Recensione - Aliens: Colonial Marines
Il Gioco
Nel corso di questa nuova avventura in compagnia degli alieni più terrificanti del mondo della fantascienza, vestiamo i panni del caporale Winter, Marine Coloniale inviato assieme alla propria squadra a rispondere ad una richiesta di soccorso proveniente dalla USS Sulaco, nave da battaglia operante nei pressi del satellite LV-426. Come lecito aspettarsi la missione si rivelerà estremamente ostica sin dalle prime battute, con il nostro manipolo di soldati ad imbattersi in un’estesa infezione xenomorfa già sulla Sulaco ed, in seguito ad una serie di eventi che non rivelerò, ad affrontare le letali creature dal sangue acido sulla superficie di LV-426, planetoide colonizzato dalla corporazione della Weyland-Yutani con il preciso scopo di studiare l’aggressiva razza aliena per crearne un arma biologica.Non spenderò troppo parole nella descrizione del gameplay di Aliens: Colonial Marines visto che è quello dei più classici sparatutto in prima persona e non introduce particolari novità ai più tradizionali schemi utilizzati per tali games. I nostri soldati hanno a loro disposizione diversi slot di inventario per armi principali, armi secondarie e granate, oltre che la possibilità di attivare in qualsiasi momento il rilevatore di movimento (chicca ripresa direttamente dal film) col quale scansionare l’area circostante alla ricerca di ostili ed un utile torcia elettrica per illuminare le aree più buie. L’arsenale potrà, mano a mano che il gioco procede ed il nostro soldato guadagna esperienze, essere potenziato con diversi power-up volti a migliorare la precisione dei nostri colpi, la capacità dei caricatori eccetera. Apprezzabile anche la possibilità, in alcuni specifici punti della campagna, di posizionare delle torrette fisse automatiche che offrono un potente fuoco di sbarramento contro i repellenti nemici alieni.
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