MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Dead Space
copertina

Recensione - Dead SpaceXbox Series X | SGame

A ben 15 anni dal lancio di Dead Space e dopo aver contribuito a rivoluzionare il genere survival horror, EA resuscita i terrificanti Necromorfi con un remake che riprende il titolo originale aggiornandolo e migliorandolo in numerosi aspetti. Scopriamo insieme se questa operazione riesca a reimmergerci con successo nell'orrore della USG Ishimura!
img

Il Gioco

Quando si gioca il remake di un titolo, è chiaro sin da subito che bisogna compiere una grande rinuncia: qualsiasi mistero, colpo di scena o anche solo un dettaglio relativo alla trama è già di pubblico dominio, bisogna quindi rinunciare ad ogni sorpresa, e per un gioco che punta molto sulla componente narrativa e sulla suspance da essa prodotta non è una rinuncia da poco. Fortunatamente sono trascorsi ben tre lustri dall'uscita del primo Dead Space, quindi per tutti quelli con la memoria corta come il sottoscritto sarà quasi come giocare ad un gioco nuovo, inoltre il tempo trascorso porta con sé un'intera generazione di nuovi giocatori che magari non hanno mai sentito nominare questa serie, e quindi possiamo dedicare le prossime righe ad un veloce ripasso della storia che ci condurrà nello spazio profondo.

MX Video - Dead Space

In Dead Space impersoniamo Isaac Clarke, un ingegnere spaziale in spedizione verso il vascello minerario USG Ishimura, una nave di trivellazione planetaria al lavoro nel sistema Aegis. Il compito della nostra spedizione è quello di riparare il sistema di comunicazione della nave, visto che da tempo è impossibile comunicare con loro. Inoltre la nostra fidanzata Nicole è uno degli ufficiali medici a bordo della Ishimura, complicando ulteriormente una situazione che da classica missione di routine con tanto di risvolti sentimentali ha tutte le carte in regola per diventare una vera e propria tragedia. Non appena raggiungiamo la nave diventa però chiaro il problema che ci troviamo di fronte: oltre ad un attracco decisamente poco gentile, la situazione sembra ben più grave di una banale avaria al sistema di comunicazione. Al nostro arrivo non veniamo accolti né dalle guardie né tantomeno da ufficiali, l'equipaggio è scomparso e la Ishimura stessa è in condizioni terribili, certamente non normali. Basterà davvero poco per scoprire che la nave è invasa da alcune creature da incubo che ci perseguiteranno in questa nostra disperata missione: i Necromorfi. Creature aliene grottesche, spaventose, assetate di sangue e dotate di artigli capaci di dilaniare facilmente chiunque ne entri in contatto. Inevitabilmente quella che era una banale missione di riparazione si trasforma in una lotta su più fronti: quella per la nostra salvezza, quella per il recupero di Nicole ed anche il cercare di capire cosa sta succedendo sulla nave da trivellazione. Infatti l'origine di questi abomini non è affatto chiara, non può certamente essere una specie indigena vista la natura disabitata del pianeta Aegis 7, e la presenza di esponenti della setta religiosa Unitology tra i membri dell'equipaggio contribuisce ad infittire un mistero che il gioco ci porterà a svelare.

img
Come dicevo, Isaac è un semplice ingegnere, certamente non il classico marine iper addestrato ed armato fino ai denti, e questo ha un forte impatto su tutto il gameplay, a partire dal movimento del nostro personaggio, non certo agile e scattante, ma piuttosto goffo anche a causa dell'armatura da lavoro, il RIG, che indossiamo nel nostro peregrinare sulla USG Ishimura. Anche il nostro arsenale non sarà composto da armi da fuoco vere e proprie, ma piuttosto da strumenti da lavoro convertiti in apparecchi letali che ci aiuteranno a tenere a bada gli spaventosi Necromorfi. Entra ora in scena uno degli aspetti fondamentali di Dead Space: lo smembramento dei nostri nemici. Per sconfiggere queste mostruosità non è sufficiente scaricare decine di colpi sul corpo, i tipici headshot sono praticamente inutili e capiterà spesso di essere inseguiti da queste aberrazioni anche se decapitate. Per eliminarli abbiamo una sola ed unica opzione: farli letteralmente a pezzi. E' quindi di fondamentale importanza capire i punti di forza delle nostre armi, trovare quelle più efficaci a seconda dei nemici che incontriamo ed agire di conseguenza. Ognuna di esse è ora caratterizzata da una doppia modalità di fuoco che si rivelerà più o meno utile a seconda della situazione, e ne possiamo equipaggiare fino a quattro contemporaneamente, assegnandole alle quattro direzioni del D-Pad. Il nostro arsenale, esattamente come il RIG, è interamente potenziabile e per farlo è sufficiente trovare dei dispositivi chiamati "Nodi" per poi utilizzarli nelle apposite stazioni di vendita. Trovarli però non è semplice e spesso è opportuno perlustrare il vascello palmo a palmo per recuperarne qualcuno, operazione che si rivela utilissima anche nell'ottica del recupero di munizioni, fisiologicamente scarse in ogni Survival Horror che si rispetti, ed anche per dipanare il mistero che si cela dietro a tutta questa oscura faccenda.

