Recensione - Call of Duty: Modern Warfare II
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Chi fosse poco aggiornato sulla "storia" di Call of Duty potrebbe chiedersi come mai stiamo recensendo un titolo di nome Call of Duty: Modern Warfare II - un nome che era già un caposaldo su Xbox 360 una dozzina d'anni fa. E' presto detto: nel 2019 Infinity Ward, studio autore della trilogia Modern Warfare originale uscita tra 2007 e 2011, ha lanciato un vero e proprio reboot della saga di Modern Warfare, con un capitolo che ruppe numerosi record di vendite e giocatori e che, accompagnato dal battle royale free-to-play Warzone, divenne un caposaldo assoluto del franchise per anni a venire. Da non confondere dunque con Modern Warfare Remastered, uscito nel 2016 e che ci ripropose il primo MW tirato a lucido. Ed eccoci quindi ad oggi, con Call of Duty: Modern Warfare II che continua l'operazione di reboot prendendo ispirazione dal popolarissimo MW2 del 2009. Come quasi ogni anno, anche quest'anno il pacchetto di Call of Duty è suddivisibile in tre macroaree al lancio: la Campagna single player, la modalità cooperativa Spec Ops (che in alcuni capitoli è sostituita dalla modalità Zombi), e infine l'iconico Multiplayer. Il 16 novembre arriveranno poi, come esperienza separata e gratuita, Warzone 2.0 e l'inedita modalità "simil-Tarkov" DMZ. Analizziamo quindi queste tre parti del gioco iniziando, come sempre, dalla Campagna.
MX Video - Call of Duty: Modern Warfare II
Se siete interessati alla storia di Call of Duty: Modern Warfare II, è sicuramente consigliato aver giocato prima al Modern Warfare del 2019, visto che qui gli eventi seguono proprio quel che accadde allora, ripresentandoci anche diversi volti noti come il capitano Price, il buon Soap, Ghost... tutti nomi iconici della saga per una Campagna che, a tutti gli effetti, punta molto all'effetto nostalgia. Non mi addentro negli spoiler, ma anticipo che, similmente all'ultimo Modern Warfare, il gioco cerca di far coesistere il "fascino" della guerra nei media e il cinismo delle operazioni militari e paramilitari del governo degli Stati Uniti, dei suoi alleati, nonché delle organizzazioni private che ne ricavano profitti. Nulla di troppo intenso come critica sociale o politica, ma sicuramente un po' più profondo dei vecchi giochi a cui questa nuova trilogia si ispira.
Ovviamente questa Campagna risulterebbe molto meno efficace senza il fantastico comparto audiovisivo del titolo, e qui non c'è davvero molto di cui lamentarsi. Seppur sia vero che la maggior parte degli scenari è molto lineare e strutturata a mo' di corridoio, questa limitazione autoimposta ha permesso agli sviluppatori di dar vita a momenti di grafica veramente ai limiti del fotorealismo. Questo è ben evidente già dai primi secondi di gioco, dove attraversiamo un canyon desertico veramente accattivante, per poi passare successivamente per certi scenari notturni e una realizzazione a dir poco sbalorditiva di un'Amsterdam viva e vegeta, piena zeppa di passanti e macchine. Tutto ciò naturalmente con la solita semplicità con cui Call of Duty offre anno dopo anno un gameplay di sparatutto in soggettiva accattivante al punto giusto. Ogni arma ha il feeling che ci si aspetta, dal fucile a pompa fino alle mitragliette, con l'audio che le accompagna che rispecchia fedelmente l'area dello sparo, dell'impatto e via dicendo. E il gameplay frenetico degli ultimi giochi rimane, con le due velocità di sprint, il sistema di coperture e così via. Non è solo uno spara-spara senza logica però: sono presenti anche diverse sezioni stealth, inseguimenti in macchina e molto altro. Con un ampio arsenale di armi a disposizione, molte delle quali recuperabili in qualunque momento dai nemici caduti, è difficile annoiarsi nelle 5-6 ore che servono per completare la Campagna. Come sempre, è possibile tornare ai livelli già giocati alla ricerca di segreti e tentativi a difficoltà più elevate, ma la natura lineare e scriptata di questa modalità non garantisce troppa varietà a lungo andare.
