Recensione - Resident Evil: Operation Raccoon City
Il Gioco
Resident Evil: Operation Raccoon City è il nuovo prodotto di Capcom e Slant Six Games che va ad approfondire e arricchire la saga di Resident Evil tornando indietro nel 1998, al tempo degli eventi occorsi a Raccoon City, teatro della prima epidemia del G-Virus. La narrazione si svolge durante gli eventi di Resident Evil 2 e Resident Evil 3 e ne tocca i luoghi più celebri guardando l'azione da una prospettiva diversa. La missione della squadra di cui facciamo parte è quella di cancellare le prove del collegamento tra la Umbrella e l'infezione che ha sterminato la popolazione di Raccoon City. Durante la nostra avventura non mancano quindi incontri con facce note come Leon Kennedy, Claire Redfield, Nicholai o Ada Wong; entro certi limiti è anche possibile interferire con la loro storia, in particolare ci vengono date un paio di occasioni per mettere seriamente i bastoni tra le ruote a Leon e Claire. Anche il bestiario che incontriamo è quello che ci ha accompagnato nei primi capitoli della serie: oltre agli immancabili Zombie, abbiamo a che fare con Lickers e Hunters, fino ad arrivare a Nemesis (protagonista di un DLC apposito). La svolta più importante rispetto al passato è la trasformazione delle meccaniche in quelle di uno sparatutto in terza persona puro. Se già Resident Evil 4 e 5 rappresentavano significativi passi verso quel genere, con Resident Evil: Operation Raccoon City la metamorfosi è completa anche se comunque si tratta di uno spin-off e non di un titolo della serie principale. Il gioco è inoltre fortemente basato sulla componente co-op, ispirandosi di fatto a Left 4 Dead, tanto che non esiste una vera e propria modalità a giocatore singolo ma una “partita privata” con bot come compagni di team.La campagna è affrontabile con una squadra di altri 3 amici/bot e ognuno può contare su una classe differente con proprie caratteristiche. Le classi disponibili sono in tutto 6, ciascuna rappresentata dal suo personaggio: Beltway (Demolizioni), Four Eyes (Scienziato), Bertha (Medico), Vector (Ricognizione), Spectre (Sorveglianza), Lupo (Assalto). Queste non sono personalizzabili nell'aspetto (se non dopo aver acquistato appositi DLC), e si sviluppano in maniera piuttosto libera, grazie all'impiego dei punti esperienza guadagnabili tanto offline che online. Il gameplay è caratterizzato principalmente da elementi vecchia scuola, come la salute che non si rigenera (è possibile curarsi tramite le care erbe verdi, o richiedendo l'aiuto del compagno medico), ma integra anche un intuitivo sistema di coperture "alla Gears of War”, con la differenza che per appoggiarsi ai muri basta premere la freccia direzionale verso la copertura prescelta. La campagna è disseminata di piccoli oggetti collezionabili che, portati in appositi terminali, vengono convertiti in punti esperienza e sbloccano gli artwork nel menu principale.
Le modalità di Resident Evil: Operation Raccoon City però non finiscono qui. In aggiunta alla già citata co-op a quattro giocatori, è presente una corposa sezione in multiplayer competitivo con alcune modalità interessanti. Oltre al classico deathmatch e a una sorta di cattura la bandiera, abbiamo una modalità chiamata Eroi in cui il giocatore impersonerà i più famosi personaggi della saga, impegnati contro le forze della Umbrella, e la modalità Sopravvissuti il cui obiettivo è quello di raggiungere un elicottero entro 7 minuti per evacuare la città. Sull'elicottero però non ci sarà spazio per tutti, perciò solo i più veloci potranno portare a termine la missione e salvarsi.
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