Recensione - Crysis Remastered Trilogy
Il Gioco
Per chiunque segua il mondo videoludico da un po' di anni, è impossibile non conoscere Crytek. Lo studio tedesco che nel 2004 sviluppò il primo Far Cry, mettendo in mostra enormi capacità tecniche ed entrando nel giro di pochissimo tempo nell’olimpo degli sviluppatori più apprezzati sul mercato. Arrivò poi Crysis, che riuscì a stupire tutti per la grafica avanzatissima, tanto che era difficile trovare una configurazione PC in grado di farlo girare al meglio (si dice che neanche in Crytek avessero PC all'altezza); e questo non perché non ottimizzato, ma semplicemente perché "pompava" la grafica in una maniere mai vista prima. Il resto è storia: Crysis diventò un titolo di culto, trasformandosi anche per diversi anni in un vero benchmark per le prestazioni dei PC, dando vita all'ormai famosa frase “Ci gira Crysis?”. Ancor'oggi abbiamo un bellissimo ricordo del primo Crysis, ma la serie non ha avuto solo successi. Crysis 2 e Crysis 3 sono arrivati anche su console e i compromessi tecnici hanno reso la serie più debole dal punto di vista delle novità e soprattutto delle possibilità offerte, cosa comprensibile visto lo stacco tra Xbox 360/PS3 e PC in termini tecnici, ma la diffusione incredibile del mondo console non poteva essere ignorata dallo studio teutonico.
MX Video - Crysis Remastered Trilogy
Crysis 2 fu una delusione per tutti: il gioco faceva passi indietro su quasi tutti i fronti rispetto al primo capitolo, e nonostante usasse lo stesso motore grafico ma aggiornato per funzionare anche su console, il gioco non riuscì a mostrare un reale avanzamento tecnico o ludico rispetto al primo capitolo, bensì l’opposto. Per molti fu una grossa delusione e fece iniziare a cadere Crytek in un burrone dal quale, ancora oggi, prova a risalire ma con scarsi risultati. Questo anche perché Crysis, come serie, non ha chissà poi quale trama memorabile: era più la proposta ludica che colpiva il giocatore e lo immergeva nell’azione, con degli spazi aperti che sembravano infiniti, possibilità diverse di approccio, ed un'azione frenetica al cardiopalma. Al tutto poi si aggiungeva il fronte tecnico/visivo che riusciva a presentare visuali quasi fotorealistiche e che, ancora oggi, 14 anni dopo, riesce a stupire.
Nella Crysis Remastered Trilogy il lavoro di svecchiamento prevede l’inserimento di tante nuove tecnologie moderne che mostrano i muscoli del gioco a distanza di anni, e possiamo dire che ci riescono benissimo, soprattutto su console che è sempre stato il tallone d’achille di Crytek. Qualcuno ricorda Ryse: Son of Rome? Tutti sicuramente per l’incredibile dettaglio visivo che oggi, dopo quasi dieci anni, è ancora incredibilmente elevato, ma profondamente limitato su tutti gli altri aspetti. Per quanto concerne Crysis Remastered Trilogy, invece, le migliorie sono state scalate bene sulle potenzialità delle console, dandoci la possibilità di scegliere tra una modalità che dà priorità al frame-rate ed una che predilige la risoluzione. Il primo gioco della trilogia, rimasterizzato già l'anno scorso, include inoltre una terza opzione per attivare il ray-tracing, mentre questa possibilità è assente negli altri due.
