Recensione - Enslaved: Odyssey to the West
Il Gioco
E' il 2150 quando, dopo una violenta guerra, le città della Terra sono ridotte a ruderi invasi dalla vegetazione: i pochi esseri umani rimasti si sono sparsi per il pianeta nella speranza di sfuggire agli Schiavisti, orde di robot senzienti che regolarmente rapiscono i sopravvissuti portandoli chissà dove a bordo di navi volanti. L'avventura di Enslaved: Odyssey to the West inizia proprio su uno di questi vascelli, quando a causa di un'avaria due prigionieri riescono a liberarsi: si tratta dei protagonisti del gioco, il nerboruto energumeno Monkey e la bella hacker Trip. Dopo una rocambolesca fuga che costituisce il primo livello del gioco, i due si ritrovano in quel che rimane di New York. Trip vuole tornare al suo villaggio ma non può farcela da sola, quindi decide di "schiavizzare" Monkey usando una delle fasce di controllo mentale degli Schiavisti per costringere il malcapitato ad aiutarla. La Grande Mela non è quindi che la prima tappa di un viaggio che vedrà il i due aiutarsi a vicenda superando ostacoli e minacce, mentre imparano a conoscersi sempre meglio.Enslaved: Odyssey to the West è fortemente basato sulla collaborazione tra Trip e Monkey: anche se possiamo controllare direttamente solo quest'ultimo, l'aiuto di Trip è fondamentale per riuscire a superare indenni tutti i livelli. Monkey può combattere i nemici in corpo a corpo usando la sua staffa, ma quando questi sono troppo numerosi o se sono dotati di armi da fuoco, anche lui diventa impotente: ecco quindi che arriva in nostro aiuto Trip, che grazie ad un generatore portatile di ologrammi può distrarre, per breve tempo e sotto nostra richiesta, i nemici dando la possibilità a Monkey di aggirarli portandosi a distanza di combattimento. La ragazza è inoltre in grado di scansionare i nemici per individuarne i punti deboli o di analizzare le ambientazioni per indicare al suo schiavo la strada migliore per raggiungere un obiettivo. Per contro, Monkey può aiutare Trip lanciandola verso aree altrimenti irraggiungibili o portandola sulle spalle nelle zone per lei impossibili da attraversare.
Il gameplay è tenuto abilmente in equilibrio tra fasi platform con occasionali risoluzioni di puzzle e fasi più action: le prime vedono l'agilissimo protagonista arrampicarsi e saltare per le ambientazioni con meccaniche che ricordano molto quelle di un Prince of Persia o un Tomb Raider, mentre i combattimenti seguono i canoni dei più classici action game in terza persona con l'aggiunta, di tanto in tanto, del poter utilizzare il bastone di Monkey anche come fucile ad energia, mirando ai nemici come in uno sparatutto. Come ulteriore elemento di varietà, in alcune occasioni ci viene inoltre permesso di usare la Nuvola, una sorta di hoverboard d'energia che Monkey può utilizzare per sfrecciare sull'acqua o su superfici accidentate spiccando grossi balzi ad alta velocità: in questi momenti il gioco si trasforma in una sorta di titolo di skateboard futuristico.
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