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Shantae: Risky's Revenge - Director's Cut

Recensione - Shantae: Risky's Revenge - Director's CutXbox One DigitalGame

WayForward porta su Xbox l'inedito secondo episodio della saga di Shantae, Shantae: Risky's Revenge - Director's Cut, uscito nel 2010 su Nintendo DSi. Se avete apprezzato gli altri episodi della serie platform con la simpatica genietta, scoprite cosa vi attende in questo vecchio/nuovo capitolo.

Il Gioco

Certamente un percorso insolito quello fatto dal secondo capitolo di Shantae. Uscito nel 2010 come titolo digitale per Nintendo DSi, ha ricevuto un port mobile l'anno successivo. Dopo qualche anno di pausa e aver saltato le console della settima generazione (Xbox 360, PlayStation 3 e Wii), tra 2014 e 2016 è arrivato anche su PC, PlayStation 4 e Wii U, proprio mentre uscivano terzo e quarto capitolo su pressoché ogni piattaforma. Infine, dopo altri quattro anni di attesa, questo spesso dimenticato capitolo giunge ora su Xbox e Nintendo Switch. Non è chiaro come mai ci abbia messo un decennio ad arrivare su Xbox, ma meglio tardi che mai.

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Questo grande ritardo significa che, inevitabilmente, andiamo a riscoprire le origini di Shantae rispetto ad alcuni dei capitoli recenti, sia per quel che riguarda la storia che soprattutto per il gameplay. La protagonista Shantae, che è per metà un genio della lampada, dovrà di nuovo vedersela con la temibile piratessa Risky, affrontata già nel primo capitolo su Game Boy Color che, a proposito di port confusionari, uscirà a breve con un nuovo remaster ma solo su Nintendo Switch.

MX Video - Shantae: Risky's Revenge - Director's Cut

Trattandosi di un salto nel passato, scordatevi il game design più moderno degli ultimi capitoli, nel bene o nel male. La difficoltà dei combattimenti, la richiesta di precisione nei segmenti platform e la complessità delle mappe si sono certamente abbassate per il recente Shantae and the Seven Sirens, con questo capitolo che porta il suo platform bidimensionale a livelli anche sorprendentemente estremi. Già dopo un'oretta di gioco infatti ci si trova a doversi destreggiare tra piattaforme mobili da colpire in movimento, sezioni a tempo, sequenze puzzle relativamente complesse, il tutto con una barra di salute inizialmente piuttosto ridotta. Elemento chiave sono naturalmente le trasformazioni di Shantae, che può mutare in animali differenti.

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Anche la difficoltà degli incontri coi nemici è decisamente più punitiva rispetto ad alcuni dei capitoli più recenti. Ben presto infatti si iniziano a trovare nemici volanti, corazzati, dovendo così mettere in campo le proprie capacità. Inoltre, reduce da un design di un'altra epoca, i nemici in molti casi rinascono anche avendoli superati di pochi metri, senza nemmeno dover per forza cambiare livello per vederli tornare. Attenzione quindi anche al backtracking! Non siamo sicuramente a livelli di difficoltà estremi di Super Meat Boy e N++, ma la sfida generale è sicuramente più impegnativa dei capitoli recenti della saga.

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Interessante il design delle aree, che in molti casi prevedono diversi livelli sovrapposti, tra i quali il giocatori può balzare in punti specifici, come fossero delle corsie. Ci sono infatti numerosi segmenti dove si affronta una sezione, avendo però visione delle aree parallele sul fondale, potendo così avere già uno scorcio di quanto si dovrà superare dopo. A questo proposito c'è la mappa del gioco, che ben indica queste zone parallele, anche se in genere è un sistema di navigazione piuttosto antiquato e limitato rispetto agli episodi recenti, mostrando infatti sempre l'intera struttura del gioco, rendendo complesso talvolta capire dove ci si trova esattamente.