img
Oltre a questi strumenti ed ai loro relativi upgrade, possiamo contare anche sul preziosissimo aiuto di altre due capacità che avremo sempre a disposizione. La Stasi, che ci permette di rallentare uno o più nemici facilitando il loro smembramento, e la Cinesi, che ci consente di raccogliere oggetti di fortuna da scagliare contro i nemici - da tubi capaci di infilzarli appendendoli al muro a serbatoi di propellente esplosivo perfetti per occuparsi di gruppi numerosi di Necromorfi - arrivando a sfruttare i resti dei nemici contro loro stessi: possiamo infatti raccogliere gli artigli strappati dai loro arti per infilzarne altri in un tripudio di sadica iperviolenza. Queste due capacità unite alla versatilità del nostro arsenale vanno a creare un gameplay soddisfacente e vario, oltre che terribilmente cruento e, come da tradizione, caratterizzato dalla tipica “pestata” di Isaac. Una volta che avremo sconfitto un nemico sarà utilissimo spappolarlo con il nostro piede per recuperare preziosissime munizioni supplementari. Non mancano anche alcuni puzzle ambientali, tutti piuttosto semplici a dire il vero, che sfrutteranno entrambi questi nostri poteri per poter essere risolti permettendoci di proseguire il nostro cammino.

img
Tutto quello che vi ho descritto finora vale sia per il Dead Space del 2008 che per questo remake, ma sono i ragazzi di EA Motive che tengono a sottolineare il buon numero di novità, piccole e grandi, introdotte con il nuovo titolo. Naturalmente la prima e ben visibile novità è quella rappresentata dalla realizzazione tecnica del gioco che ora sfrutta a dovere il motore Frostbite di DICE, donandoci una USG Ishimura ancora più spaventosa di quanto ricordassimo e di cui vi parlerò a breve. Le novità riguardano anche la storia che fa da sfondo a Dead Space, che ora si arricchisce di nuovi dialoghi che coinvolgono anche lo stesso Isaac (che nel gioco originale era invece completamente muto), di nuove scene, nuove aree ma anche nuovi messaggi di testo e vocali che vanno ad arricchire alcuni dettagli della Lore, arrivando sino a nuove missioni secondarie completamente opzionali che ci permettono di scoprire retroscena assenti dal gioco originale oltre che a piccole ricompense come i sempre graditi rifornimenti di munizioni e medikit. Rifatto da zero anche il doppiaggio italiano, che sebbene (e per fortuna!) perda il nome "pesante" di Dario Argento, può contare su una realizzazione migliorata rispetto al titolo originale.

Tutte queste aggiunte contribuiscono a migliorare ulteriormente una già buona longevità; per completare il gioco al livello intermedio, compiendo tutte le missioni secondarie e perlustrando piuttosto a fondo la Ishimura, ho impiegato poco più di 17 ore, un risultato di tutto rispetto e, una volta conclusa la prima run, abbiamo a disposizione il classico New Game Plus che ci permette di portare in una nuova partita tutti i progressi che abbiamo ottenuto, permettendoci di arrivare anche ad un finale alternativo. Aspetto non certo di poco conto per un gioco che ha una certa rigiocabilità anche per il fatto che è impossibile potenziare completamente tutte le nostre armi in una sola partita, o anche soltanto per metterci alla prova contro Necromorfi più forti e pericolosi.

