RECENSIONE - Sea of Thieves
E’ inutile girarci intorno. Sea of Thieves è un titolo così innovativo e così ambizioso da non poter piacere a tutti. E’ un gioco che prende le distanze dagli standard dei generi ai quali verrebbe più facile accomunarlo e che osa proponendo al giocatore un obiettivo completamente inedito: l’assenza di obiettivi. Il titolo di Rare mette il giocatore al centro del gameplay “limitandosi” a fornire a ciascuno gli strumenti per plasmare la propria avventura. E' una frase abusata, ma è così: in Sea of Thieves non è la destinazione ad essere importante, ma il viaggio. Il viaggio inteso come l’insieme delle esperienze e dei momenti vissuti per raggiungere una specifica isola superando indenni una furiosa tempesta, per sfuggire all’ennesima incursione avversaria durante una sessione in solitaria o per spartirsi il bottino con un gruppo di pirati “sconosciuti” dopo aver portato a termine un’impresa. Chi riesce ad accettare questa filosofia ed a farla sua si ritrova catapultato in un mondo dal quale è difficile uscire, anche dopo innumerevoli ore. Un mondo nel quale non si gioca per progredire, per primeggiare o per ottenere l’equipaggiamento migliore. Si gioca per divertirsi e, quando possibile, condividere questo divertimento con tutti gli altri. In quest’ottica i difetti evidenziati finiscono inevitabilmente per essere ridimensionati dal peso specifico della produzione, che allo stato attuale rappresenta non solo un’ottima base di partenza sulla quale lavorare ma anche un segnale forte per tutta l’industria videoludica. Chi invece cerca un’esperienza più convenzionale, nella quale sono la narrazione e la progressione a farla da padrone, probabilmente non riuscirà ad abbracciare la filosofia di Rare ritrovandosi ben presto a fare i conti con l’assenza di stimoli adeguati alle sue aspettative. 8.3
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