Recensione - Supreme Commander 2
Il Gioco
Al di là di una trama ben orchestrata, anche se non particolarmente epica, che vede lo scontro di tre fazioni in una sanguinosa guerra civile, il gameplay di Supreme Commander 2 ricade nei più classici schemi degli strategici in tempo reale, racchiudendo in sé, come lecito aspettarsi, tutti i tratti distintivi del genere quali la raccolta delle risorse necessarie alla creazione e al sostentamento di un potente esercito, la costruzione di svariate tipologie di strutture difensive ed offensive e l’addestramento delle unità fondamentali per prevalere sugli avversari, il tutto sapientemente miscelato per far si che siano le nostre doti di pianificazione strategica a fare la differenza sull'esito di uno scontro.Le risorse che stanno alla base dell’economia bellica del gioco sono costituite dalla Massa, reperibile unicamente in determinati punti della mappa di gioco attraverso la costruzione di apposite strutture estrattive, e dall’ Energia generata dalle centrali preposte a tale scopo. Una volta messi in funzione, questi edifici cominceranno a generare in automatico le indispensabili risorse, liberandoci dalla fastidiosa incombenza di dover creare una moltitudine di droni per adempiere al medesimo scopo (come succedeva ad esempio in Command & Conquer con il Tiberium). Esiste però un sistema alternativo per rimpinguare i nostri magazzini con le preziose scorte, costituito dal riciclaggio dei detriti: gli scontri tra le forze in campo generano inevitabilmente vittime e conseguentemente grandi cumuli di rottami, che possono essere trattati dai nostri ingegneri e trasformati in preziose unità di massa ed energia. Personalmente ho visto questa funzionalità come un omaggio ad una vera pietra miliare nel panorama degli RTS, quel Total Annihilation che lasciò critica e pubblico a bocca aperta alla sua uscita, databile ormai a più di un decennio fa.
Naturalmente un efficiente sistema di approvvigionamento di risorse non è sufficiente per prevalere in battaglia, non è una gara a chi estrae più materiali, questo è certo. Il momento di schierare sul terreno di gioco i nostri più potenti congegni di distruzione non tarda quindi ad arrivare. Le differenti unità a disposizione del nostro genio tattico sono piuttosto numerose ed egregiamente bilanciate tra loro: possiamo cercare di guadagnare la supremazia terrestre creando vasti schieramenti di carri armati, impiegando veloci e letali mech o batterie missilistiche mobili letali sulle lunghe distanze, ma possiamo anche scegliere di puntare al dominio aereo presidiando i cieli con potenti bombardieri e letali caccia. Nei livelli coperti da importanti distese d’acqua disponiamo anche di un discreto numero di mezzi navali, lenti nei movimenti, dispendiosi per ciò che ne concerne la produzione ma tremendamente efficaci negli armamenti. Le soluzioni sono numerose ed ampio spazio è lasciato alle nostre attitudini belliche, fattore ulteriormente enfatizzato dall’ importantissimo aspetto legato alla ricerca tecnologica. Lo sviluppo scientifico risulta infatti cruciale in Supreme Commander 2 e viene gestito con un interessante sistema di crescita delle abilità, attraverso il quale possiamo decidere di spendere dei punti ricerca, ottenibili attraverso la creazione di appositi laboratori o con il completamento di particolari obbiettivi in missione, per potenziare specifici reparti del nostro esercito, costituito appunto da unità terrestri, marine, aeree, strutture e dall’ UCC, la nostra unità corazzata mobile primaria, in sostanza il leader della nostra fazione.
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