Preferisco non soffermarmi troppo sulla Campagna, visto che segue comunque i binari canonici della serie. In compenso, la componente Spec Ops è piuttosto diversa dal solito, seppur anche qui non particolarmente coraggiosa. Invece delle orde a cui siamo abituati nei vecchi Modern Warfare, qui sono delle vere e proprie missioni d'assalto e di difesa con una trama, giocabili da soli o in cooperativa con un amico online. Se la Campagna è un po' un "best of" di situazioni classiche di Call of Duty, lo stesso si può dire di Spec Ops, dove ci sono brevi parti di un po' di tutto: sezioni stealth notturne, parti in veicolo, assalti ad armi spianate, estrazioni con l'elicottero e così via. In questo caso però c'è un approccio più aperto e mappe più larghe, dunque si hanno più modi per superare i problemi. Purtroppo sono solo tre le mappe a disposizione in questa modalità al momento, ma in compenso abbiamo una serie di aggiornamenti per armi e obiettivi che si possono sbloccare man mano. Ne consegue che chi vuole completare tutto al 100% dovrà fare un po' di grinding e rifare gli stessi livelli più volte. Per fortuna, quantomeno, la struttura più aperta aumenta la rigiocabilità rispetto alla Campagna. Insomma, non è sicuramente la Spec Ops incompleta e francamente disastrosa che abbiamo visto nel reboot del 2019: questa volta è una componente spassosa e curata, seppur un po' corta.
Ed eccoci dunque al multiplayer, che neanche a dirlo, è un'evoluzione della formula di Modern Warfare del 2019. L'eccellente gunplay è rifinito ancor di più, tornano il doppio sprint, le coperture, l'aggancio alle superfici per migliorare la mira e abbassare il rinculo. Nel bene o nel male, soprattutto, tornano le mappe con struttura "naturale" - via ancora una volta il vecchio sistema a tre corsie, donando ad ogni mappa un feeling decisamente più organico e realistico, con edifici multipiano, coperture e altro che spesso paiono abbastanza casuali nel loro piazzamento. Ciò rende gli scontri a fuoco più variegati, ma porta anche a qualche mappa più squilibrata delle altre nelle modalità a squadre.
Parlando di modalità, Call of Duty: Modern Warfare II ripresenta tutti i grandi classici: Deathmach a Squadre, Dominio, Cerca e Distruggi e molto altro per quel che riguarda le sfide 6v6. C'è anche un'inedita modalità che pare fare l'occhiolino a Rainbow Six Siege, chiamata Soccorso Ostaggio. E' molto simile a Cattura e Distruggi, ma invece di una bomba da piazzare o innescare c'è un ostaggio da salvare. Stesso sistema di respawn, ma con la possibilità di rianimare i compagni. Come negli ultimi capitoli, per me sono queste sfide 6 contro 6 che rendono al meglio, con la frenesia, l'eccellente gunplay e le mappe di dimensioni ridotte che ben si sposano alla formula di gioco.
Ci sono poi le modalità 32 contro 32. In primis Guerra Terrestre, una modalità simil-Battlefield che altro non è che una partita di Dominio gigante a 64 giocatori. Ma soprattutto c'è la nuova modalità Invasione, anch'essa ispirata alla saga di Electronic Arts, dove una squadra deve catturare obiettivi a catena e l'altra deve difenderli. In questo caso i giocatori sono accompagnati anche da numerosi soldati IA più deboli, come in Titanfall per intenderci, a creare carne da macello e popolare la già caotica mappa, piena di strade, edifici multipiano e molto altro. Naturalmente qui è anche possibile usare mezzi come jeep, elicotteri e molto altro.
Arriviamo quindi al solito sistema di progresso per ogni arma individuale, la possibilità di crearsi classi personalizzate e pressoché tutti i capisaldi del multiplayer di Call of Duty, presenti peraltro anche nelle partite locali e private contro amici o bot. La vera novità qui è la modalità Armaiolo estesa, dove quasi ogni statistica dell'arma è personalizzabile individualmente, e dove è possibile utilizzare varianti pre-installate di ognuna delle armi esistenti. Una libertà pressoché totale nella gestione delle armi, con invece gli altri aspetti delle classi più limitata - quantità fissa di granate, di perk e via dicendo, con il buon vecchio sistema Pick 10 che non fa più capolino da un po'.
Il Pass Battaglia, la modalità classificata e le temute microtransazioni arriveranno invece con l'inizio della Stagione 1 di Call of Duty: Modern Warfare II, in partenza il 16 novembre insieme al lancio anche di Warzone 2.0. Per ora non ci è dato sapere molto, ma è lecito aspettarsi una formula sulla falsariga dell'ultimo Modern Warfare: diverse skin e pacchetti armi a pagamento, un Pass Battaglia da livellare, eventi crossover limitati su Warzone e via dicendo. Non possiamo dunque esprimerci al momento sulla vita a lungo termine del gioco perché parti integranti di questo devono ancora uscire. In compenso non manca la solita, eccellente localizzazione italiana di ogni singolo componente del gioco, doppiaggio compreso, con migliorie tecniche come 4K, HDR, modalità 120hz e Dolby Atmos.
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