Partiamo dall’analisi di ogni gioco presente nella Crysis Remastered Trilogy, partendo dal primo leggendario episodio. Crysis esce nel 2007 su PC, solo anni dopo arrivò su Xbox 360 tramite un remake che non rendeva giustizia all’originale. Siamo nel 2020 e il Dr Rosenthal invia un messaggio criptico che spiega di alcune scoperte che possono cambiare il mondo e qui il nostro protagonista, Jake Dunn, nome in codice Nomad, dovrà scoprire cosa rappresenta questa scoperta e cosa sta succedendo nel mondo. Il gameplay è strutturato sulla base di 11 livelli divisi per capitoli, per dare maggior enfasi alla storia narrata e vede il protagonista sfruttare un nuovo tipo di tecnologia per combattimento e infiltrazione, la Nano-Muscle Suit, dove in ogni momento di gioco è possibile scegliere quattro diverse modalità d'uso della tuta: "corazza", "forza", "velocità" e "infiltrazione". La prima modalità permette di assorbire maggiormente i danni provocati dai nemici, utile quando vogliamo buttarci nella mischia con tenacia e determinazione, mentre la seconda di aumentare la forza fisica permettendoci di fare dei salti molto più grandi rispetto alla norma e di aumentare la forza muscolare, scagliando via i nemici con maggiore semplicità. La terza modalità d’uso è quella di correre di più e ricaricare più velocemente le armi, utile quando ci si vuole spingere in mezzo alla folla con una velocità maggiore per sorprendere i nemici e cercare un approccio strategico diverso, mentre la quarta attiva una invisibilità parziale che ci permette di infiltrarci senza farci vedere, anche se toccherà sempre a noi riuscire nell’impresa.
Crysis 2 è l’anello debole della trilogia e ancora oggi a distanza di anni, quando lo si gioca ci si chiede come sia possibile fare così tanti passi indietro rispetto al primo capitolo. Certo, per Crytek il mondo console era praticamente sconosciuto, quindi qualche scivolone ci poteva stare, ma non che limitasse anche il mondo PC e soprattutto le possibilità del gioco. La storia qui vede come protagonista Alcatraz, marine statunitense il cui compito è quello di trovare il Dr Nathan Gould, che ha importanti informazioni sull'epidemia aliena che sta colpendo New York City. Le cose non vanno come dovrebbero andare e la nave di Alcatraz viene quasi distrutta da una navicella aliena, uccidendo praticamente tutta la squadra e rendendo il protagonista ormai finito, ma arriva in suo soccorso Prophet che ci dona la Nano-Tuta 2.0, capace di curare tutte le sue ferite. Qui la struttura dei livelli è lineare e chiusa, anche profondamente limitata ed è questo che ha fatto infuriare la schiera di fan che attendevano come il messia questo capitolo. Sul fronte della remastered, Crysis 2 rimane comunque un bel vedere, ma basta avviarlo per sentire quel profumo di occasione sprecata, perché nonostante il lavoro di svecchiamento funziona, rendendo il titolo graficamente bello da vedere e con una New York City che brilla, il suo game design è invecchiato così male che, nonostante i miglioramenti tecnici, risulta un gioco vecchio che non può dare di più.
Con Crysis 3 siamo nel 2047, ben 24 anni dopo gli eventi del secondo capitolo. La forza militare C.E.L.L ha il pieno comando di New York dopo gli eventi del prequel e ormai l’umanità per sopravvivere alle problematiche dovute a causa del virus alieno, deve lavorare per loro per non morire. Washington è in ginocchio e l’umanità sempre più povera. Il protagonista, di cui non faccio nome perché rappresenta uno spoiler, ha delle visioni che vedono l’umanità mondiale prossima all’estinzione e insieme ad un suo compagno, cercherà di evitare questa previsione, anche se, pare, sia impossibile da evitare. La differenza di Crysis 3 rispetto è che rappresenta un ibrido perfetto tra il primo e il secondo capitolo: I livelli sono ancora chiusi se paragonati al primo capitolo, ma sono decisamente più aperti rispetto al secondo. Questo dà maggiore possibilità di approccio e di sfruttare al meglio anche le abilità della nano-tuta. Dal punto di vista del lavoro di rimasterizzazione, Crysis 3 è senza dubbio quello graficamente più bello da vedere e quello più vicino alle produzioni odierne. Graficamente, rispetto agli altri due, mostra delle sequenze davvero spettacolari e migliora veramente tanto il comparto tecnico del gioco rispetto alle controparti Xbox 360 e PS3. Ovvio direte voi, ma sappiamo bene che non sempre è così e spesso questi lavori di rimasterizzazione non danno enormi benefici.
Tutti e tre i giochi presentano infine la localizzazione italiana di testi e voci come in origine, quindi anche chi ha problemi con l'inglese potrà goderseli appieno.
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