Recensione - Tenchu Z
Comincio subito col dire che il titolo fa parte di quella categoria di giochi definiti “stealth”, alla Splinter Cell, per capirsi. Se siete degli amanti dell’azione frenetica e vi avvicinate a questo gioco con in mente Ninja Gaiden, smettete pure di leggere e rivolgete le vostre attenzioni altrove, poiché l’unica cosa che accumuna Tenchu Z al titolo Tecmo è il soggetto, non certo la sostanza. Per giocare a Tenchu è richiesta calma, oculatezza nei movimenti e pazienza, molta pazienza, anche per sopportare alcuni aspetti decisamente poco convincenti del titolo. Ma andiamo per ordine.
Dopo la consueta intro realizzata in computer grafica, ci troviamo nel menu principale, pronti a selezionare la modalità di gioco, sia essa on che off-line. Una volta effettuata la scelta andremo a plasmare il nostro guerriero definendone sesso, tratti somatici, caratteristiche fisiche (determinate dalle tre voci forza, agilità e vitalità) e a vestirlo scegliendo tra una discretà quantità di costumi. Terminata questa basilare operazione arriva il momento di affrontare il nostro primo incarico e di dimostrare la nostra efficienza sul campo di battaglia. Come tipicamente avviene in questo genere di giochi, l’azione si svolge con una visuale in terza persona con la telecamera ad inquadrare le spalle del personaggio, ma comunque liberamente ruotabile attraverso lo spostamento della levetta analogica destra. L’interfaccia, che appare snella e facilmente decifrabile, ci consente di avere sott’occhio tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno: nell’angolo in basso a sinistra trova infatti posto un indicatore che segnala la nostra quantità di energia vitale, uno per il livello di mimetismo, determinato dalla nostra eventuale esposizione alle fonti luminose, un altro ancora che indica la rumorosità generata dai nostri spostamenti.
Nel corso delle numerose missioni che ci vedranno protagonisti, il nostro principale compito sarà quello di spostarci furtivamente attraverso villaggi infestati da nemici, eliminandoli quando necessario, ma sempre con un fondamentale obbiettivo fissato in mente: non farci scoprire. I programmatori hanno tentato di enfatizzare tantissimo questo aspetto del titolo, cercando di spingere il giocatore a cercare la via dell’ombra e dell’uccisione furtiva, piuttosto che quella dello scontro a viso aperto; succede così che se si ha successo nel cogliere di sorpresa un nemico, strisciando ad esempio alle sue spalle, o piombandogli addosso dall’alto lasciandosi cadere da un tetto, si riesce a mettere a segno una “Stealth Kill” (un uccisione furtiva appunto), che ha come conseguenza quella di mettere fuori gioco il malcapitato avversario con un solo colpo, nella maniera cioè più rapida, silenziosa e “pulita” possibile. La realizzazione di tali colpi, oltre a dare una certa soddisfazione personale (vedere il nostro ninja spezzare il collo all’avversario o infilzarlo con la sua tagliente spada ha sempre il suo fascino) permette di ricevere una miglior valutazione al termine della missione, il che si traduce il una maggior quantità di denaro ottenuto ed investibile per acquisire nuove abilità ed equipaggiamenti.
Cogliere alla sprovvista i nemici non è però sempre cosa banale: essi sono in grado di sentire il rumori generati dai nostri passi, rumori che variano di intensità a seconda del tipo di terreno che stiamo calpestando; le assi di legno di un vecchio ponte sono ad esempio decisamente più rumorose della solida roccia ed è quindi importante stare ben attenti a dove mettere i piedi per mantenere un basso profilo. Altro nemico del ninja è la luce: se protetto dalle tenebre un ninja è come un fantasma, ma se colpito da raggi luminosi svela la sua natura umana e quindi la sua vulnerabilità: occhio allora all’indicatore che misura il livello di esposizione alle fonti luminose; se l’indicatore punta sul nero andate tranquilli, difficilmente verrete scoperti ma se al contrario questo indica l’area di colore chiaro state ben attenti perché qualsiasi avversario potrebbe individuarvi.
I livelli di gioco, nella maggior parte dei casi ambientati in contesti urbani, sono stati progettati in maniera tale da lasciare al giocatore la massima libertà di movimento, in modo da permettergli di scegliere il metodo più efficace per portare a termine gli incaichi; l’ubicazione dei vari obbiettivi è inoltre ignota e ciò obbliga quindi ad una attenta esplorazione delle varie location per individuarli. Per farci strada attraverso le varie missioni, potremmo godere dei vantaggi offertici dal nostro equipaggiamento che annovera oltre al rampino, fedele compagno di avventura che ci consente di raggiungere i tetti degli edifici piu alti, le più classiche delle armi ninja come le stelle da lancio, i dardi avvelenati o le bombe fumogene.
