Recensione - The Talos Principle II
Il Gioco
Nella mitologia greca si narra che il titano Prometeo, da sempre amico dell’umanità e sostenitore del progresso, decise di rubare il fuoco agli Dei per donarlo ai mortali. Un gesto mosso dal desiderio di aiutare la razza umana a sopravvivere e prosperare. Ma Zeus, furibondo dopo aver scoperto il gesto del titano, decise di punirlo incatenando Prometeo e facendolo sprofondare nel Tartaro, nel centro della Terra, per l’eternità. L’umanità ora è però estinta. Come già sa chi ha giocato il primo episodio della serie, il cambiamento climatico ha fatto sciogliere i ghiacci artici dai quali si è liberato un mortale virus, che ha spazzato via l'intera popolazione umana lasciandosi alle spalle solamente città vuote e silenziose. Prima che ciò accadesse, però, un team di scienziati guidati dalla dottoressa Alexandra Drennan è riuscito nell’impresa finora riservata solo agli Dei: ricreare la vita, seppur artificiale e meccanica.
MX Video - The Talos Principle II
Da qui inizia la nostra avventura, più di mille anni dopo la conclusione del capitolo precedente, nei panni di un Robot creato dai suoi stessi simili, che si definiscono i nuovi umani. I loro corpi sono di metallo, ma la loro mente è ricca della storia, cultura e filosofia umana. Hanno tutti una propria personalità, una propria “anima”. Sotto la guida della Fondatrice Atena, che altri non è che la protagonista del primo capitolo, i nuovi umani hanno quasi ultimato la costruzione della loro prima città, Nuova Gerusalemme, una splendente città nei pressi di una decaduta metropoli appartenente ai loro antenati umani. Il protagonista di questa nuova avventura è il millesimo, e ultimo previsto, nuovo umano a prendere vita, perché la fondatrice Atena ha settato come 1000 abitanti il numero ideale per poter iniziare questa nuova civiltà, senza compromettere l’ecosistema naturale della Terra.
Tutto è sempre perfetto, è un giorno di festa per la nascita di 1K (soprannome che ci viene affidato fin da subito), ma le cose non sono perfette come sembrano. Scopriamo presto che Atena è da tempo andata via senza fare più ritorno, lasciando la città emotivamente fragile a causa della sparizione della loro Messia. Inoltre scopriamo che, sotto gli splendidi palazzi bianchi e le statue d’oro, ci sono più problemi di quanto non sembri, tra strani cali energetici, società segrete, paure, sogni e desideri di vari abitanti che iniziano a interrogarsi sul loro posto nel mondo e oltre. Questo già delicato equilibrio viene scosso dall’arrivo di un’entità fatta di pura energia chiamata Prometeo, che appare alla nuova umanità sotto le sembianze del titano greco e invita gli umani a cercarlo per poter ottenere la conoscenza per progredire. Prometeo, prima che possa rivelare troppo, viene però incatenato da una certa Pandora, riducendolo al silenzio.
Tutti gli abitanti sono scossi, emozionati ma anche intimoriti da questa rivelazione. Chi e cosa è Prometeo? Da dove viene? Come se non bastasse, grazie alle tracce energetiche lasciate da questo, si viene a scoprire il luogo d’origine di tutto ciò: un’enorme Megastruttura, situata in un isola lontana e tecnologicamente avanzata. Ma se l’umanità è estinta, chi l'ha costruita? E com'è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Tutte queste domande spingono un team di cinque esploratori, tra cui 1K, a indagare sulla struttura. Da qui inizierà un viaggio di scoperta e consapevolezza in cui i nuovi umani saranno messi di fronte al loro futuro o alla loro distruzione.
La componente narrativa del gioco, a differenza del predecessore, qui è molto più presente e tesse la rete di una storia profonda e affascinante. Mentre esploriamo l’isola, risolvendo i numerosi puzzle che ci permettono di proseguire all’interno della Megastruttura, troveremo diversi segreti e retroscena che ci faranno interrogare su diversi temi, per nulla banali e semplici. L’area di gioco si estende oltre l’isola ed è suddivisa in 4 regioni diverse, a loro volta composte da tre enormi mappe completamente esplorabili. Il team di sviluppo ha deciso per questo nuovo titolo di mettere da parte il motore proprietario Serious Engine, abbracciando l’Unreal Engine 5, con gli artisti del team che hanno creato e modellato scenari bellissimi pescando a piene mani da tutti i tool del nuovo Unreal. Più di una volta mi sono fermato ad ammirare i panorami, gli scorci, i fiumi e le strutture che compongono le varie mappe, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto dal team.
Parlando del gameplay il gioco non si discosta dal suo predecessore: possiamo scegliere tra prima e terza persona, e l'avventura ci vede esplorare diverse aree ognuna con un diverso puzzle da risolvere, utilizzando diversi strumenti come cubi, pedane a pressione, raggi laser colorati da direzionare per attivare diversi meccanismi, un dispositivo che apre portali tra i muri e così via. Le aree puzzle non sono mai troppo vaste, evitando quindi al giocatore lunghe camminate tra i vari meccanismi che avrebbero reso più snervante l’esperienza. Tutto quello che vi serve per risolvere i puzzle è lì di fronte a voi, ma sarà la vostra astuzia e perspicacia a guidarvi verso il completamento. A differenza del primo gioco però, dove nelle fasi finali la curva di difficoltà cresceva troppo prepotentemente, qui i puzzle sono tutto fuorché troppo complicati, ma vi daranno comunque una certa soddisfazione una volta completati. Sia chiaro, non sono certo facili, eccetto magari per i primi che servono a introdurre le diverse meccaniche, ma sono comunque ben bilanciati con la giusta curva di difficoltà per tutti i giocatori.
Tra i puzzle da risolvere, l’esplorazione delle mappe e la scoperta di segreti e verità, l’avventura vi terrà compagnia tra le 20 ed oltre le 30 ore, a seconda che vi concentriate sulla storia principale o siate intenzionati a scoprire proprio tutto ciò che il mondo di The Talos Principle II nasconde. Oltre ad un gameplay accattivante e un comparto tecnico incredibilmente solido, il gioco offre un comparto musicale eccellente, con musiche e melodie poderose che accompagnano il giocatore durante tutto lo svolgimento dell’avventura. Ottimo anche il doppiaggio in lingua inglese e la recitazione dei vari protagonisti, che riesce a dare carattere, personalità e peculiarità a dei Robot tutto fuorché espressivi e praticamente identici tra di loro. Segnalo inoltre la presenza di due setting grafici “Qualità” e “Prestazioni”, dove il primo permette di far girare il gioco con un sistema di illuminazione incredibilmente realistico, sacrificando ovviamente il framerate, mentre il secondo farà girare il gioco a 60 fotogrammi al secondo, compromettendo però la resa visiva globale. Dopo aver provato a fondo il gioco in entrambe le modalità, il mio consiglio è di giocarlo con settaggio Qualità, perché mentre i frame-rate non sono così importanti in un’avventura dai ritmi piuttosto rilassati, il colpo d’occhio visivo di alcuni scorci invece vi rimarrà impresso per tanto tempo. Ultima nota, dolente in questo caso: il gioco è disponibile unicamente in lingua inglese, sia nel doppiaggio che nei sottotitoli.
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