Recensione - Dustborn
Il Gioco
America, 2030: gli USA non esistono più a causa di un evento avvenuto 30 anni prima, nel 2000, quando un flusso d'informazioni proveniente dal centro dell'America ha invaso le menti di tutti i cittadini diffondendo paranoia, paura e violenza. Questo evento, chiamato "il Broadcast", causò scontri interni che portarono alla separazione di molti stati; non che prima le cose andassero meglio, visto che nel mondo in cui ci troviamo la moglie di JFK fu uccisa al sup posto, ed in risposta a ciò il presidente istituì una forza di sicurezza governativa, chiamata "Giustizia", atta a ripristinare una società libera dal crimine e dalle ingiustizie. Dopo che Kennedy lasciò la poltrona, Giustizia iniziò lentamente una deriva neo-fascista, che con il Broadcast ebbe una forte accelerazione. Ora quel che rimane del vecchio governo si chiama Repubblica, un'area che comprende gli stati al centro dei vecchi USA ed in cui Giustizia è una forza di sicurezza che si serve di robo-poliziotti per mantenere l'ordine in un regime autoritario.E non è tutto: il Broadcast trasformò anche le menti di alcuni bambini donandogli la "Voce", un potere che gli permette di usare il potere delle parole per plasmare le menti, le percezioni e persino la materia. Questi bambini, ora cresciuti, vengono chiamati Anormali, ed ognuno di loro presenta poteri diversi. In Dustborn seguiamo la storia di un gruppo di loro, che dalla regione di Pacifica (gli ex stati della costa est) dovranno attraversare tutta l'America centrale per arrivare a Nuova Scozia in Canada, dove hanno il compito di consegnare dei misteriosi dati rubati ai Puritani, la super-forza di sicurezza religiosa di Pacifica.
MX Video - Dustborn
La nostra avventura inizia con quattro di loro, che a bordo di un'automobile cercano di scappare da Pacifica: la protagonista Pax, una ragazza di colore i cui poteri vocali possono indurre forti emozioni negli altri, tanto da poterli bloccare terrorizzati, incitarli ad agire o seminare zizzania, Noam, un non binario con il potere di manipolare le sensazioni altrui come la possibilità di attenuare o amplificare il dolore, e Sai, che può usare la voce per mutare la propria struttura fisica e diventare più forte. Il quarto e ultimo membro, Theo, è il capo della banda, quello che ha convinto gli altri a trafugare i dati dei Puritani, ed è l'unico privo di poteri.
Ma questi non saranno i nostri unici compagni di viaggio in Dustborn: l'alibi che il gruppo usa come copertura per poter viaggiare (più o meno) indisturbato attraverso l'America è infatti quello che sono una band rock in tournée (i Dustborn, appunto), e si dotano quindi presto di un autobus sul quale, di tappa in tappa, accoglieranno nuovi membri che si uniranno a loro per i motivi più diversi. Sì, perché proprio come diceva T. S. Eliot, nel titolo di Red Thread Games è il viaggio, non la meta, ciò che conta; se la destinazione del gruppo è la Nuova Scozia, il focus del gioco sono le tante avventure che il gruppo vivrà, diventando sempre più come una famiglia stringendo rapporti con nuove persone e visitando tanti posti diversi.
E non mancheranno anche ricche dosi d'azione, così come anche di musica: Pax e i suoi amici hanno alle calcagna per tutta l'avventura le milizie dei Puritani e di Giustizia, senza contare gli incontri inattesi come quelli con gruppi di biker iracondi (a volte a ragione, se gli rubiamo le moto per sottrarci a situazioni complicate!), e le occasioni di scontro non mancheranno di certo.
Dal punto di vista del gameplay, il gioco è strutturato come una classica avventura narrativa, molto simile a quanto Life is Strange o i titoli di Telltale ci hanno abituato: si esplorano le location, si risolvono piccoli enigmi o si svolgono minigiochi di diverso tipo e si chiacchera (molto) con diversi personaggi. Soprattutto i dialoghi tra i membri del team hanno qui un ruolo determinante: i nostri compagni di viaggio hanno infatti tutti un "mood" che dipende dai dialoghi che scegliamo di intraprendere. Qualcuno potrà essere introverso e sospettoso ma potremo convincerlo a fidarsi di noi, un altro vuole mantenere un rapporto professionale ma lo faremo diventare nostro amico, oppure con qualcuno potremo persino stringere un rapporto sentimentale, o decidere di tenerlo a distanza. Tutti questi rapporti sono riassunti in una schermata mostrante tutti i compagni (che si arricchirà sempre più man mano che ne raccogliamo di nuovi) ed influenzeranno sia il modo in cui gli altri si rapportano a noi, sia il finale del gioco stesso.
