RECENSIONE - Fable: The Journey
Sulla storia di Fable ci si potrebbe discutere per ore. La mia convinzione è che questa saga sia stata rovinata sin dai primi roboanti annunci all’epoca della prima Xbox, quando un ruspante Molyneux caricava i fan presentando il rivoluzionario Project Ego, titolo così ambizioso quanto (forse ancora oggi) irrealizzabile. Dopo diversi tagli decisi nacque Fable e non era la stessa cosa ma comunque un gioco ottimo, anzi eccellente. Quello che voglio dire è che se un giocatore si avvicina a Fable: The Journey libero dal pensiero di un nuovo e rivoluzionario Fable allora lo potrà apprezzare, anzi scoprirà inedite sfaccettature riguardanti la storia. Giocare con la mente libera da possibili hype farà la differenza: consideratelo come uno spin-off leggero e spensierato pensato per Kinect e potreste ritrovarvi un gioco molto piacevole, non privo di difetti ma sicuramente interessante. Io l’ho fatto e personalmente l’ho apprezzato, ma per questo non mi sento di criticare chi l’ha recensito bocciandolo perché si aspettava un vero Fable hardcore. Questione di hype, e di marchio. 8.0
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