Recensione - Armored Core 4
Al termine di un gradevole filmato introduttivo, nel quale ci viene proposto uno scontro tra un mech di classe “Next” (così vengono definiti i mech tecnologicamente più avanzati) e alcune obsolete unità “Normali”, ci troviamo nel menu principale, pronti a scegliere la modalità di gioco desiderata; selezionata quella in singolo, veniamo per prima cosa istruiti sui comandi di guida attraverso un tutorial molto dettagliato. Terminato l’addestramento possiamo finalmente iniziare la campagna.
La caratteristica che da sempre contraddistingue la serie di Armored Core è la possibilità di personalizzare completamente il nostro mech, e anche il quarto capitolo non si sottrae a questa tradizione: le nostre macchine da guerra possono venire assemblate utilizzando decine di componenti diversi che, oltre che distinguerle profondamente sotto il profilo estetico, ne influenzano anche gli aspetti legati a velocità, resistenza al fuoco nemico, precisione di fuoco e così via. La scelta sul tipo di mezzo che vogliamo creare deve tener quindi conto del nostro stile di combattimento: gli amanti dello scontro faccia a faccia propenderanno più probabilmente per un mezzo altamente corazzato, con elevata resistenza ai danni e armamento pesante, ma afflitto da scarsa mobilità. Altri potrebbero preferire configurazioni magari più fragili ma molto più agili, votate agli scontri “mordi e fuggi”; altri ancora potrebbero prediligere un mech “cecchino”, dotato di armi e sistemi per gli scontri a lunghissimo raggio, per eliminare gli avversari senza neppure essere visti.
La scelta di componenti è davvero elevatissima, sia per quanto riguarda il reparto degli armamenti, sia per le parti dei mech: testa, busto, braccia, gambe, sistemi di aggancio, generatori di energia, booster, ciascuna di queste voci dispone di una vastissima gamma di parti diverse da combinare tra loro per creare il mech definitivo, a patto di disporre di un budget sufficiente al loro acquisto, e di rispettare alcune regole nell’ assemblarle.
Ogni parte infatti si differenzia, oltre che per la resistenza ai danni, anche per peso e quantità di energia assorbita: impossibile in questo contesto pensare di montare un busto e delle braccia corazzate, e quindi molto pesanti, su delle gambe bipedi leggere poiché queste non sarebbero in grado di sorreggerle; bisogna quindi scegliere una base con maggior soglia di carico, magari delle gambe con articolazione rovesciata, una configurazione quadrupede o addirittura una base cingolata, lentissima ma con possibilità di carico eccezionali. Analogo discorso può essere fatto per gli armamenti: quelli che vengono sorretti dalle braccia dei mech devono rispettare il limite di carico di queste ultime, pena l’inutilizzabilità del mech. Oltre al peso delle parti, bisogna tenere conto anche del loro consumo energetico: come detto ogni parte è caratterizzata da un diverso dispendio di energia, e se non abbiamo un generatore abbastanza potente da alimentare tutti i componenti, le prestazioni del nostro mezzo cadono a picco. L’ acquisto di un generatore molto potente è un'ottima soluzione, ma attenzione perchè anche questi componenti hanno un determinato peso e più sono grossi più sono pesanti e quindi torniamo al discorso del carico massimo sostenibile dalle gambe. Compromesso, questa è la chiave per creare un mech davvero letale: comunque per chi non volesse perdere tempo in personalizzazioni varie, il gioco ci proporrà un gran numero di configurazioni predeterminate, utilizzabili a patto di avere i soldi per comprare tutti i componenti utilizzati.
Anche il reparto armamenti è molto ricco e comprende armi da fuoco “tradizionali” come mitragliatori, lanciagranate o lanciamissili ed armi ad energia come i potenti fucili a laser. Alcune armi devono essere montate necessariamente sulle braccia del mech e fungono da armi primarie, altre, generalmente le più ingombranti come lanciamissili o fucili a lungo raggio, possono venir montate anche sul suo dorso e venir utilizzate come armi secondarie. La personalizzazione comprende anche la scelta del colore della livrea dei nostri mezzi e permette di personalizzarne la tinta di ogni singola giuntura, nonché di creare dei loghi personalizzati con i quali marchiarli.