img
Qualche modifica è stata fatta anche al sistema di potenziamento delle armi, in cui non ci sono più spazi vuoti con Nodi che andavano sprecati, ma ogni singolo Nodo utilizzato garantisce sempre un potenziamento ad uno dei parametri della nostra arma. Anche le zone a gravità zero hanno subito un forte svecchiamento, portandole ai livelli di Dead Space 2 e 3, dandoci quindi completa libertà di manovra grazie all'uso dei propulsori montati sulla nostra tuta. Da sottolineare anche la rinnovata gestione delle ferite ai nostri nemici. I Necromorfi possono ora vantare una sorta di "realizzazione a strati" che viene influenzata dai colpi a cui sarà sottoposta. Col primo colpo dilanieremo la pelle, permettendoci di vedere il muscolo, col secondo colpo renderemo il muscolo a brandelli vedendo l'osso e così via. Un dettaglio che spesso nella frenesia del gioco sarà difficile notare, ma che fa un certo effetto non appena lo vedrete e che si rivela anche utile per dare una misura ai potenziamenti addottati sulle nostre armi. Se potenziate a dovere scopriranno direttamente l'osso anche con un colpo solo rendendo più tangibile l'effetto delle migliorie apportate. Concludo l'elenco di queste modifiche con la doverosa introduzione di un menu dedicato alle opzioni di accessibilità, aspetto giustamente portato agli standard odierni.

img

Amore

Dead Space

- Difficilmente il tempo è clemente con un videogioco, spesso le innovazioni introdotte rendono un gameplay che avevamo adorato ormai vecchio, scomodo, antiquato. Fortunatamente non è il caso di Dead Space, che grazie ad un'attenta operazione di remake si presenta in ottima forma sia tecnicamente che nel gameplay stesso. La combinazione delle mille possibilità offerte dalle nostre armi, unite all'uso di Stasi e Cinesi ed alle particolari debolezze dei vari nemici, rendono il gameplay sempre vario, ricco di possibilità e mai noioso. La costante scarsità di munizioni ci obbliga inoltre all'utilizzo di tutte le armi a nostra disposizione, e anche questo particolare escamotage contribuisce a rendere l'azione sempre viva, facendo di questo remake un prodotto attualissimo, valido tanto oggi quanto lo era allora.

Tecnicamente mostruoso

- Naturalmente la novità più importante e più visibile è quella relativa alla realizzazione tecnica del gioco. Dead Space è disponibile solo sull'attuale generazione di console e su PC, abbandonando quella sostanziosa fetta di pubblico ancora in possesso delle macchine di scorsa generazione. Questa è senza dubbio una grossa rinuncia da parte di EA, ma porta anche indiscutibili vantaggi, specialmente per sfruttare come si deve le nostre nuove Xbox Series X|S. Il motore Frostbite dà sfoggio della sua forza e ha permesso a EA Motive di creare un remake davvero d'impatto. La USG Ishimura non è mai stata splendida, cupa e spaventosa come oggi: grazie ad un sapiente uso del sistema di illuminazione dinamica e delle nubi volumetriche è capace di offrire paesaggi da incubo tra gli angusti corridoi della nave. La resa dei materiali è ottima, a partire dal metallo scintillante della nostra corazza, fino alle fredde pareti interrotte solo dai resti di interiora e sangue dei Necromorfi spiaccicati sopra. Stesso dicasi per tutti gli effetti speciali e per il pregevole sistema di smembramento, ora più dettagliato che mai. Va sottolineata anche la totale assenza di caricamenti o di cambi d'inquadratura per l'intera durata del gioco, in modo da non spezzare mai la tensione che vi accompagnerà dall'inizio alla fine di Dead Space. Come da prassi, il gioco ci permette di scegliere tra due impostazioni grafiche: la modalità standard è quella che potremmo definire Qualità, col frame-rate bloccato a 30 fps e la risoluzione nativa di 4k. Possiamo poi optare per la modalità Prestazioni che, al costo di un lieve calo di definizione, praticamente impercettibile, ci offre un frame-rate ottimo e sempre fluido, inchiodato ai 60 fotogrammi per secondo.

Sound design da urlo!

- Non basta la classica “graficona” a creare la giusta atmosfera, ed è chiaro che Motive ne sia perfettamente consapevole. Il lavoro svolto dal punto di vista del Sound Design è tanto bello quanto spaventoso ed efficace. I rumori prodotti dalla USG Ishimura vi accompagneranno come brividi lungo la schiena, le urla dei Necromorfi in lontananza vi metteranno all'erta, ma non sarete mai pronti agli improvvisi assalti alle spalle, accompagnati da tumultuosi cambi di melodia che produrranno tensione a palate. Non mancano anche fasi di apparentemente calmo silenzio, ma sappiamo tutti che questi brevi momenti difficilmente finiranno bene. Affascinante anche il suono ovattato nelle fasi a gravità zero, a suo modo spaventoso nella sua quiete.

