Recensione - Turok
di
TheFury87
P
La storia
Dal punto di vista narrativo, Turok non offre niente di particolarmente innovativo o inconsueto; impersonerete John Turok, ex-membro di un gruppo di implacabili mercenari chiamato Wolf Pack. Dopo essersene allontanato per un tragico evento, Turok entra a far parte di una squadra speciale di nome Whiskey Company: la prima missione a cui viene assegnato il protagonista, con i suoi nuovi compagni, è la cattura di un importante criminale di nome Roland Kane, attualmente rifugiato su un pianeta all’apparenza disabitato e completamente inoffensivo. Ad aggiungere un minimo di pepe ed imprevedibilità alla storia, c’è il fatto che Kane è l’ex leader dei Wolf Pack, ovvero il maestro che ha portato John Turok a diventare il soldato spietato che è adesso.
Una volta entrati nell’orbita del pianeta dove si rifugia Kane, la squadra si accorge ben presto che non li aspetta un compito così facile come era stato previsto: infatti, l’astronave viene attaccata da una potente forza di resistenza presente sul pianeta, e precipita a terra senza lasciare scampo a molti dei soldati che erano a bordo. Uno dei pochi sopravvissuti è proprio John Turok, che insieme ad un altro superstite si ritrova nel bel mezzo di una fitta giungla. I due compagni decidono di andare alla ricerca dell’astronave precipitata, nella speranza di trovare altri soldati scampati al terribile schianto. Dopo pochi passi, però, i due si accorgono di non essere soli in quel groviglio di rami e liane: infatti, da un cespuglio spunta un piccolo animale che il protagonista, incredulo, identifica subito in un… dinosauro! Dopo poco, Turok giunge sul ciglio di un precipizio che rivela l’intera vallata sottostante. Quello che vede toglie ogni dubbio a quello che stava sospettando dopo aver visto la piccola lucertola nella foresta: il pianeta è infatti interamente abitato da dinosauri di diverse specie e dimensioni.
Scossi da questa scoperta, i due soldati si rimettono in viaggio, nella speranza di trovare al più presto i sopravvissuti e fuggire dal pianeta, consapevoli che una mossa sbagliata potrebbe farli piombare in un autentico inferno. Purtroppo però, Turok e il suo compagno di sventura si accorgeranno ben presto che è impossibile passare inosservati accanto ad alcuni tra i più grandi predatori della storia. Gli scontri con i dinosauri diventano così inevitabili, e lo scopo della missione diventa uno solo: sopravvivere. A complicare le cose al nostro alter-ego virtuale ci si mette la scoperta che il pianeta è sede di un’organizzazione criminale che può contare su centinaia di spietati e feroci soldati, pronti a tutto pur di eliminare ogni traccia di vita umana attorno a loro. Insomma, la situazione in cui John Turok si viene a trovare non è certo delle più facili: a questo punto, l’unica speranza del protagonista e dei pochi superstiti è sopravvivere e fuggire al più presto dal pianeta.
Ambientazione giurassica
Il fiore all’occhiello della creazione di Propaganda Games è certamente l’ambientazione che fa da sfondo alle vicende del gioco, nonché l’affascinante atmosfera che ne deriva. La giungla in cui John Turok viene calato è costituita da tanti piccoli particolari che contribuiscono a rendere l’idea di un ambiente selvaggio e in cui sarà difficile tornare a casa sani e salvi. L’atmosfera di costante paura per il fatto che da ogni angolo potrebbe sbucare un rapidissimo Velociraptor ed attaccarvi mortalmente è resa benissimo, riuscendo ad influenzare anche lo stile di gioco che, per forza di cose, vi spingerà ad essere più lenti ed attenti nelle vostre esplorazioni della giungla. Decisamente riuscita anche la sensazione di non essere gli assoluti protagonisti della scena, quanto piuttosto degli intrusi in un mondo vivo in cui i rettili non sono un semplice nemico piazzato sulla strada, ma degli esseri viventi che si muovono e si comportano indipendentemente dalle scelte del giocatore.
Il punto debole del titolo è invece la realizzazione tecnica non sempre all’altezza, che influisce negativamente (e non poco, in alcune situazioni) sulla giocabilità. Il cruccio più grande è probabilmente il sistema di puntamento, troppo sensibile e a tratti incontrollabile, soprattutto quando ci si trova davanti molti nemici e i movimenti rapidi e precisi sono indispensabili. Questo incide pesantemente sulla giocabilità, con delle situazioni teoricamente semplici che si trasformano in un inferno a causa di questi problemi nella gestione del mirino.
