Recensione - Il Testamento di Sherlock Holmes
di
Valentina Carparelli
P
Il Gioco
Le cene con delitto, i libri gialli, le notizie di cronaca nera sono argomenti che riscuotono da sempre enorme successo nel pubblico. Anche se apparentemente dovremmo provare repulsione pensando a omicidi, rapimenti, violenza e sangue, bisogna ammettere che discutere su questo tipo di tematiche è interessante e affascinante al tempo stesso. Quando Il Testamento di Sherlock Holmes fu annunciato, gli sviluppatori dichiararono di voler far vivere ai giocatori un’avventura che facesse nascere e crescere in loro quella suspance e quell’interesse continuo che soltanto la lettura di un ottimo libro giallo sa offrire. La trama di Il Testamento di Sherlock Holmes inizia con tre bambini che trovano in una mansarda un polveroso diario dove sono raccolte tutte le misteriose storie di Sherlock Holmes e Watson: la loro attenzione ricade principalmente su un racconto che lo stesso Watson definì al tempo “un caso inquietante”. Dopo questa breve introduzione veniamo catapultati direttamente nel racconto: la storia si dipana attraverso dei flashback che ci riporteranno a vivere situazioni ambientate nel uvecchio quartiere di Whitechapel della Londra del 1898.Holmes e Watson vengono invitati a casa della marchesa di Conyngham per indagare sulla scomparsa di una inestimabile collana samoana come sempre, il caso viene chiuso da Holmes in un batter d’occhio con il gioiello recuperato. Tuttavia, dopo che Holmes aveva collocato personalmente la collana nella cassaforte, la marchesa nota che il gioiello era solo una riproduzione scadente dell’originale. La domanda che a questo punto l’ispettore presente sul luogo e la marchesa si pongono è se la collana non sia stata deliberatamente scambiata con una copia dallo stesso Holmes. La collana trovata da Holmes era già una riproduzione? In tal caso, perché lui non ne ha fatto cenno? Perché avrebbe insistito a rimetterla personalmente in cassaforte? Sono tutte domande che porteranno il detective a vivere una serie di eventi che lascerò a voi il piacere di scoprire immergendovi in un’avventura, dalla durata di circa una decina di ore, ricca di inquietanti risvolti e con una conclusione che avrà dello sconcertante.
Il titolo si presenta come un'avventura che ci offre la possibilità di passare a nostro piacimento dalla telecamera in terza persona a quella in prima, entrambe molto funzionali. Il Testamento di Sherlock Holmes si concentra sull’esplorazione dell’ambiente, sul ritrovamento di oggetti utili alla risoluzione di determinati enigmi e sul dialogo continuo con i vari personaggi di contorno che si incontrano proseguendo nel gioco. Il sistema di dialoghi a risposta multipla ci permette di interagire in vari modi con i personaggi; in pratica è possibile scegliere quale domanda fare al nostro interlocutore tra più opzioni. In base alla domanda scelta, l’interlocutore deciderà se darci o meno un indizio in più per la risoluzione del prossimo enigma. Ad aiutarci nella scoperta degli indizi ci pensa il sesto senso di Holmes, attivabile tramite il grilletto sinistro: questa feature ci illumina gli oggetti insiti in uno scenario che ancora devono essere analizzati. Gli oggetti che raccogliamo durante l’investigazione vengono raccolti in un inventario; alcune volte, in base al caso, questi possono essere combinati per creare arnesi o chiavi utili ad aprire determinate porte o casseforti che celano altrettanti suggerimenti fondamentali.
Quando abbiamo finito di dialogare con i personaggi presenti in uno scenario e dopo aver trovato gli indizi o i vari oggetti sparsi nella location del momento, possiamo accedere a uno specifico menu chiamto “Menu delle deduzioni” dove sono riportate, appunto, le possibili deduzioni che il protagonista ha fatto durante l’indagine. Soltanto una di queste sarà quella giusta e dovremo individuarla usando il nostro ingegno. In determinati punti della storia ci si ritrova anche a vestire i panni del dott. Watson che, però, ha uno scopo più marginale nella vicenda come il passare a Holmes un libro dallo scaffale o semplicemente offrirgli una tazza calda di thè.
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