte/villaggio. Ebbene, nel mondo di Terraria non siamo da soli. Esistono tutta una serie di personaggi secondari con una funzione ben precisa: mercanti, infermiere e così via, che possono insediarsi nella casetta che gli avremo costruito a patto che questa rispetti lo standard minimo di oggetti al suo interno. Il primo personaggio che incontriamo è un helper, il cui scopo è aiutarci nei primi passi del gioco.Una volta superato il tutorial è il momento di creare il nostro personaggio: un più che sufficiente editor ci permette di scegliere le caratteristiche e l’aspetto del nostro alter-ego virtuale con la possibilità di personalizzarne anche abbigliamento e colori di quest’ultimo. Il gioco vero e proprio, invece, è strutturato in questo modo: iniziando la partita è possibile scegliere tra tre diverse dimensioni della mappa (piccola, media e grande) e tra tre difficoltà: normale, difficile ed hardcore. Il punto focale si snoda qui: la difficoltà influenzerà moltissimo lo stile di gioco che ci accingiamo ad adottare, andando ad impattare sull’effetto che la morte ha sul nostro personaggio. Alla difficoltà “normale” infatti, perderemo solo le monete che abbiamo faticosamente raccolto fino a quel momento; a “difficile” perderemo anche gli oggetti e ad “hardcore” la morte è permanente, con l’obbligo di ricreare un nuovo personaggio dopo averlo perso.
La mappa è sempre generata in modo casuale e, a differenza di Minecraft, Terraria non ci permette di utilizzare dei seed predefiniti per creare un mondo con particolari caratteristiche. Anche la struttura del mondo è simile a quella che possiamo vedere nel titolo di Mojang: un paesaggio verde e lussureggiante in superficie fa da contrasto a oscuri dungeon che ci spingono nelle profondità della Terra. Di giorno si può esplorare con più sicurezza, di notte arrivano i mostri che si fanno sempre più letali man mano che si scende più in profondità. Badate bene a rendere illuminato ogni singolo angolo della vostra esplorazione perchè, appunto, il respawn dei nemici avviene solo di notte o nelle zone particolarmente buie.
La componente cardine di Terraria è però il crafting. Inizialmente le possibilità sono minime, ma una volta creato il tavolo da lavoro si apre un mondo sterminato, dove qualsiasi possibilità è aperta. Basta volerlo! E’ presente anche una modalità multiplayer online, ovviamente co-operativa, che può aumentare ulteriormente le ore di gioco e di divertimento.
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