Recensione - Still Wakes the Deep
Il Gioco
Dicembre 1975: Cameron "Caz" McLeary è un elettricista a bordo della Beira D, piattaforma petrolifera al largo delle coste scozzesi, nel Mare del Nord. Caz viveva una normale vita borghese a Glasgow, con la moglie Suze e le due figlie, ma un evento dal quale ha voluto fuggire l'ha convinto a cambiare aria e ad accettare a malincuore la proposta di lavoro della società petrolifera proprietaria della piattaforma. All'inizio di Still Wakes the Deep ci troviamo nei suoi panni, con visuale in prima persona, a passeggiare per i locali della piattaforma e chiacchierare con i nostri compagni, quando dagli altoparlanti il direttore della struttura ci intima di recarci in ufficio. La voce tonante non prelude a nulla di buono, e Caz teme che i problemi che voleva lasciarsi alle spalle sulla terraferma siano riusciti a raggiungerlo anche lì.
MX Video - Still Wakes the Deep
L'ufficio del direttore è dall'altra parte della piattaforma rispetto alla mensa e ai locali abitativi in cui ci troviamo, quindi la traversata per raggiungerlo è una buona scusa per fare la conoscenza del livello superiore della struttura, attraversando il ponte e passando per l'area di trivellazione ed estrazione, dove alcuni operai sembrano indaffarati con un problema che sta bloccando il pompaggio del petrolio. Questa passeggiata ci dà anche l'opportunità di apprezzare l'ottimo livello di dettaglio e di realismo nella riproduzione della piattaforma: gli sviluppatori si sono documentati a fondo sull'estetica e sulla struttura delle piattaforme degli anni '70, cosa che si nota molto nel gioco.
Arrivati dal direttore, questo conferma i timori di Caz: non vi rivelo più di questo per non rovinarvi la scoperta dei dettagli della storia, ma vi basti sapere che, alla fine dell'animata discussione, il protagonista viene licenziato e gli viene intimato di prendere il prossimo elicottero per tornare sulla costa. Ma non è l'unica cosa che accade in questo frangente: il direttore riceve anche una chiamata dagli operai nell'area di trivellazione, i quali lo informano dei problemi che stanno avendo e che è pericoloso continuare l'estrazione se non capiscono cosa sta succedendo. Il direttore va su tutte le furie e gli ordina di continuare le operazioni d'estrazione nonostante i problemi, perché sono già in ritardo sulla tabella di marcia.
Ed è qui che inizia il nostro incubo: mentre Caz si dirige alla piattaforma dell'elicottero, un'enorme esplosione scuote la struttura sbalzandolo e facendolo cadere in mare. Sembra la fine, ma veniamo fortunatamente ripescati e soccorsi dai nostri colleghi, e dopo essere svenuti per lungo tempo ci risvegliamo nella nostra stanza, con la piattaforma stranamente deserta e segni di distruzione ovunque. Capiamo velocemente che qualcosa di terribile è accaduto: sentiamo le urla dei nostri compagni arrivare da zone della piattaforma ora inaccessibili, ma il tutto si trasforma in un incubo quando incontriamo delle masse informi di carne e nervi attaccate alle pareti, dalle quali sbucano i corpi martoriati dei nostri compagni. Come se non bastasse, le comunicazioni con la terraferma sono interrotte e la piattaforma sembra ormai diventata instabile, con tremori e assestamenti continui; appare presto evidente che nessuno verrà a salvarci, e sta quindi a noi cercare di fuggire da questo incubo insieme ai pochi compagni sopravvissuti.
Quanto descritto finora è il punto di partenza della nostra avventura in Still Wakes the Deep, nel corso della quale ci troviamo ad esplorare tutte le aree della piattaforma Beira D, dalle zone abitative superiori fino all'area ingegneria e perfino l'interno dei piantoni sui quali poggia l'intera struttura; l'intera area è devastata, con zone collassate e passerelle crollate, e come potete immaginare, riuscire a uscirne sani e salvi non sarà affatto facile; come se non bastasse, l'orrore che ha invaso la base non si limita alle strutture informi che troviamo attaccate alle pareti, ma scopriremo ben presto degli "esseri" (li chiamo così per non rivelarvene la natura) che ci daranno attivamente la caccia ed alle quali dovremo sfuggire.
Dal punto di vista del gameplay, l'avventura di The Chinese Room segue la strada tracciata dalle precedenti avventure dello studio Dear Esther, Amnesia e Everybody's Gone to the Rapture, focalizzando quindi l'esperienza sull'esplorazione lineare in prima persona degli ambienti e su atmosfere altamente immersive; è difficile perdersi o rimanere disorientati, tranne che in alcuni livelli al buio o in cui dobbiamo nuotare sott'acqua, mentre anche l'interazione si limita ad azionare qualche leva o ruota idraulica. Troviamo però anche una componente di arrampicata su determinate strutture, anche se molto semplice come meccaniche, in cui dobbiamo premere col giusto tempismo i grilletti per restare aggrappati e non finire nel vuoto. La parte più "interattiva" del gioco è senza dubbio invece quella in cui dobbiamo sfuggire agli esseri che occupano alcune aree della struttura; questi sono sensibili al rumore, quindi correranno velocemente ovunque ci sentono muoverci, ma possiamo anche trarli in inganno lanciando oggetti lontano da noi. Queste aree sono inoltre piene di punti in cui nasconderci, come armadi e condotti nei muri, quindi il tutto consiste nel cercare di superare la zona muovendoci da un nascondiglio all'altro senza farci vedere dagli esseri. Non aspettatevi un'esperienza terrificante o coinvolgente alla Alien Invasion o Outlast, ma comunque sono sezioni in cui il livello di tensione sale notevolmente. Il gioco offre peraltro due difficoltà, Standard e Storia; la seconda offre pochissimi pericoli ed è pensata per chi vuole viversi l'avventura senza troppe ansie.
La storia è completabile in circa 6-7 ore e non ci sono particolari incentivi alla rigiocabilità. Una menzione invece la merita il doppiaggio, ovviamente in inglese: gli sviluppatori hanno ingaggiato esclusivamente attori scozzesi, soprattutto dell'area di Glasgow e dell'Isola di Skye, e questo si riflette nel forte accento parlato da tutti i protagonisti e nelle espressioni usate, non certo tipiche dell'inglese di Oxford. Questo dona all'intera esperienza un maggior realismo, ma non temete per la comprensione: ci sono comunque i sottotitoli in italiano, oltre a quelli in gaelico scozzese!
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