Recensione - Redout 2
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Sembra ormai un lontano ricordo quando vedevamo le prime anteprime di Redout degli italianissimi 34BigThings, che allora sembrava quasi un "banale", clone di Wipeout, salvo rivelarsi poi un eccellente ed adrenalinico racer in grado di sostenersi sulle proprie ottime qualità piuttosto che sulla somiglianza con un cult del passato. E dopo il buon spin-off Redout: Space Assault dell'anno scorso, si torna ora finalmente in pista con il nuovo Redout 2. La formula di questo sequel è semplice: eliminare tutto ciò che funzionava meno in Redout, rendere ancora più preciso ed estremo ciò che già risultava brillare, e lanciare i giocatori in circuiti futuristici ancor più sbalorditivi, sui quali sfrecciare a velocità mai viste.Si nota infatti subito uno dei primi cambiamenti rispetto al primo Redout, cioè la quasi totale eliminazione dei diversi poteri e power-up. Scordatevi armi, scudi e via dicendo: il focus di Redout 2 è sullo stile dei boost costanti, con le nostre navicelle dotate di una barra del boost che si ricarica costantemente e che può essere usata in qualunque momento per una scarica di velocità impressionante. Parliamo di velocità che si aggirano sui duemila chilometri all'ora, per intenderci; roba da fare il giro dell'equatore in meno di 24 ore. L'unico limite è il surriscaldamento del mezzo: un eccesso di turbo o di danni subiti dai contatti con muri o altri avversari può mandare il nostro mezzo in frantumi, causando un'attesa di qualche secondo per un respawn.
MX Video - Redout 2
Queste adrenaliniche sfide testa a testa tra bolidi volanti futuristici avvengono in scenari splendidi come una Fuji ultratecnologica e addirittura piste nello spazio. Queste si contorcono, presentano giri della morte, lunghi salti e pieghe che farebbero impallidire persino gli ovali della NASCAR. E la sfida vera è quella di rimanere in pista, di non schiantarsi pur mantenendo medie di velocità semplicemente folli. Tolti i power-up infatti, rimane l'esperienza dura e pura delle gare, tra quelle classiche, sfide a tempo, gare ad eliminazione e via dicendo.
Si trova questo e altro, come anche le gare boss, nella corposa Campagna del titolo, che ci porta a scoprire ogni possibile scenario ed ognuna delle oltre 70 piste a disposizione, facendole provate nella varietà di modalità disponibili. Attenzione però alla difficoltà: fin dal tutorial, il gioco spiega poco e si dimostra altamente esigente, con l'IA che presenta mezzi aggiornati e che raramente sbaglia, lasciandoci così pochissime chance di vittoria in caso finiamo fuori pista con un salto errato o in caso di distruzione del mezzo. È un gioco di tecnica pura, ed è per questo che ritorna lo stile di guida a doppio stick: quello sinistro per curvare la parte anteriore del mezzo come su una macchina stradale, e quello destro per far slittare lateralmente il retro del bolide, permettendo pieghe ancor più estreme in queste montagne russe a velocità supersoniche. La rotazione del mezzo è importante anche nei numerosi saliscendi: siamo infatti chiamati a bilanciare fronte e retro del mezzo per evitare di strusciare sulla la pista, che costa sia in termini di performance che come danni subiti.
Arrivare al podio e accumulare vittorie in questa campagna è indispensabile per sbloccare nuovi eventi, nonché nuovi elementi per potenziare la nostra navicella. Nella customizzazione del mezzo, è possibile scegliere tra numerose carrozzerie differenti con stili di guida specifici, ma anche montare motori, boost e altri elementi potenziati. Questi diventano di fatto indispensabili, perché quando si sblocca un nuovo evento si parte quasi sempre svantaggiati come mezzo - bisognerà pian piano avvicinarsi ai primi in gara per riuscire ad ottenere i potenziamenti necessari per tenergli testa più facilmente. Naturalmente non manca nemmeno la possibilità di ritoccare l'estetica del mezzo, con verniciature sgargianti mirate a mostrare a tutti il nostro stile.
Oltre alla Campagna, è ovviamente possibile anche affrontare gare rapide di ogni genere contro l'IA. Nota dolente invece l'aspetto competitivo del titolo, che non presenta infatti opzioni per il gioco locale in split-screen, e persino l'online è, al momento, limitato al solo matchmaking casuale. In futuro dovrebbe arrivare almeno il ranking competitivo, ma ad oggi le opzioni dell'online sono piuttosto misere.
Discorso ben diverso invece per il lato tecnico. Ho già lodato lo stile egregio e gli spettacolari mondi di gioco realizzati con l'Unreal Engine, ma nella versione Series X testata non manca quasi nulla: risoluzione 4K, supporto HDR e Dolby Atmos rendono questa versione decisamente accattivante, il tutto con prestazioni che sono apparse stabili in ogni condizione di gioco. Infine, per quanto non sia molto rilevante vista la quasi totale assenza di storia e lore nel titolo, notiamo con piacere che ogni testo in-game di Redout 2 è localizzato in italiano.
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