Recensione - Special Forces: Team X
Il Gioco
Uno dei generi più inflazionati e riproposti della presente generazione di console cerca di imporsi anche su Live Arcade: lo fa grazie a Special Forces: Team X, sparatutto in terza persona esclusivamente multiplayer sviluppato da Zombie Studios e Microprose. Già dal momento in cui premiamo il tasto start per la prima volta, è subito chiaro il tipo di gioco che abbiamo davanti. Manca infatti una campagna single player e tutto si focalizza negli scontri online e nella personalizzazione del nostro combattente. A tal proposito, è d’obbligo un accenno al menu di creazione del personaggio. Ci troviamo di fronte a un editor piuttosto completo, le combinazioni e gli abbinamenti di armi e accessori sono abbastanza numerose da garantire una certa diversificazione delle classi. Ovviamente a patto di aver sbloccato nuove armi e costumi, guadagnando esperienza e progredendo nel gioco.Una volta creato il nostro alter-ego virtuale, possiamo gettarci nella mischia. Le modalità disponibili sono cinque: Deathmatch a squadre, Cattura la Bandiera, Bersaglio, Zona Calda e Punto di controllo. Niente di nuovo, quindi, rispetto a un multiplayer di un qualsiasi gioco in commercio. Naturalmente sono previste le partite private, un filtro per permettere al giocatore di scegliere la partita che preferisce e la possibilità di creare una partita con il proprio party Xbox Live. Non esiste un vero e proprio sistema di matchmaking: il menu ci mostra tutte le partite disponibili in quel momento con la relativa modalità di gioco. Da una parte, ciò garantisce spesso almeno una partita aperta a cui unirsi, ma dall’altra non ci abbina a giocatori della nostra abilità e/o del nostro livello, con tutti gli svantaggi del caso.
L’unica novità introdotta da Special Forces: Team X è una inconsueta schermata di selezione della mappa. Ogni mappa è composta da tre diverse sezioni, che possono essere modificate e ricombinate a piacere; solitamente la scelta della mappa è effettuata tra un certo numero di ambientazioni predefinite di diversi tipi, in Special Forces: Team X invece le possibilità si espandono e diminuiscono le chances di giocare più volte nelle stesse combinazioni di mappa. L’elaborazione grafica è infine affidata ad un motore di rendering in cel-shading, tecnica che dona al titolo un impatto visivo molto particolare.
Amore
Personalizzazione del personaggio
- A patto di giocare abbastanza, e quindi di sbloccare più livelli possibili, Special Forces: Team X offre una notevole possibilità di personalizzazione. È disponibile un più che decente arsenale, affiancato a parecchie caratteristiche fisiche. E’ possibile creare un proprio alter-ego che risponda al meglio al proprio stile di gioco.Il sistema di votazione della mappa
- La vera (e forse unica) novità introdotta da Special Forces: Team X è senza dubbio il sistema di votazione della mappa. Non parlo del classico “scegli tra A, B, C”, ma di un vero sistema di composizione della mappa. Il giocatore è infatti chiamato a scegliere e a combinare le tre sezioni della mappa, per creare un’unica grande location che può essere diversa ogni volta.Odio
Nulla di nuovo
- Special Forces: Team X non introduce nulla di veramente nuovo che ne giustifichi l’acquisto. Tutte le modalità che compongono il gioco sono quelle classiche e facilmente reperibili i un o qualsiasi degli sparatutto in terza persona disponibili sul mercato. Inoltre la totale mancanza di una qualsiasi campagna in single player, lo rende veramente povero di contenuti.Nessun tutorial
- D’accordo che i comandi sono più o meno i classici, però l’assoluta assenza di un tutorial pesa parecchio, soprattutto per chi non è un hardcore gamer negli sparatutto in terza persona (e cito il mio esempio personale). Se siete dei maniaci delle statistiche, ma non siete proprio fortissimi in questo genere di gioco, sappiate che durante le prime partite verrete massacrati in ogni modo, quindi le statistiche ne risentiranno parecchio.Troppo skill-based
- Un’altra mancanza del gioco è il fatto che l’abilità del giocatore sia resa quasi ininfluente dall’equipaggiamento del personaggio utilizzato. Equipaggiamento che si sblocca guadagnando esperienza e progredendo con il livello, rendendo il gioco estremamente skill-based. Questo non sarebbe un problema in sé, se non fosse che non sembra esserci un matchmaking adeguato e in grado di abbinare giocatori della stessa abilità. Il risultato è che spesso si viene maciullati da avversari molto meglio equipaggiati.[CONCLUSIONI]
Special Forces: Team X non è nulla di che. Uno sparatutto online che non introduce niente di abbastanza interessante per giustificare la spesa di 1200 MSP. Le modalità offerte sono le stesse che si trovano nei classici sparatutto in terza persona, e l’unico appeal che può avere è costituito dal fatto che per giocarci non occorre inserire il disco di uno dei giochi che già abbiamo. 6.0
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