Recensione - Medal of Honor: Airborne
di
Giovanni Grasso / Shadowlord
P
Salvate il soldato Travers
O più precisamente salvate l'esercito tedesco da Boyd Travers. E' questo, infatti, il nome del nostro alter ego digitale e membro della compagnia degli aviotrasportati, una delle truppe scelte dell'esercito americano, paracadutisti scelti ed estremamente abili, letali in combattimento. Come in molti titoli inizieremo con un semplice tutorial che ci insegnerà come lanciarsi da un aereo, tre semplici lanci e poi la prima vera missione. Il nostro ingresso nella seconda guerra mondiale avviene in un paesino della Sicilia chiamato Adanti, per poi raggiungere il cuore dell'impero nazista. Fin dalle prime battute ci rendiamo conto come il gameplay assomigli a quello del più famoso e blasonato Call of Duty, anzi a dirla tutta se non fosse per una differente interfaccia ci sembrerebbe di giocare al titolo degli Infinity Ward. In realtà ad una visione più approfondita notiamo delle differenze che permettono a MOH di brillare di luce propria. Il gioco è un classico FPS, più imperniato però sulla pazienza e sulla copertura. Correre con il fucile in mano è da folli, e i ragazzi di EA lo sanno, una delle caratteristiche più interessanti è infatti la ricerca di copertura. Quando si è accovacciati dietro ad un muretto o a delle casse, basta premere il tasto adibito alla mira per potersi sporgere in tutte e quattro le direzioni per poi “ritirare la testa” in caso di pericolo. Altra caratteristica del titolo è il potenziamento dell'arma, visto che tutte possono essere migliorate. Ogni uccisione aumenterà l'esperienza del nostro fucile o delle nostre granate ampliando il numero di colpi o la velocità di caricamento. Per ogni arma ci sono tre livelli di potenza, e all'ultimo step si potrà utilizzare, per alcune di esse, un attacco secondario, ad esempio lo Springfield con ottica darà la possibilità di lanciare dei razzi (esattamente come il nostro caro fucile dei tempi della leva militare), oppure una mitragliatrice che ci donerà un coltello per essere letali nel corpo a corpo. Da segnalare infine la possibilità di correre: premendo un pulsante ci prodigheremo in uno scatto da quattrocentista.
Lo schema dei comandi è quello ormai consolidato per il genere FPS, quindi lo si padroneggia istantaneamente. Soffermiamoci sul comportamento della IA che risulta alquanto altalenante: in alcuni casi i nemici attaccheranno frontalmente, oppure usciranno dai loro ripari rimanendo in bella vista mentre altre volte, in ottimo stato di copertura, colpiranno con precisione chirurgica il vostro giocatore. Ci sono un paio di difetti che non mi sono andati a genio, il primo è l'abilità dei cecchini avversari veramente letali ma soprattutto velocissimi ad inquadrarvi e sparare, e poi il fatto che gli avversari, mentre ingaggiano i nostri compagni, cambiano repentinamente strategia puntando a noi anche se molto distanti. E' frustrante quando un crucco ci colpisce con un fucile mitragliatore da distante siderali mentre i nostri compagni lo tengono occupato. Ci saranno vari tipi di avversari con una valutazione in battaglia che varia da uno a dieci, inutile dire che gli avversari di livello dieci saranno straordinariamente forti e ci vorranno due pallottole di fucile di precisione in testa, oppure un intero caricatore delle armi più potenti in nostro possesso. Sono presenti anche dei veicoli avversari da abbattere, il più delle volte panzer, ma non mancano i classici corazzati semicingolati tedeschi.
La caratteristica maggiormente pubblicizzata e più originale di Medal of Honor: Airborne è il fatto che iniziamo ogni missione paracadutandoci da un aereo, con la possibilità di pilotare il volo e quindi atterrare ovunque vogliamo sulla mappa di gioco. Questo, se da un lato ha il pregio di permetterci di rigiocare più volte gli stessi livelli affrontandoli in modi ogni volta diversi, ha però un impatto deleterio sul design dei livelli, che assomigliano tutti troppo a delle grosse mappe multi-giocatore. Per aiutarci nell'orientamento siamo comunque sempre coadiuvati da una bussola con gli indicatori di missione che ci aiuteranno a trovare la via dei vari obiettivi. La struttura narrativa del gameplay è sempre la stessa: colpire tutti gli obbiettivi ed una volta terminati questi apparirà l'ultimo per completare lo stage.
Un accenno infine al multiplayer, vera ancora di salvezza del titolo non tanto per la varietà di modalità ma per il fatto che permette di aumentare la durata dell'esperienza di gioco, visto che la campagna in singolo non dura poi molto. Avremo i classici deathmatch e degli scontri ad obbiettivi, nulla che non si sia già visto, ma il vero problema è la scarsità costante di persone con cui giocare, evidentemente tutte impegnate in titoli di maggior richiamo. Se avete amici che hanno acquistato questo gioco potrete senz'altro divertirvi, altrimenti sarà dura trovare gruppi di undici persone con cui giocare.
Zona di guerra
Piuttosto stranamente, per quanto questo titolo sia solo discretamente realizzato, riesce a donare belle sensazioni. Gli ambienti in cui andremo a combattere sono ben ricreati anche se mancano di mordente, le animazioni dei vari personaggi sono abbastanza curate mentre la realizzazione degli stessi è nella media rendendo il gioco gradevole agli occhi senza sbalordire. Alcune texture sono solamente sufficienti ma nulla di così grave da minare l'intera produzione. Molto buono invece è il comparto sonoro, dove troviamo un doppiaggio sopra le righe (rispetto ad altre produzioni videoludiche recenti) ed una serie di effetti degni dei migliori film di guerra. Tutto questo crea un'ottima atmosfera che cattura il giocatore che rimarrà piacevolmente sorpreso senza però far spalancare gli occhi dallo stupore.
2 settembre 1945
Nonostante le novità introdotte per diversificare il titolo dalla serie Call of Duty e nonostante un buona dose di divertimento, Medal of Honor: Airborne risulta essere un titolo non del tutto riuscito, per via di problemi legati alla IA dei nemici ed un impianto grafico non all'altezza della concorrenza. Se amate la seconda guerra mondiale e non cercate l'innovazione a tutti i costi in uno sparatutto, questo è il titolo che fa per voi. La longevità si assesta sulle sette, otto ore di gioco in singolo, mentre il Live potrà darvi una spinta in più a patto di avere amici con i quali divertirsi. 7.8
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