Recensione - Armored Core V
Il Gioco
Armored Core è una serie longeva: era il 1997 quando fece la sua prima apparizione nel mondo delle console e da allora non ha mai mancato nessuna generazione, riuscendo sempre a distinguersi come un prodotto unico, diverso da tutto il resto e che mai ha ceduto a quei compromessi che, spesso, rendono tutti i giochi piuttosto standardizzati nel tentativo di compiacere una fetta di pubblico più grande possibile. Anche Armored Core V non sfugge a questa regola, non pensiate quindi di avere a che fare con un semplice sparatutto in terza persona a bordo di mech armati sino ai denti perchè questa è solo la classica punta dell' iceberg; in questo gioco la costruzione vera e propria del nostro mezzo corazzato è importante almeno quanto la battaglia stessa, facendo come sempre leva su una forte impronta strategica. La trama ci mette nei panni della Resistenza che si oppone alla tirannia del sistema, rappresentata dal Padre, il centro del potere, e dalla Polizia che occupa ogni angolo della mappa di gioco. Proseguendo nell'avventura ci scontreremo con essa ma non solo; ben presto si paleserà un nemico ancora peggiore e dai fini poco chiari: la Corporazione. Questo è il contesto narrativo in cui veniamo catapultati, ma è chiaro sin dal primo avvio del gioco quanto non sia assolutamente la storia la protagonista del titolo.Il menu, composto da tre pagine separate e distinte, ci offre una mappa del Mondo tappezzata da vari simboli, ognuno dei quali rappresenta una fazione creata da altri giocatori sparsi per il pianeta, dando vita - in maniera molto vicina a quella che adottò ai tempi Chromehounds di Sega - ad una vera e propria guerra globale tra tutti i giocatori collegati ad Xbox Live. Ecco quindi il vero protagonista di questo quinto episodio, il gioco online. E' quindi possibile creare la propria squadra, dandole un nome e creando un logo grazie al più che discreto editor, per poi buttarsi in battaglia nel tentativo di sbaragliare la concorrenza e dominare la vasta area di gioco. Il fulcro di tutto ciò è la modalità Conquista; in essa possiamo lanciarci all'attacco di territori occupati o, se già "proprietari" di alcuni di questi, cimentarci nella loro difesa contro invasori esterni. Questo dà vita ad un vero e proprio conflitto perpetuo nel quale possiamo tuffarci appena avremo abbastanza punti esperienza. Sarà infatti necessario un determinato quantitativo di punti per provare ad occupare i territori, portandoci quindi a guadagnarli eseguendo altre missioni.
L' esperienza online non si ferma certo qui, visto che in ogni missione è possibile combattere con un nostro compagno o anche semplicemente ingaggiando un mercenario per darci manforte sia che si tratti della Storia che di una delle moltissime missioni Comando. Queste ultime sono scontri tendenzialmente più simili a ciò a cui ci aveva abituato la serie: combattimenti velocissimi contro un gruppo di nemici o scontri faccia a faccia con altri AC, uno o più a seconda della missione stessa, nei quali è fondamentale la preparazione del nostro mech; ad aiutarci in questo caso ci sono le schermate di briefing nelle quali veniamo a conoscenza del tipo di nemici, potendo così preparare un Armored Core ideale per scontarci con essi. Le missioni Storia presentano, finalmente, una struttura più corposa e solida, trasformandosi in vere e proprie macro-missioni dalla durata ragguardevole. Ovviamente l'obiettivo è sempre quello di sterminare i nostri nemici ma è la durata a sorprendere, nettamente superiore agli standard della serie. In questo caso veniamo lanciati nelle zone di guerra con vari obiettivi da compiere e sta al giocatore decidere in che modo farlo. Le aree a nostra disposizione sono generalmente piuttosto estese e liberamente esplorabili, dandoci così la possibilità di decidere l'approccio liberamente, senza alcun vincolo se non quello di sopravvivere; aspetto non sempre scontato, soprattutto per la durata e per la grande quantità di truppe nemiche che ci si oppongono. Ad aiutarci in questo caso interviene la presenza dei Garage, vere e proprie officine nelle quali possiamo riparare e ricaricare le nostre armi, ma anche sostituirle con altre più adatte al contesto. Questo è possibile utilizzando la Modalità Scansione, una particolare visuale che ci indica tutti i dettagli strategici della mappa e la posizione dei suddetti garage, ma anche la rotta da seguire, con il solo piccolo dettaglio che in questa modalità non abbiamo la possibilità di sparare. Naturalmente è anche possibile cimentarsi in scontri tra AC di altri giocatori, sfruttando la Battaglia Libera; questa, unita alla guerra globale della modalità Conquista, alle missioni Storia ed alle innumerevoli missioni Comando, fa sì che la longevità sia un problema completamente sconosciuto in Armored Core V.
Come dicevo, il menu si divide in tre pagine distinte: oltre a quella principale dove infuria il conflitto, abbiamo a disposizione una sezione dedicata alla gestione della nostra squadra e relativi membri ed infine l'Officina, cuore pulsante del gioco. Qui possiamo creare il nostro AC comprando pezzi sempre migliori con l'avanzare della storia, andando così a creare varie tipologie differenti a seconda delle nostre esigenze e salvandole infine in uno degli slot a nostra disposizione. Ogni singola parte del nostro mezzo può essere sostituita, stando sempre ben attenti a rispettare due parametri fondamentali: il carico che possiamo trasportare e l'energia che il generatore ci mette a disposizione. Diventa quindi possibile creare ogni genere di diavoleria ci venga in mente, da un AC cecchino agile e veloce, arrivando ad un enorme mezzo cingolato capace di trasportare letali cannoni laser in grado di distruggere i nemici con un singolo colpo; in questo caso posso davvero dire che l'unico limite è la fantasia del giocatore. Come se non bastasse, dopo aver passato ore a modificare meccanica e armamenti del nostro AC, possiamo anche personalizzarlo esteticamente colorandone come più ci aggrada ogni singolo componente, tappezzandolo di emblemi o creando veri e propri design sfruttando i tantissimi strati a nostra disposizione. Per la gioia del designer che c'è in ognuno di noi.
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