Un'atmosfera unica

- Uno degli aspetti che fece di Dead Space un gioco di culto era la tremenda atmosfera che lo circondava e che ci soffocava dall'inizio alla fine del nostro viaggio sulla USG Ishimura. Aspetto che ritroviamo in questo remake e che anzi è forse reso ancora meglio grazie alla sapiente ricostruzione messa in atto dai ragazzi di Motive. L'unione tra gameplay, la rinnovata veste grafica e l'ottimo comparto audio ci restituisce quella stessa opprimente sensazione che incontrammo 15 anni fa. Certamente i Necromorfi ora fanno meno paura, li conosciamo, ma attraversare un corridoio di un'infermeria abbandonata, con le luci al neon che vanno ad intermittenza e cupi rumori che accompagnano i nostri incerti passi, riesce a regalarci gli stessi brividi che provammo nel 2008.

Odio

Modalità Qualità con qualche problema

- Purtroppo il frame-rate della modalità standard del gioco, quella a 4k e 30 fps, ha qualche sofferenza di troppo. Potendo contare su un pannello con il VRR non ho notato alcun problema durante le fasi di esplorazione, che anzi si sono rivelate persino più fluide del previsto senza farmi sentire la mancanza dei 60 fps. Il discorso cambia però non appena siamo in una fase più concitata come quelle di combattimento. In questi casi infatti il frame-rate perde qualche fotogramma di troppo, presentando degli scatti davvero poco piacevoli.

Sistema di salvataggio antiquato

- Dead Space ha l'ormai irrinunciabile salvataggio automatico, ma offre anche il classico sistema che ci permette di salvare manualmente nelle apposite postazioni. Fin qui nulla di male, anche se penso che la coesistenza di entrambi i sistemi sia eccessiva e, almeno nel mio caso, mi ha portato a spezzare l'azione inutilmente. Il gioco infatti è disseminato di postazioni di salvataggio, ce ne sono davvero tante e, trovandomele di fronte, spesso finiva che le usavo tutte o quasi anche se, essendoci comunque un sistema di autosalvataggio in background, la cosa era praticamente inutile. Probabilmente eliminando tutte quelle postazioni avrei evitato inutili interruzioni.

Qualche crash di troppo

- Questo è un difetto che segnalo ma che potrebbe non avvenire a molti di voi: tra quelli di noi della redazione che hanno avuto la possibilità di giocare a Dead Space, io sono il solo ad aver sofferto di vari crash improvvisi ed apparentemente immotivati durante il gioco, quindi potrebbe non essere un problema del titolo quanto piuttosto della mia console. Mi sembrava però giusto segnalarlo: durante le 17 ore di gioco che mi hanno portato al finale, ho contato 8 episodi di crash che mi hanno costretto a riavviare il gioco e continuare dall'ultimo salvataggio.

Tiriamo le somme

Dead Space torna finalmente sui nostri schermi, e lo fa nel migliore dei modi. Il lavoro di rifacimento compiuto da EA Motive è ottimo e segue fedelmente le impronte lasciate per terra dalle pedate di Isaac in tutti questi anni. Il rispetto per il titolo originale c’è, e tutte le novità introdotte non snaturano minimamente il gioco, anzi lo migliorano sotto praticamente tutti i punti di vista. Dal nuovo e maestoso impianto grafico, passando per un comparto audio letteralmente da urlo, un nuovo doppiaggio italiano arricchito di tante linee di testo inedite, arrivando a qualche aggiustatina al gameplay che evita completamente di farci sentire il peso dei 15 anni trascorsi, fino ad una lore opportunamente approfondita e resa coerente coi seguiti, questo remake merita di essere giocato sia dai fan di vecchia data che da nuovi giocatori pronti a farsi rapire dal fascino oscuro della USG Ishimura. Questo Dead Space centra in pieno il proprio bersaglio, confermandosi come una pietra miliare del genere horror ed un titolo da avere assolutamente nella propria collezione.
9.0

c Commenti (22)

copertina

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...