Recensione - Somerville
Il Gioco
La potenza del Sole, nella sua immensità, è la prima cosa che vediamo una volta cominciata la nostra avventura in Somerville. Una potenza incandescente che viene minacciata (o forse ammirata?) da un oggetto geometrico artificiale, la cui origine va ricercata nelle profondità dell’universo. Stacco. Una splendida melodia ci introduce ad un freddo e nebbioso pomeriggio, dove un’auto sfreccia tra le strade di campagna, mentre si avvicina ad un vecchio casolare. In quell’automobile ci siamo noi, con la nostra famiglia. Quella casa è la nostra meta, una promessa dove passare un weekend rilassante in compagnia della nostra famiglia. Un momento intimo, dove lasciarsi alla spalle il caos cittadino e poter dedicare il proprio tempo agli affetti. Una moglie, un figlio e un fedelissimo cagnolino. Un ritratto familiare perfetto, che però verrà presto frantumato da una catastrofe imminente.
MX Video - Somerville
Mentre ci siamo appisolati davanti alla televisione in compagnia della nostra compagna, veniamo infatti bruscamente svegliati dal pianto disperato di nostro figlio, intento a raggiungere una misteriosa luce proveniente dall’esterno della casa. In quel momento capiamo che qualcosa non va. La televisione non emette alcun segnale e luci viola artificiali sorvolano i cieli cupi della campagna circostante. Infine Loro arrivano, con un boato che frantuma il cielo. Oggetti misteriosi si schiantano sulla superficie della Terra, obbligandoci a cercare riparo nella cantina della casa. Lì entriamo in contatto con un essere che ci fa dono di un grande potere, ma che ci separerà dalla nostra famiglia. Così, tra le devastazioni di un mondo tacito, il nostro protagonista inizia il suo viaggio alla ricerca di risposte, della sua famiglia e forse della chiave per sconfiggere la mortalità stessa.
Questo è l’incipit di Somerville, avventura sviluppata da Jumpship, team di sviluppo britannico che comprende alcune delle menti dietro ai gioielli videoludici Limbo e Inside. E le somiglianze con queste opere sono palesi, ma con un'importante novità sostanziale che stravolge completamente il gameplay: la terza dimensione. Qui infatti il protagonista può esplorare l’ambiente liberamente in ogni direzione, aprendo a nuove possibilità in fatto di interazione e puzzle ambientali. Il gioco infatti rimane ancorato alle sue radici, proponendosi come un’avventura esplorativa dove gli enigmi sono gli ostacoli principali che ci separano dalla nostra meta.
Tutti gli estimatori di Limbo e Inside saranno felici di apprendere che Somerville riprende a piene mani la filosofia minimalista che strutturava le precedenti opere. Niente HUD con indicazioni, menu e obiettivi a schermo: siamo da soli mentre vaghiamo per i desolanti livelli, intessuti attorno a una narrazione completamente implicita, a dover capire cosa fare, dove andare e soprattutto capire di cosa siamo capaci. Perché, come accennato, il nostro protagonista entra in contatto con uno strano potere che permette di rimodellare la materia aliena che sembra ricoprire molte aree della superficie terrestre. Potremo quindi sciogliere muri e blocchi di Materia, portandoli allo stato liquido (per attraversarli a nuoto, magari) oppure solidificarli plasmando piattaforme e scale da attraversare. Il tutto senza tralasciare puzzle ambientali più classici, ma mai banali, che ci chiedono di interagire con leve, meccanismi, piattaforme, cavi elettrici e quant’altro, tutto ciò che è necessario per poter proseguire nel nostro viaggio. Le cose si fanno decisamente interessanti quando le varie meccaniche si fondono, chiamandoci a usare i nostri poteri sulla Materia aliena da utilizzare in maniera sinergica con le strumentazioni umane.
L’avventura si svolge attraverso 14 capitoli totali, per una durata complessiva di cinque o sei ore, a seconda di quanto sarete bravi a risolvere i vari enigmi. La varietà degli ambienti da esplorare è sufficientemente vasta da spezzare qualsiasi ripetitività, con scenari ambientati nelle campagne rurali, miniere, festival musicali e altri scenari. A impreziosire questi luoghi troviamo un clima cupo e ovattato, fatto di lunghi silenzi che potrebbero celare un pericolo in agguato, enfatizzato da boati meccanici provenienti dalle misteriose strutture che fluttuano nel cielo sopra le nostre teste. Perché se è vero che il gioco non propone nessun sistema di combattimento, questo non vuol dire che non saremo braccati dagli esseri extramondo, la cui nostra sola esistenza potrebbe rappresentare per loro la più grande minaccia. Questi elementi funzionano e non fanno altro che accrescere la curiosità per ciò che avviene a schermo, mentre ci facciamo strada con l’ingegno attraverso l’ignoto.
Inoltre l’unico alleato che abbiamo per buona parte dell’avventura è il nostro fido cagnolino, unico punto di contatto con la famiglia scomparsa. Nonostante non sia possibile interagire con lui, vi ritroverete più una volta a preoccuparvi per la sua vita. Complici le atmosfere cupe e grigie che avvolgono il nostro viaggio, dove quindi la presenza del nostro amico peloso sarà un toccasana per l’angoscia circostante.
Come già detto, il gioco è privo di HUD e indicatori, il tutto condito da un sistema di controllo piuttosto semplice. Con la levetta sinistra si controlla il personaggio attraverso i livelli di gioco, con il tasto A si interagisce con i vari elementi presenti nello scenario come appigli e leve, mentre l’uso dei grilletti è riservato ai due poteri del protagonista. Il primo ci permette di sciogliere la Materia aliena, mentre con l’altro avremo modo di solidificarla. L’interazione con l’ambiente si limita solamente allo stretto indispensabile per poter risolvere gli enigmi, oggetti e materiali tra l’altro ben identificabili all’interno dello scenario di gioco. A differenza di titoli come Inside e Limbo, dove la risoluzione degli enigmi presentava una marcata dinamica “trial and error”, qui le cose si fanno differenti. E' raro perire per un nostro approccio sbagliato ai puzzle, per quanto sia effettivamente possibile. Fortunatamente la folta presenza di checkpoint elimina qualsiasi forma di frustrazione.
Sul versante visivo il gioco propone degli scenari mostruosamente suggestivi. La gamma cromatica utilizzata aumenta enormemente la sensazione di solitudine del nostro protagonista, senza mai eccedere come avveniva in Limbo e Inside. Qui è tutto più realistico, il mondo di gioco è facilmente riconoscibile e plausibile. Inoltre sono presenti alcune cinematiche che in alcuni punti della storia diventano essenziali per mandare avanti il racconto. Per quanto riguarda il lato sonoro, l’opera si muove più che bene, con un campionario di suoni efficaci e suggestivi, soprattutto per quanto riguarda gli elementi extraterrestri. La colonna sonora è affascinante, con pochi brani che emergono nei momenti più drammatici, spezzando i silenzi angusti e minacciosi che ci accompagnano durante l’avventura. Il gioco presenta pochissime opzioni, con la possibilità come unico extra di poter rigiocare i capitoli sbloccati. Somerville si presenta infine completamente tradotto in italiano, solo nei testi visto che non è presente alcuna battuta parlata.
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