A questo punto potreste pensare che From Software sia sia impegnata a fondo per sfornare questo nuovo Tenchu; certo alcune idee non sono male, ma non bastano però a compensare gli enormi limiti che il gioco comincia a mostrare dopo qualche ora di utilizzo. Innanzi tutto l’intelligenza artificiale dei nemici è qualcosa di veramente terribile: è vero, essi riescono a sentire i nostri rumori, si allarmano alla vista di un cadavere e in alcuni casi riescono addirittura a fiutare il nostro odore, ma non è davvero possibile che ci perdano di vista con una incredibile facilità! Eppure è proprio così, se colti allo scoperto basta correre a rifugiarsi dietro al più vicino angolo di qualche edificio e nel 99% dei casi la si riesce a farla franca; si vedrà l’avversario guardarsi attorno attonito per qualche secondo per poi tornare tranquillamente al proprio posto (dove a questo punto verrà giustiziato per mano nostra, così da liberare il mondo da tanta stupidità).
Stesso discorso si può fare per il loro raggio visivo: va bene, l’indicatore del mimetismo potrà anche essere sul nero, ma vi pare possibile che un ninja di un clan avversario non riesca ad avvistarvi appollaiati sopra ad un muro alto due metri e a trenta centimetri dal proprio naso? Eppure queste sono situazioni nelle quali vi imbatterete sin troppo frequentemente giocando a Tenchu Z... e che imparerete sin troppo presto ad usare a vostro vantaggio. Alqune volte capita di vedere i nemici, allertati dopo avervi individuati, correre contro qualche parete e continuare a correre e correre verso di essa senza neppure accennare a cambiare direzione.Un vero peccato: l’intelligenza artificiale è fondamentale, soprattutto in uno stealth game dove dovrebbe mettere a dura prova il giocatore umano; qui al contrario facilita moltissimo il nostro lavoro, assestando un durissimo colpo al gameplay.
Le note dolenti non sono ancora finite, purtroppo: anche l’aspetto visivo del gioco ci lasciare di sasso. Trovandoci di fronte ad un titolo next-gen ci si aspetterebbe quanto meno una grafica piacevole, locazioni dettagliate e dinamiche, massiccio utilizzo degli effetti speciali. Niente di tutto ciò! Il motore grafico di Tenchu Z è uno dei peggiori visti su XBox 360, con dei modelli poligonali semplicissimi, texture davvero pessime e totale assenza di effetti speciali. E’ inoltre afflitto da fenomeni di bad-clipping piuttosto frequenti, con poligoni che si compenetrano e fondono tra di loro con una regolarità preoccupante. Gli sviluppatori hanno tentato di abbozzare un sistema di gestione delle fonti luminose e delle ombre, ma anche questo presenta delle anomalie non indifferenti e così se ad esempio stiamo camminando su di un muro riusciamo a vedere l’ombra del protagonista proiettata al suolo, ma non quella del muro stesso. Non di rado capita inoltre di riuscire a vedere le sagome dei nostri nemici attraverso le pareti degli edifici. Punto a favore del comparto visivo è che le mappe di gioco trasmettono un feeling molto orientale, e lo stile architettonico del medioevo giapponese è stato ricreato piuttosto bene; troppo poco però per permettere al titolo di raggiungere la sufficienza in questo settore.
Il comparto sonoro si attesta su livelli di mediocrità: carina l’essenziale colonna sonora che ci accompagna tra le missioni, terribili però alcuni effetti sonori, in particolare quelli generati dai tuffi in acqua del ninja (sembrano delle enormi esplosioni). Il parlato, peraltro in lingua giapponese, è sufficiente.
Che dire in conclusione di questo Tenchu Z? Che rappresenta senza ombra di dubbio il peggior capitolo della serie per quanto riguarda la grafica e che si allinea alla perfezione con i suoi prequel per l’indegna intelligenza artificiale. Grosso buco nell’acqua per From Software insomma, che sforna un titolo dal gran fascino potenziale, ma limitato sotto molti, troppi punti di vista. Consigliato solo a coloro che non possono più fare a meno di un titolo stealth, a prescindere dalla sua qualità. 5.4
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