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Per il resto, aspettatevi il ritorno di tanti personaggi storici della saga, alcuni dei quali chiedono al giocatore di fare quest sia obbligatorie che opzionali, alcuni dei quali richiedono anche un po' di risoluzione di enigmi ed esplorazione attenta in dungeon decisamente labirintici. Ci sono anche una serie di combattimenti boss, con l'intero gioco che può come sempre essere completato in circa 5 ore, qualcosina in più per chi punta ad esplorare tutto. La rigiocabilità è incoraggiata dal gioco con diversi finali alternativi, anche se il gameplay non presenta cambiamenti vistosi da una partita all'altra.

Amore

Un'altra epoca di Shantae

- Non che la maggior parte dei fan della saga giochi per la trama imprevedibile o memorabile, ma ha sempre fatto strano che su Xbox One fossero giocabili solo terzo, quarto e quinto capitolo della saga, con i primi due assenti, anche perché i riferimenti ad eventi e personaggi del passato continuavano ad esserci. Con questo remaster in alta definizione del secondo capitolo si può finalmente tappare qualche buco di trama, in attesa di vedere anche il remaster del primo episodio che, ahimé, al momento non è previsto su Xbox. Il gameplay non avrà la varietà degli ultimi episodi, ma è interessante scoprire (o riscoprire, per chi già avesse giocato a questo capitolo in passato) vecchie scuole di design dello sviluppatore.

Vistoso upgrade grafico

- I coloratissimi "pixelloni" 2D della versione Nintendo DSi hanno il loro fascino, ma questo remaster gli affianca una presentazione moderna con menu e cut-scene in alta definizione, disegnati in stile fumetto come nei capitoli recenti. Rifatti da zero i disegni dei personaggi, delle ambientazioni, anche se le cutscene rimangono dei testi scritti sotto il disegno dei personaggi invece di essere animati o doppiati a voce. Anche inventario e mappa sono stati resi in alta definizione, mantenendone però nel bene e nel male le loro funzionalità come erano a suo tempo. Certamente il modo migliore di giocare a questo spesso dimenticato capitolo della saga.

Severo ma giusto

- Un problema del recente Shantae and the Seven Sirens era sicuramente la difficoltà bassa. L'accessibilità è cosa buona e giusta, ma per chi conosce abbastanza bene la saga come me ed è pratico coi platform bidimensionali, il livello di sfida era pressoché inesistente, con persino i boss battibili al primo tentativo con qualche pozione nell'inventario. Non è certamente il caso di Shantae: Risky's Revenge - Director's Cut, dove ci sono numerosi nemici difficili da superare senza perdere salute, sezioni platform dove tempismo e precisione richiesti sono davvero elevati, e con i boss che tornano ad essere una vera sfida. A parte però la gestione dei checkpoint, di cui parleremo nel primo punto Odio, la difficoltà è sembrata sempre leale ed onesta, offrendo dunque una prova eccellente anche per chi è già familiare con la saga e cerca sfide nuove.

Odio

Elementi datati

- Se da un lato è apprezzabile l'approccio old school del titolo per quel che riguarda le sezioni platform e la difficoltà, ci sono numerosi componenti del gioco che sono decisamente superati, anche dai capitoli più recenti della saga. La gestione dell'inventario è scomoda. La mappa consultabile in ogni momento non è altro che una versione HD di quanto visto nella versione originale DSi, che era decisamente poco pratica e pensata per uno schermo molto più piccolo e con una risoluzione bassissima. Davvero fin troppo sparsi anche i checkpoint che portano facilmente a bloccarsi qualora si faccia scattare un salvataggio in un'area particolarmente difficile e senza pozioni con sé, specialmente con tanti nemici che rinascono anche una volta che il loro spawn non è più a schermo, rendendo certe sezioni piuttosto ripetitive. Insomma, l'età di questo secondo capitolo della saga di Shantae si fa sentire.

Meno varietà rispetto ai capitoli recenti

- Rispetto poi agli ultimi episodi della saga, inevitabilmente anche la varietà non è certo paragonabile. Meno trasformazioni, situazioni di gioco più ripetitive, oggetti acquistabili in minor quantità, e così via. Sembra dunque un parziale passo indietro rispetto agli ultimi Shantae usciti, che è normale visto che si tratta del remaster di un vecchio episodio, ma d'altra parte se esso esce con così tanto ritardo sulle console Microsoft è inevitabile fare confronti.
7.8

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