Recensione - Shank
di
Christian De Filio / DarkChris
P
Il Gioco
Avete presente Kill Bill, il famoso film d’azione di Quentin Tarantino? Ebbene, Shank è la quasi perfetta trasposizione videoludica di quella pellicola, vista questa volta però in chiave maschile. Il nostro protagonista, dal cui nome deriva appunto il titolo del gioco, è infatti implicato con una banda di delinquenti assassini ma ad un certo punto decide di rinnegarli per amore di una donna. Purtroppo certe scelte non sono tollerate in ambienti simili e quindi alcuni suoi ex-compagni vengono incaricati di picchiarlo a morte ed anche di rapire ed uccidere la sua fidanzata per punirlo dello sgarbo. Shank però non muore, anzi, dopo essersi ripreso, più vivo e in forma di prima, decide di vendicarsi, cercando ed uccidendo tutte le persone implicate nella storia fino a raggiungere il boss finale, mandante della spedizione punitiva.Shank si svolge tra ambientazioni che ricordano molto il Messico, tra deserti, piccoli villaggi, locali di strip-tease e ville coloniali tipiche del Sud America. La trama è inoltre farcita di molti flash-back (tutti in inglese e niente sottotitoli in italiano) che ne rivelano ulteriori particolari di volta in volta, ed è il background ideale per questo picchiaduro in 2D a scorrimento, prevalentemente, orizzontale. Il gioco è inoltre caratterizzato dalla possibilità di eseguire diverse decine di combo attraverso l’uso congiunto di armi da fuoco e armi bianche in modo abbastanza semplice ed intuitivo ma anche molto, molto violento.
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