Recensione - Dragon Age II
di
Luca Airoldi / Airluck
P
Il Gioco
Il plot narrativo di Dragon Age II vede il nostro alter-ego, un umano di nome Hawke, quale protagonista ed eroe scelto per salvare le terre di Ferelden, regione in cui prende vita la saga di Dragon Age. Le avventure di Hawke si svolgeranno nell’arco di una decina di anni, durante i quali l’avanzata delle Flagello porterà minacce e corruzione: dopo gli eventi successivi alla tragica battaglia di Ostagar vissuta in Dragon Age: Origin ai danni dell’esercito di Re Cailan, di cui Hawke faceva parte, egli si ritrova in fuga da Lothering verso Kirkwall assieme ai fratelli e alla madre per sfuggire all’invasione del Flagello. Proprio in questo frangente inizia l’epopea che saremo chiamati a vivere, con lo scopo di portare nuovamente la luce nelle terre conosciute.Al di là delle novità introdotte dal team di sviluppo, Dragon Age II resta fondamentalmente un gioco di ruolo come lo era il suo predecessore, benché ora gli sviluppatori abbiano esplorato in maniera più approfondita la componente action di questo genere con particolare riferimento ai combattimenti. In ogni caso, da buon RPG, il titolo di Bioware fa del binomio tattica-azione la pietra fondante in fatto di struttura di gioco: da una parte abbiamo pertanto a che fare con la gestione delle abilità del nostro alter-ego e dei componenti del party che stanno al suo fianco, e dall'altra possiamo scendere direttamente sul campo di battaglia mettendo in pratica le arti dell'arma bianca e della magia contro i più disparati nemici che ci si pareranno di fronte. Tutto ciò all'interno del dipanarsi di una trama ricca di eventi dalle medesime tinte fantasy che hanno caratterizzato il primo capitolo della serie e che, come da tradizione, contraddistinguono il marchio di fabbrica principale di BioWare. Prima di prendere parte all’avventura, sarà in ogni caso nostra premura scegliere sesso e genere di appartenenza del nostro eroe (tra i classici guerriero, mago e ladro) nonché le sue peculiarità fisiche tramite un editor ben congegnato e di semplice utilizzo. A discapito della classica distinzione tra razze tipica dei titoli fantasy apprezzate anche in Dragon Age: Origin, in Dragon Age II il nostro alter-ego non può che essere di razza umana, sia esso di sesso maschile o femminile.
Entrando nel vivo del gioco, la prima importante scelta condotta da BioWare riguarda il metodo di narrazione adottato in questo seguito, che prevede la presenza di una figura dedicata (un nano di nome Varric) quale narratore delle gesta di Hawke e compagine: l’azione di gioco assume dunque i contorni tipici del flashback cinematografico, così da rendere il plot narrativo più intrecciato e sviluppato. La narrazione resta difatti ancora una volta la pietra fondante del gameplay di Dragon Age II che, come da tradizione BioWare, miscela l’azione di gioco ai dialoghi tra i vari personaggi: in questo caso le possibilità di interazione in termini di selezione di battute da pronunciare è sempre vasta e caratterizzata dal diverso tono che si vuole imprimere alla conversazione, sia esso di tipo comprensivo, sarcastico, sprezzante e via dicendo. A fianco della fasi dialogate spiccano le battaglie con i nemici, ora più votate all’azione vera e proprio piuttosto che alla vena prettamente strategica precedentemente apprezzata: in questo caso il gameplay punta maggiormente sulla spettacolarità e l’immediatezza tipica del combattimento in tempo reale, benché sia sempre possibile mettere in pausa l’azione per decidere che mosse intraprendere.
Quale gioco di ruolo, Dragon Age II privilegia in ogni caso determinate scelte e atteggiamenti bellici: il buon uso delle caratteristiche tipiche di guerriero, mago o ladro corrisponde pertanto ad una migliore riuscita degli scontri, quando invece tattiche più votate alla casualità porteranno spesso a epiloghi poco redditizi o dal finale ancor peggiore già ai livelli di difficoltà standard. In questo senso, la componente ruolistica del titolo di BioWare fa propria un’ampia fetta di gameplay, ponendo molta importanza alla gestione delle abilità dei personaggi del party: tra caratteristiche da raffinare, sessioni di crafting con rune e pozioni, tattiche da impartire e capacità da sbloccare sarà importante lavorare di cervello per ottenere una squadra sempre pronta ad ogni evenienza. Soprattutto le capacità di ogni membro, ben identificate ed organizzate negli “alberi” di sviluppo, ampliano l’approccio tattico alla battaglia e, più in generale, all’interazione con quanto il mondo di gioco ha da offrire. Per quanto infine riguarda il doppiaggio del gioco, questo è unicamente in lingua inglese: la localizzazione in Italiano riguarda sottotitoli e testi a schermo.
Commenti