Recensione - Torchlight III
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Sarei curioso di leggere un giorno una lunga intervista a qualche sviluppatore di Runic Games, lo studio che ha dato la vita alla fortunata saga di giochi di ruolo Torchlight, per capire come siano andate le cose. La serie è partita come promettente gioco di ruolo d'azione da ex-sviluppatori Blizzard che volevano creare un Diablo in miniatura con tanti piccoli accorgimenti, ed ha poi avuto anche un un ambizioso e massiccio sequel che l'ha battuto in tantissimi aspetti. Poi s'è rotto qualcosa: alcuni titoli indie di minor rilievo, l'inizio di un travagliato sviluppo di il terzo capitolo, ed infine la chiusura di Runic Games. Il publisher Perfect World Entertainment ha quindi assegnato il progetto di Torchlight III al molto meno noto Echtra Games di San Francisco. Il titolo fu inizialmente annunciato come un gioco di ruolo online, ma i primi test aperti al pubblico sono stati deludenti, spingendo gli sviluppatori a ritornare alla lavagna per trasformare il progetto in un sequel classico.
E dopo qualche mese di Early Access su Steam, Torchlight III approda finalmente anche sulle nostre console. Come da tradizione per la saga, la storia è basilare se non addirittura banale, con i classici eroi fantasy che devono salvare il mondo dal precipizio, causa invasione demoniaca che i semplici soldati non sono riusciti a fermare. Si sceglie dunque una classe per il protagonista (arciere, barbaro e così via), se ne personalizza l'aspetto e il nome, e ci butta immediatamente nei pericolosi dungeon. Notiamo subito che lo stile grafico rimane vagamente cartoonesco, ma punta a uno stile un po' più realistico (nonché meno riconoscibile) rispetto ai giochi precedenti, e francamente anche un frame-rate ballerino lascia una prima impressione altalenante.
MX Video - Torchlight III
Ma bastano pochi secondi di gioco per capire che si tratta, nonostante tutto, della formula Torchlight che abbiamo tanto apprezzato in passato: visuale dall'alto e nemici in abbondanza da abbattere con una grossa varietà di armamenti e magie. Nonostante si scelga infatti fin da subito un ruolo classico da gioco di ruolo, come il mago o l'arciere, il titolo permette una notevole personalizzazione del proprio stile di gioco. Ci sono infatti numerose armi totalmente distinte equipaggiabili, da armi da fuoco a mano singola o doppia fino a micidiali spadoni per il corpo a corpo, passando per staffe magiche e scudi. Se in tanti giochi di ruolo il sistema di progresso delle magie è abbastanza lineare, in Torchlight III c'è fin da subito una notevole libertà, permettendo al giocatore di scegliere tra tantissimi effetti passivi o magie da attivare manualmente per rinforzare sé stessi e gli alleati, qualora si giocasse in cooperativa, opzione disponibile fino a 4 giocatori online.

Si tratta nel bene o nel male di un sequel che si accontenta per lo più di riproporre quanto visto nei precedenti capitoli, e infatti tornano anche capisaldi della serie come gli animali, utilizzabili come boost per il combattimento, per avere un inventario più capiente e anche per mandare loro al villaggio a vendere il loot inutile al posto nostro. Il tentativo iniziale di far diventare il gioco un MMO però si fa vedere in diverse novità. Alcune sono di poco conto, come la presenza di tre differenti battle pass che sbloccano loot, riserve di monete e oggetti in base allo stile di gioco. Ma soprattutto la presenza di forti personalizzabili, dove il giocatore può creare edifici e decorazioni di ogni genere, che poi portano anche boost alle proprie statistiche di combattimento. Queste aree personali non sono particolarmente originali o essenziali per godersi il titolo, ma è piacevole sfoggiare un proprio villaggio quando arrivano altri giocatori.

Per il resto, chiunque abbia passato ore e ore su giochi come Diablo, Neverwinter Nights, Titan Quest o Torchlight stesso sa più o meno cosa aspettarsi. Le aree di gioco sono affrontate in un percorso lineare, anche se il giocatore può sempre accettare quest secondarie che lo portano in luoghi meno visibili e dungeon opzionali. Una notevole quantità di magie e loot permettono a chiunque di crearsi un proprio stile di gioco attraverso la lunga campagna, con la presenza di numerosi opzioni di difficoltà estreme e boss tosti per impegnare nell'endgame anche i giocatori più abili e "livellati". Si tratta in fin dei conti di un nuovo sviluppatore che cerca di catturare la magia di Torchlight per la prima volta, non osando dunque allontanarsi troppo dalla formula originale, risultando così in un prodotto prevedibile, sicuro, ma anche efficace. Il gioco è infine tradotto in italiano, anche se ci sono numerosi segmenti che sembrano essere sfuggiti ai traduttori rimanendo in inglese.
Commenti
mio fratello ha reinstallato D2 durante lo scorso lockdown ed effettivamente è ancora molto figo. poi quell'atmosfera è e rimarrà indimenticabile. D3 l'ho giocato su switch un paio di anni fa ed era la versione completa. sinceramente non mi è dispiaciuto. c'era tutto il discorso dei portali che cmq mi ha involgiato a giocarlo molto.
@Fra non penso che sia nostalgia.. ho rigiocato a Diablo 2 poco tempo fa...cé ancora molta attivita sul gioco... D2 è ancora oggi molto meglio di D3... L'Ultimo diablo è stata una delusione per me con un end games noioso
@baboy io ho giocato direttamente la versione ripulita di Diablo 3 su switch e mi è piaciuto da morire. Nulla a che vedere con le sensazioni che ancora mi suscitano diablo1 è 2 ma forse lì c'è anche un forte effetto nostalgia che si fa sentire. Fatto sta che, come dici tu, questo torch light l'ho trovato un giochetto senza troppe pretese se devo confrontarlo con i grandi classici del passato. Mi è sembrato veramente senza un vero mordente di fondo. L'ho finito quasi controvoglia e ho zero voglia di metterci mano di nuovo...
Diablo 3 al lancio, a parer mio, non raggiungeva le vette di Torchlight 2. Tenete presente che mancava un vero e proprio l'in-game, c'era ancora il controverso sistema delle aste, non c'erano le Stagioni, le espansioni varie ancora nemmeno l'ombra, niente varchi, e così via. Torchlight 2 invece era già uscito molto carico di contenuti, con un endgame corposo e una personalizzazione delle build impressionante. Sono d'accordo sul fatto che la versione Xbox One, già estesa e patchata di Diablo 3 sia un prodotto superiore, del resto il budget e l'esperienza di Blizzard non è facile da battere. Ma questa saga ha sempre fatto cose notevoli considerando i mezzi, e vedere un passo indietro così è un peccato. L'ho trovato abbondantemente godibile come gioco, ma sia chiaro che non è né a livello dei capitoli precedenti, né di classici come i vari Diablo o Neverwinter Nights.
Il primo bellissimo, il secondo un pò "mhe".... Non lo paragonerei neanche lontanamente a Diablo 3. L'ho trovato veramente anonimo. Se questo è pure peggio, penso di lasciarlo sullo scaffale a meno di offerte irrinunciabili
Li hanno sempre paragonati a Diablo, ma li ho sempre trovati di una noia mostruosa. Belli i primi 5 minuti, poi tutto uguale. Cosa avrebbe migliorato il 2 rispetto a Diablo 3? Il pet che torna in città al posto tuo? Se parliamo della prima versione di Diablo 3 ok, era una schifezza. Ma quest'ultima si mangia Torchlight a colazione, pranzo e cena! :)
Io ho adorato il primo, meglio che recuperi il secondo da come avete scritto...