Recensione - SBK Generations
Il Gioco
In questa generazione la serie SBK, sviluppata dalla software house italiana Milestone, si è sempre contraddistinta per la marcata impronta simulativa, ponendosi come il punto di riferimento per tutti i centauri virtuali che volessero provare qualcosa di simile alla guida di una moto da più di 200 cv. A differenza del passato però, questa volta non abbiamo a che fare con la sola stagione 2012 del mondiale SBK, ma con ben quattro diversi campionati, partendo dal 2009 sino alla stagione attualmente in corso. Questo porta naturalmente ad un roster di piloti, moto e team ufficiali davvero sconfinato, senza contare poi le immancabili leggende che da sempre fanno capolino nella serie. Ciò non si riflette solo nelle grandi possibilità di scelta a nostra disposizione, ma influisce direttamente ed in maniera sostanziale anche in tutte le modalità di gioco che vanno ad articolarsi nelle varie stagioni proposte.Infatti, come da tradizione, il fulcro di SBK Generations è la carriera, articolata ora nei quattro anni a cui il gioco è dedicato. Diventa quindi possibile creare il proprio pilota tramite il consueto editor per poi farlo gareggiare in tutte le stagioni, partendo magari dalle classi minori come la Superstock per poi puntare alla classe regina delle derivate di serie, la Superbike. Durante la carriera possiamo guadagnare dei crediti che andranno ad aumentare la nostra stessa reputazione: questo è ottenibile ottenenendo buoni risultati innanzitutto, ma anche battendo il nostro rivale, ottenendo pole position, facendo acrobazie in gara e così via. Praticamente ogni nostro gesto potrà portare dei benefici alla nostra reputazione, che porteranno a loro volta nuovi e più importanti contratti permettendoci infine di arrivare nei team più blasonati e vincenti del Mondiale SBK. Inoltre, durante le sessioni di prove libere nei week-end di gara, abbiamo anche la possibilità di sviluppare, e quindi migliorare, la moto del nostro Team. Questo è possibile grazie ai vari tipi di test che il nostro ingegnere di pista ci propone, dandoci un ottimo motivo per cimentarci in tutte le sessioni delle prove e non solo nelle qualifiche.
La seconda modalità a nostra disposizione è la SBK Experience; questa non è altro che una corposa serie di prove di vario genere suddivise in cinque categorie: oltre a quelle dedicate ai differenti campionati - articolate in tutte le categorie del mondiale Superbike - compare anche la sezione dedicata alle SBK Legends. Attraverso ben 44 prove dobbiamo affrontare diversi tipi di obiettivi: dal classico tempo sul giro da battere ad infuocati testa a testa contro i piloti più forti, passando per prove meno convenzionali come quelle di impennata, derapata o traiettoria arrivando all'immancabile gara a checkpoint. Ognuna di queste sfide può esser completata raggiungendo l'obiettivo base o dominata soddisfando dei requisiti più severi ed impegnativi. Completando le sfide otteniamo delle ricompense di vario genere, a partire dai soliti extra come foto delle stagioni passate, ma anche i ben più succulenti piloti sbloccabili. Non può poi certo mancare l'opzione Gara Libera, dove sta al giocatore decidere se affrontare una semplice gara veloce, un week-end di gara, una prova a tempo oppure un intero campionato utilizzando uno degli oltre 200 piloti a disposizione. Presente all' appello anche la consueta modalità online via Xbox Live, nella quale si possono sfidare sino ad un massimo di 16 giocatori.
E, come tutti i suoi predecessori, anche SBK Generations propone tre setting di simulazione per venire incontro ai gusti del maggior numero di giocatori possibile. Optando per la simulazione base abbiamo un gioco docile, con una moto domata dai vari aiuti attivati; la simulazione media invece cerca di rendere gestibile la moto, utilizzando solo gli aiuti necessari ad ammorbidire l'esperienza di guida. Infine la simulazione completa, dove tutti gli aiuti saranno disattivati e dove il feeling della moto diventa davvero verosimile, proponendo al giocatore sbacchettate, derapate, ma anche cadute in più di un'occasione. Oltre a questi setting è poi possibile selezionare altre opzioni come il cambio manuale o la posizione del pilota. Non si può non notare però che, anche con la simulazione completa, la severità della fisica del gioco sia andata un po' scemando col passare degli anni, restituendo un feeling che resta piuttosto permissivo sia in staccata che in accelerazione, sacrificando in parte le sensazioni pure e crude che riusciva a donare la serie in passato.
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