Recensione - Of Orcs and Men
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
P
Il Gioco
In Of Orcs and Men prendiamo il controllo di un goblin ed un orco alle prese con una missione al limite dell’impossibile. Il setting del gioco ci narra infatti le vicende accadute durante l’impero di Damocle: il reggente, vedendo le sue terre sature, decide di espandere i propri territori verso sud, terra dei pelle verde. Dopo un sanguinoso periodo di scontri, gli umani devono battere in ritirata rinunciando così ai terreni su cui avevano puntato il loro interesse. Per evitare ripercussioni, l'imperatore decide di erigere un muro che protegga le sue terre dai nemici, istituendo un reggimento speciale, i cui soldati sono chiamati inquisitori, con l’unico scopo di trucidare tutti gli orchi che tentano di valicare il muro.In questo contesto estremamente tumultuoso e guerrafondaio controlliamo Arkail della tribu dei mano rossa, un orco Bloodjaw a cui sarà dato l’ingrato compito di valicare il muro e cercare di uccidere Damocle con la speranza che la sua scomparsa possa portare ad un periodo di pace. Nel suo viaggio il nostro eroe farà la conoscenza di Stige, un goblin scaltro ed estremamente furbo che aiuterà per diversi motivi l’orco nella sua impresa.
Pur trattandosi di un gioco di ruolo, gli sviluppatori hanno deciso di realizzare un prodotto estremamente lineare, che seppur offrendo scelte multiple, quest secondarie e diversi elementi d’esplorazione, se analizzato nel dettaglio risulta un prodotto tendenzialmente story driven, che si traduce quasi sempre nella canonica forma del "vado da un punto A ad un punto B". Poco male, perché grazie all’evoluzione del rapporto tra i due personaggi, molto ben caratterizzati, e ad una serie di colpi di scena ben congegnati, la componente narrativa risulta sicuramente uno dei punti di forza dell’intero progetto.
Discorso diverso per quel che riguarda la giocabilità, che risulta estremamente più debole rispetto alla trama su cui è stata costruita. Gli sviluppatori hanno adottato uno stile a metà tra l’action-RPG e quello più classico a turni: nella fase di approccio allo scontro potremo controllare liberamente i personaggi, ed una volta arrivati a ridosso del nemico possiamo rallentare il tempo tramite la pressione di un tasto per poter scegliere fino a quattro azioni da far compiere al personaggio. Questa impostazione risulta quindi troppo indiretta, con il giocatore che può unicamente decidere di interrompere l’azione di gioco modificando il set di mosse da effettuare. Anche le parate e le schivate avvengono in maniera automatica, in base alle abilità sviluppate dal singolo personaggio. Queste possono essere migliorate ad ogni passaggio di livello attraverso degli skill tree dedicati; è inoltre presente un ulteriore ramo di crescita per delle abilità comuni ad entrambi i personaggi dato che alcune mosse possono essere eseguite in coppia.
Proprio l’enorme differenza tra un personaggio e l’altro è una delle cose che vanno sottolineate di un gameplay altrimenti troppo fragile. Arkail può sfruttare la sua forza sia in fase offensiva che difensiva, mentre Stige può fare vanto della sua velocità e rapidità negli attacchi per cogliere di sorpresa i nemici. A questo poi bisogna aggiungere un potere particolare per ognuno dei due: l’orco può entrare in una modalità berserker molto potente ma che rischia di fargli colpire anche i suoi stessi compagni, mentre Stige può sfruttare degli elementi stealth che permetteranno alla coppia di evitare a volte gli scontri. Proprio nella modalità furtiva il gioco sfrutta un approccio più diretto con la possibilità di avvicinarsi di soppiatto al malcapitato di turno e performare un'uccisione silenziosa.
Dal punto di vista estetico il titolo sfrutta un motore in grado di offrire ottimi alti ma anche qualche basso: se da una parte troviamo un character design estremamente riuscito e dettagliato, con un level design che pur essendo relativamente chiuso offre diversi spunti interessanti, non posso dire lo stesso delle animazioni sia dei movimenti che dei volti. Inoltre è impossibile non notare una serie di problemi di compenetrazioni poligonali e di bad clipping che minano la qualità generale del prodotto. Nota semi-negativa anche per l’intelligenza artificiale che, soprattutto nelle fasi furtive e di combattimento, risulta a volte troppo passiva.
Più che discreto il comparto audio con una serie di campionature e di musiche all’altezza delle produzioni di questo genere e con un doppiaggio il lingua inglese assolutamente godibile e convincente, soprattutto per quel che riguarda i dialoghi tra i due protagonisti. Per chi non mastica la lingua anglofona sono comunque presenti i sottotitoli in lingua italiana.
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