Recensione - Dead Rising 2: Case Zero
di
Fabio Rossi / fbhell
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Il Gioco
Dead Rising 2: Case Zero è ambientato circa tre anni prima della storia che vivremo in Dead Rising 2: si tratta di un prequel che ci vede nei panni del protagonista Chuck Greene, il quale si ritrova in fuga in una zona isolata alla disperata ricerca di fiale di Zombrex per evitare che la figlia, morsa da uno zombie, venga sopraffatta dall'infezione. Ogni 12 ore Chuck deve provvedere a curare la figlia e nel frattempo cercare di fuggire verso un luogo sicuro. La scena iniziale ci vede fermi in una stazione di servizio, dove Chuck fa il pieno di benzina alla macchina e cura la propria figlia, ma ecco che mentre i due si avvicinano a un supermercato in cerca di viveri, un tizio ruba la loro auto e li lascia a piedi in questo piccolo paese pieno di pericolosi zombie. I due si barricano all'interno dell'officina di un meccanico per sopravvivire, presto però Chuck capisce che non possono restare, i militari arriveranno entro sera a ripulire la città e se trovassero la figlia in quelle condizioni sicuramente la metterebbero in quarantena. Cosi starà a noi esplorare la cittadina e trovare il modo di scappare, al contempo prendendoci cura della bambina che ha periodicamente bisogno di cure.Il gameplay ci propone in anteprima tutte le meccaniche di gioco che troveremo in Dead Rising 2, le quali a loro volta attingono a quelle del primo gioco con molte novità come la possibilità di combinare le armi creandone di nuove e più micidiali. Anche il sistema di puntamento è stato migliorato, ma in linea di massima il gioco ritrova i pregi del primo titolo della serie. E' difficile andare in profondità nella descrizione del gameplay, poichè il tempo di gioco scorre in fretta ed è necessario provare e riprovare più volte la storia per affrontare le cose in maniera diversa e ottenere finali diversi. La cosa positiva è che il nostro personaggio guadagnerà punti esperienza e livelli, fino a un massimo di 5 che potremmo poi utilizzare in DR2.
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