Come già accennato, oltre a dialoghi e semplici interazioni non mancano i momenti più concitati: Dustborn è dotato di una meccanica di combattimento corpo a corpo che ci permette di scontrarci con i nemici usando diversi tipi d'attacco (anche a distanza) con una speciale mazza magnetica di cui siamo dotati, oltre alla possibilità di usare i nostri poteri vocali per gettare il caos tra le fila nemiche o anche per scaraventarli letteralmente via. I nostri compagni di squadra partecipano ai combattimenti, e spesso potremo sferrare degli attacchi combo in cui gli prepariamo la strada con un attacco vocale e loro sferrano il colpo di grazia. In base a quanto vogliate impegnarvi nei combattimenti, è possibile scegliere in ogni momento tra tre livelli di difficoltà; se volete un'esperienza un minimo impegnativa dovrete impostare il più alto, visto che alla difficoltà media è difficilissimo non solo morire, ma anche perdere più di 1/4 della salute di Pax.
Oltre ai combattimenti, troviamo anche una serie di mini-giochi, il principale dei quali è la caccia agli Eco: questi sono delle rimanenze del Broadcast originale, degli echi, appunto, di disinformazioni localizzati in vari punti e che sono in grado di manipolare ancora le menti delle persone: tramite un apposito dispositivo, il Me-Em (in inglese si legge, non a caso, "meme"), possiamo localizzare questi Eco e catturarli. Una volta catturati tutti gli Eco di un ambiente, il Me-Em li elabora e ci dà accesso ad un nuovo potere vocale che potremo sfruttare in combattimento. E questa non è l'unica possibilità di potenziamento che abbiamo: anche la nostra mazza magnetica è potenziabile tramite delle batterie che troviamo in giro, spendibili in un albero di abilità che ci dà accesso a nuove mosse e possibilità.
Insomma, i ragazzi di Red Thread Games si sono dati da fare per rendere Dustborn il più vario possibile pur rimanendo nell'ambito di un'avventura narrativa. Per quanto riguarda la struttura del gioco, il tutto è organizzato come un lungo "road trip" attraverso l'America, con ogni tappa caratterizzata da specifici momenti: una volta arrivati a destinazione c'è un mix di esplorazione, dialoghi, ricerca di Eco e combattimenti, intervallati da sequenze che possono vederci anche spostare da un ambiente all'altro (ad esempio, in Nevada, succede qualcosa che ci vede perdere momentaneamente il nostro bus mentre siamo in una stazione di servizio, quindi successivamente l'azione si sposta in un camping dell'area), il tutto intervallato da possibili combattimenti, mini-giochi e concerti della band, delle vere e proprie sessioni di rhythm game. Una volta che abbiamo fatto tutto quello che serve in una location, la giornata si conclude con una riunione intorno al fuoco, dove possiamo approfondire il rapporto coi vari compagni, per poi muoverci alla successiva location selezionandola sulla mappa a bordo del bus. Il gioco è inoltre diviso in episodi, come se fossero i numeri di un fumetto, ed alla fine di ogni episodio ci accoglie un riassunto di quel che abbiamo fatto, mostrato proprio come le tavole di un fumetto dove possiamo anche vedere quanti altri giocatori hanno compiuto le nostre stesse scelte.
Dal punto di vista grafico, il gioco si presenta come un'avventura in terza persona a telecamera libera, con un rendering in cel-shading molto gradevole che ricorda molto lo stile dei fumetti americani. L'intera avventura vi terrà occupati sulla dozzina d'ore o anche più se vi soffermate a parlare con tutti i personaggi ed esplorate tutte le opzioni di dialogo. Il gioco è completamente doppiato in inglese, ma sottotitoli e testi sono in italiano.
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