Recensione - Ravenlok
Il Gioco
E’ una giornata qualunque in un luogo qualunque di una campagna qualunque. Ravenlok, la nostra protagonista, aiuta i suoi genitori a ultimare il trasloco nella loro nuova casa. Tutto bene fino a quando, scoperto lo specchio nascosto da anni nel granaio, si ritrova catapultata in un mondo folle e super colorato, eroina suo malgrado e destinata a salvarlo. Questa è la premessa di Ravenlok, che ci vede proiettati in un mondo folle, popolato da conigli parlanti, rane magiche, farfalle malvagie e gatti giganteschi, con il fine ultimo di aiutare la protagonista a sconfiggere la regina di cuori e liberare il reame magico dalla sua tirannia. Se questo rapido accenno alla trama vi ricorda qualcosa, non sbagliate: il gioco è infarcito di citazioni e di ispirazioni da diverse opere del fantasy letterario e cinematografico, da Alice nel Paese delle Meraviglie ad Harry Potter, fino ad arrivare alle opere dello studio Ghibli.
MX Video - Ravenlok
Ravenlok è un classico action-adventure nello stile hack and slash con elementi puzzle ed enigmi. Il combattimento è affidato alla solita configurazione di pulsanti: X per attaccare con la spada, B per scattare e Y è dedicato alla parata. I pulsanti dorsali invece, sono assegnati alle quattro skill speciali che si sbloccano progredendo durante il gioco. Con la croce direzionale “giù” si sblocca un ulteriore menù attraverso il quale è possibile selezionare le bombe (che hanno un potenziale offensivo maggiore e differenziato) oppure le pozioni curative che ripristinano la salute quando necessario. I combattimenti sono un po’ il tallone d’Achille del gioco, e sicuramente deluderanno i puristi e quelli che amano gli action ultra difficili tipo i Souls. Ravenlok infatti è semplice. Molto semplice. I nemici possono essere evitati molto facilmente e non attaccano se non ingaggiati da vicinissimo. E anche le boss fight possono essere semplici in maniera disarmante, basta sviluppare il proprio personaggio fino al livello massimo, e non ci sarà nessun problema ad avere la meglio di qualsiasi nemico, compreso il boss finale. La progressione è lineare e si aumenta di livello molto velocemente se si sconfiggono tutti i nemici che si incontrano. Il livello massimo raggiungibile è il 20.
Per avere ragione di Ravenlok però, non basta combattere. Sono presenti un buon numero di puzzle ed enigmi, alcuni anche piuttosto complicati. Tuttavia niente che non possa essere risolto semplicemente stando attenti all’ambiente circostante o non skippando i dialoghi. Colpisce sin dai primi istanti di gioco il particolare comparto grafico. La tecnica utilizzata è quella del Voxel (da qui il nome della trilogia di giochi di cui accennavo poco fa), che consiste nel comporre gli oggetti con tanti cubetti corrispondenti ai pixel. Un po’ alla stregua di Minecraft. Non tutti gli oggetti di gioco però sono renderizzati con questa tecnica con una scelta stilistica mista molto molto particolare. Le ambientazioni poi sono molto varie e ispirate ai media di cui vi raccontavo: ho trovato particolarmente carina quella del “Tea Party” in cui tutto il background è costruito utilizzando tazzine, teiere e dolci giganteschi. Il tutto poi è coloratissimo e rende magico l’ambiente in cui si svolge il gioco. Il gioco gira in 4K a 60 FPS su Xbox Series X mentre a 1440p a 60FPS su Xbox Series S. Su old-gen invece, passiamo dai 1080p a 60FPS di Xbox One X fino ad arrivare ai 720p a 30FPS di Xbox One.
Il comparto audio è molto “old style” e si abbina anche lui al Voxel rendering, regalando un’esperienza simile ai primi giochi 3D usciti intorno agli anni 2000. Il problema dell’audio però è dato dal fatto che si tratta di una serie di corti spezzoni ripetuti nel tempo, con il risultato che se si passa tanto tempo nella stessa zona la musica risulta essere abbastanza snervante. In Ravenlok sono presenti anche dei collezionabili, che aiutano i giocatori a proseguire ancora un po’ nell’esplorazione sotto forma di cappelli e di pupazzetti a forma di coniglio chiamati Figurine. Raccogliere tutte le Figurines per poter completare al 100% il gioco, per quanto siano solo 18, è stato abbastanza arduo.
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