RECENSIONE - Hellblade: Senua's Sacrifice
Hellblade: Senua's Sacrifice rappresenta un piccolo ma importante passo per l’industria videoludica che usa come elemento cardine, sia narrativo che tecnico, la pazzia umana, sdoganando anche coraggiosamente l’argomento che da sempre era considerato tabù. Grazie alla collaborazione di un team di ricercatori e neuroscienziati, Ninja Theory è riuscito a porre un accento importante sull’aspetto della psicosi di Senua, complice una realizzazione del comparto sonoro che ricrea ottimamente la sensazione di vociare incessante nella testa della povera protagonista. Artisticamente e graficamente splendido, Hellblade: Senua's Sacrifice stupisce e cattura sotto molteplici aspetti, non ultimo quello della recitazione e del doppiaggio, magistralmente eseguiti. Va detto però che non è un titolo adatto a tutti, soprattutto per la sua chiara scelta di opprimere e angosciare il giocatore, costringendolo a prendersi più di una pausa per lenire il senso di inquietudine e sofferenza psicologica che si viene a creare giocando. Nonostante alcune perplessità relative a un gameplay abbastanza grezzo, ripetitivo e condito da qualche sporadico glitch, l’ultima fatica dei Ninja Theory colpisce il bersaglio in maniera quasi chirurgica, offrendo un’esperienza visiva e sonora che difficilmente saprete scordare. 8.5
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