Dal punto di vista grafico, invece, Turok si attesta in generale su buoni livelli, anche se gli alti e bassi sono davvero troppo frequenti. Da un lato si può notare l’ottima resa grafica di nemici, dinosauri e compagni, mentre dall’altro pesano i pochi dettagli sulle ambientazioni e in generale sullo sfondo di gioco, che appare piuttosto scarno ad un occhio attento.
Anche il sonoro è caratterizzato da alternanze tra cose eccellenti ed altre davvero pessime: i versi dei dinosauri e i rumori della giungla in generale sono ben riprodotti e aiutano a creare l’atmosfera che abbiamo appena elogiato, mentre il doppiaggio dei personaggi appare piuttosto semplicistico e fatica a dare emozioni.
Per quanto riguarda la giocabilità pura, ci sono numerosi fattori che contribuiscono ad alzarne il valore e a cancellare in parte i difetti tecnici appena citati. Ad esempio, meritano una menzione speciale i mini-giochi che stanno alla base degli scontri diretti con i dinosauri: la pressione al momento giusto dei tasti che compaiono su schermo garantisce l’eliminazione istantanea dei rettili, sottolineata da un’inquadratura in terza persona del protagonista che uccide lo sventurato dinosauro con delle spettacolari azioni. Buona anche la varietà delle armi disponibili, anche se non è presente niente di diverso da quello che siamo abituati a vedere negli altri FPS. Infine, c’è da sottolineare l’importanza di un’arma in particolare nella meccanica del gioco: il coltello. Spesso sottovalutato o addirittura non presente in molti giochi di questo genere, in Turok la classica baionetta si rivelerà uno dei vostri alleati più fidati, garantendovi la possibilità di effettuare uccisioni di nemici in puro stile stealth o permettendovi di risparmiare preziose munizioni nel caso non sia strettamente necessario utilizzarle in una certa situazione di gioco.
In conclusione, la realizzazione tecnica e la giocabilità sono caratterizzati da numerosi alti e bassi: per fortuna, però, questi ultimi sono quasi del tutto cancellati dai numerosi pregi.
Dinosauri in Live!
Come ogni sparatutto che si rispetti, anche Turok offre una buona varietà di modalità per il gioco online. La scelta non si discosta molto dalle classicissime partite di ogni fps contemporaneo: ai “soliti” Deathmatch, Team Deatmatch e Capture the Flag si aggiungono le nuove modalità “Guerra” e “Cooperativa”, che comunque non mostrano niente che non si sia già visto decine e decine di volte. A rendere il comparto online davvero speciale ci si mette la variabile rappresentata dai dinosauri: infatti, i rettili si muoveranno liberamente per le mappe ed attaccheranno tutti gli incauti che saranno loro a tiro.
Quindi, a seconda delle situazioni, i dinosauri potranno trasformarsi da un letale pericolo da evitare a tutti i costi a validi alleati che ci assisteranno nell’eliminazione dei nemici in carne ed ossa. In generale, ad esempio, avere l’avversario nel mirino non garantisce la salvezza, in quanto un feroce predatore potrebbe sbucare fuori all’improvviso dalla vegetazione che vi sta accanto ed attaccarvi mortalmente. Allo stesso modo, potreste trovarvi in una situazione disperata ed essere ad un passo dalla morte, salvo poi venire salvati dall’intervento di un dinosauro che assalta il vostro avversario, mettendo fine alla sua esistenza e regalandovi la sopravvivenza.
Questa variabile aggiunge anche un piccolo accenno di tattica anche nei deathmatch più frenetici: ad esempio, cosa bisogna fare quando ci si trova davanti un nemico che sta combattendo all’ultimo sangue con un dinosauro? Meglio uccidere il rettile e poi finire l’avversario indebolito dallo scontro appena affrontato, oppure fuggire senza correre rischi e lasciare che il nemico e il dinosauro se la vedano tra di loro? A voi la scelta. In definitiva, l’online di Turok è estremamente godibile e garantirà diverse ore di divertimento dopo aver finito la storia in single player.
Tiriamo le somme
In conclusione, Turok è un gioco che può farvi divertire se siete disposti a chiudere un occhio sulle imprecisioni tecniche e su qualche piccolo difetto nella giocabilità, soprattutto se siete affascinati dal mondo dei dinosauri e da tutto ciò che lo riguarda. Le divertenti modalità online aggiungono qualche punto alla longevità che, se dovesse basarsi solo sulla modalità in single player, rasenterebbe la sufficienza. Quindi, se siete alla ricerca di un gioco senza troppe pretese che vi sappia far divertire, sia online che offline, Turok potrebbe essere quello che fa per voi. 7.8
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