Fin qui tutto alla grande, quindi, ma il problema più grosso che affligge Armored Core 4 è che la stessa cura maniacale e pignoleria profusa nella personalizzazione dei robot non è stata prestata nella realizzazione di missioni e ambientazioni. Seppur i compiti che saremo chiamati a svolgere siano piuttosto vari e vadano dalle classiche missioni di pulizia, dove si dovranno eliminare tutti gli avversari presenti, a missioni di difesa di determinati obbiettivi o a quelle dove è richiesta l’eliminazione di un determinato bersaglio, queste si svolgono in mappe molto, molto piccole e alcune risultano dannatamente brevi (completare una missione in meno di un minuto può lasciare alquanto interdetti, e la cosa capita di frequente nel titolo From Software). A peggiorare il tutto c'è il fatto che le aree sono delimitate da invisibili linee di demarcazione individuabili solo sul radar, e se dovesse capitarci di varcarne il confine la missione verrebbe considerata fallita. Un eredità, questa, che il gioco si porta dietro dai precedenti capitoli e dalla quale non sembra in grado di liberarsi.
Le unità nemiche sono piuttosto variegate e ci troveremo ad affrontare, oltre che altri mezzi “Next”, i più pericolosi ed impegnativi del gioco, anche unità standard come carri armati, elicotteri o batterie missilistiche di terra, spesso protette da gruppi di mech “Normali”. L’intelligenza artificiale degli avversari non si può davvero definire tra le più brillanti mai viste, ma tutto sommato non costituisce un neo rilevante; il livello di sfida e la difficoltà rimangono infatti su livelli considerevoli grazie all'elevato numero di nemici presenti nelle mappe di gioco e questo fattore spinge il gamer ad impegnarsi a fondo nel trovare delle strategie vincenti e delle configurazioni ottimali per i propri mech.
Il sistema di controllo è stato parzialmente rivisitato rispetto ai titoli precedenti, e risulta ora molto più facile ed intuitivo: le levette svolgono la loro classica funzione di movimento del mech e di regolazione della telecamera; i tasti dorsali destro e sinistro vengono utilizzati per attivare rispettivamente gli armamenti posteriori di destra e di sinistra. Con i tasti A e X faremo cantare le nostre bocche da fuoco mentre con il tasto B attiveremo gli eventuali sistemi ausiliari, come le batteria antimissile o gli strumenti di disturbo radar. I grilletti dorsali attivano invece i booster, che consentono di effettuare spostamenti fulminei o di librare il mech in aria.
L’aspetto grafico è quello forse più controverso in Armored Core 4: se da un lato i modelli dei mech sono realizzati in maniera esemplare, con un numero elevato di poligoni ed ottime texture e vantino un design davvero “cattivo” e decisamente apprezzabile, dall’altro non si può fare a meno di notare la scarsa cura prestata nella realizzazione delle mappe che oltre ad essere, come già sottolineato, davvero poco estese soffrono anche di un basso livello di dettaglio, risultando spesso piatte ed anonime; il fatto che le strutture presenti sui campi di battaglia possano crollare sotto gli attacchi più potenti giustifica solo parzialmente la poca cura profusa dagli sviluppatori. Gli effetti luminosi generati dalle armi laser o dall’uso del booster, le esplosioni ed alcuni effetti atmosferici, come tempeste di sabbia o fonti di calore che distorgono l’immagine, sono invece apprezzabili, pur non facendo gridare al miracolo. La telecamera, che inquadra alle spalle il nostro mech, risulta piuttosto funzionale e raramente dà problemi di impedimenti nella visuale.
Il comparto sonoro si attesta su un discreto livello con dei buoni effetti generati da armi ed esplosioni ed un buon doppiaggio, purtroppo in lingua inglese. Qualche dubbio resta invece sulla colonna sonora, che alterna pezzi molto coinvolgenti a brani scarsamente ispirati.
Ed è ora di tirare le somme. Seppur risulti un prodotto tutto sommato valido, Armored Core 4 rappresenta per molti aspetti un occasione sprecata per From Software, che ha la colpa di essere rimasta troppo legata all'eredità del passato, nel bene certo, ma anche nel male. Dei livelli più vasti e delle missioni più articolate avrebbero potuto trasformare un buon gioco in un piccolo capolavoro. Le oltre trenta missioni della campagna con l'aggiunta della modalità “simulazione” che ci permette di sfidare i più potenti mech rivali in apposite arene, conferiscono al titolo una sufficiente longevità, aumentata dalla possibilità di sfidare gli amici sul Live, via system-link o in split-screen. Certamente gli appassionati perderanno ore cercando di creare un mech più letale possibile, ma resta sempre un po’ di amaro in bocca nel pensare a ciò che il gioco avrebbe potuto essere con un po’ più d’impegno. 7.2
Commenti