Recensione - Spartan: Total Warrior
di
Giovanni Grasso / Shadowlord
P
Cogito, ergo sum
Se prendiamo alla lettera il titolo del paragrafo in questo gioco, in Spartan: Total Warrior noi non esistiamo! Infatti si tratta di un duro e puro hack'n'slash dove riflessi e abilità con il pad ottenebrano temporaneamente tutte le facoltà mentali del giocatore medio. Voi impersonerete Lo Spartano, nome di indubbia originalità e dalla enorme carica magnetica, con la missione di proteggere Sparta dall’attacco dei legionari romani senza però disdegnare sortite offensive in territorio nemico. Man mano che la trama si dipana sotto i vostri occhi visiterete molti luoghi fino ad arrivare nella tana del nemico, Roma. Tornando al gameplay, si parlava di picchiaduro a scorrimento ma non di solo pane vive il legionario, difatti nelle vostre peregrinazioni e scampagnate domenicali vi ritroverete, oltre che a menar fendenti, a dover proteggere alcuni personaggi non giocanti, dar fuoco a bombe o torri d’assedio. Fare da babysitter ad altri personaggi è la parte più frustante del gioco. La scarsa intelligenza artificiale rende difficile il nostro lavoro perchè oltre che scappare e farsi chiudere in un angolo, i nostri protetti non sapranno fare altro. In battaglia però non saremo soli, spesso verremo coadiuvati dal altri compagni che, se non è presente nessuna barra di vitalità sullo schermo, saranno virtualmente immortali. Non che questo aiuti molto il giocatore, perchè i vari Castore e Polluce che ci aiuteranno non infliggono più danni di quanto saremo in grado di fare noi. Discorso a parte per i semplici guerrieri spartani che ci verranno in aiuto: semplice carne da macello, vista l’enorme superiorità numerica e fisica del nemico.
Cosa diventerebbe un picchiaduro senza un adeguato sistema di controllo? E’ una domanda che chiunque abbia giocato a Spartan si chiederà visto che in questo caso i controlli sono sì estremamente precisi, ma peccano in complessità. Alcune scelte dei programmatori sono certamente opinabili: l’utilizzo per esempio delle super mosse, da utilizzarsi quando la barra della furia si riempe, fatto che si verifica molto frequentemente, risulta molto macchinoso: premere lo stick sinistro e uno dei tasti d’attacco non è il massimo in fatto di comodità. Lo stesso discorso và fatto per l’utilizzo della magia dove, insieme ad un tasto d’attacco deve essere premuto il grilletto destro anche se in questo caso è tutto leggermente più intuitivo. Le locazioni che visiteremo saranno relativamente ampie, con alcune eccezioni come la città di Atene che si estende molto fra vie e viuzze rendendo molto bene l’idea di trovarsi in un vecchio borgo.
Un accenno particolare all’arsenale che avremo a nostra disposizione. Mentre decine e decine di nemici ci verranno in contro potremo decidere con quale arma compiere l’imminente massacro, vediamole nel dettaglio.
Arco: l’unica arma a distanza del gioco, discretamente potente con gli arcieri avversari ma praticamente inutile contro tutti gli altri. Può essere equipaggiato per pochi secondi con frecce di fuoco per far saltare barili esplosivi. La magia ad esso dedicata è la più debole: una sfera elettrica che colpisce i nemici.
Spade di Atena: La seconda arma più debole del gioco è però anche la più rapida. Facile attaccare e scappare, ma troppo poco potente. Utilizzandone le proprietà magiche si richiama ancora il potere del fulmine.
Scudo di Medusa: Adesso sì che facciamo sul serio: il classico strumento bellico bilanciato, infatti utilizzeremo una classica spada in coppia con lo scudo della gorgone. La magia è forse la migliore del gioco, potremo pietrificare tutti i nemici sullo schermo per poco tempo.
Martello di Beowolf: L’arma definitiva, lenta come un bradipo in letargo ma devastante come una puntata del Maurizio Costanzo Show, un colpo del martello e direte addio agli scudi avversari. Utilizzando i suoi poteri ci libereremo in un solo attimo di tutte le mosche fastidiose.
Lancia di Achille: Ultima a trovarsi ma non molto utile. La sua grande portata vi permetterà di tenere lontani i nemici. Con la sua magia scalderemo l’ambiente e la lancia si trasformerà in una alabarda spaziale, ehm volevo dire infuocata.
Solo un accenno al multiplayer che in questo titolo non esiste: Spartan: Total Warrior è rigorosamente giocabile da una persona, peccato perchè in system link o su Live sarebbe stato un grande titolo.
Com’è belllla Roooma...
Sega ci ha sempre abituati bene, il suo stile è inconfondibile. La fluidità del gioco infatti è ottima anche quando nugoli di nemici affollano lo schermo, solo in rari casi il motore del gioco fatica ma non ve ne accorgerete facilmente. I colori sono accesi e vividi, tipici delle produzioni di casa Sonic. Le ambientazioni sono realizzate con dovizia di particolari ed interessanti alcuni effetti di luce dovute alla magie. I modelli poligonali non sono eccellentemente animati ma fanno effetto con texture bene definite che lasciano all’utente finale una ottima impressione artistica. Il comparto sonoro è solo discreto. Il clangore metallico delle battaglie è discreto mentre le musiche sono anonime. Da segnalare, come fortunatamente ultimamente accade, che il titolo è localizzato nel nostro idioma sia nei testi che nei dialoghi, che, seppur discretamente recitati, non si elevano dalla media.
Fine della guerra!
Tirando le somme, Spartan: Total Warrior è un buon titolo che ha un’ottima giocabilità, nonostante dei controlli molto complicati - da piovra oserei dire. Oltre all’eccessiva difficoltà in alcuni punti (dove bisogna difendere alcuni personaggi), segnalo un scelta dei programmatori alquanto discutibile: una volta sconfitti i nemici, questi rilasciano sfere blu per ricaricare l'energia magia e verdi per l’energia, ma queste ultime sfere rivitalizzanti sono elargite solo ed esclusivamente quando si sta per morire, rendendo frustranti alcune sezioni. Alla luce però della qualità generale del titolo non si può che soprassedere a questi difetti: facendo ciò si avrà fra le mani un gioellino che potrà farvi passare ore felici rigorosamente in single player. 7.4
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