Recensione - Peaky Blinders: Mastermind
Il Gioco
Birmingham, quartiere di Small Heath, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale; gli uomini della famiglia Shelby nonché capi della banda dei Peaky Blinders - Arthur, Thomas e John - sono appena tornati dalla guerra e vogliono festeggiare il loro ritorno, per far sapere a tutti che la banda è tornata, rubando un carico di champagne dalla famiglia rivale dei Gilroys. Il colpo riesce, ma i Gilroys non vedranno di buon occhio l'affronto e si prepareranno sicuramente a rendere loro pan per focaccia; inoltre l'assassinio di un membro della locale comunità cinese rischia di essere il classico fiammifero in grado di far saltare in aria come una polveriera l'intero quartiere. Tommy dovrà quindi utilizzare tutta la sua arguzia per capire cosa stia accadendo, facendo le mosse giuste per assicurare alla famiglia Shelby il dominio su Small Heath.Peaky Blinders: Mastermind si propone come prologo ufficiale alla prima stagione di Peaky Blinders, e come tale si rivolge sia ai fan della famosa serie TV di BBC e Netflix, che saranno sicuramente interessati a scoprire i primi passi mossi da Thomas Shelby a Small Heath, che a chi non ha mai visto la serie TV, visto che gli eventi narrati non richiedono una conoscenza pregressa di luoghi e personaggi. Quel che serve sapere è solo che Tommy è noto per avere la grande capacità di ordire piani complessi per raggiungere i suoi fini, e che qui inizierà a muovere i primi passi in questo ruolo mostrando le sue abilità.
MX Video - Peaky Blinders: Mastermind
Le capacità di "orchestratore" di Tommy sono anche alla base dell'idea per il gameplay di Peaky Blinders: Mastermind, che si rivela peraltro essere particolarmente originale, tanto che che è stata una vera sorpresa vedere un'idea inedita applicata ad un titolo su licenza come questo. Il concetto è semplice: ogni missione del gioco (ce ne sono 10 in tutto) vede alcuni membri della banda dei Peaky Blinders collaborare per raggiungere uno o più obiettivi, e sta a noi controllarne le mosse muovendoli su mappe con visuale isometrica che riproducono specifiche aree di Small Heath, sia tra strade e vicoli che all'interno di bar, magazzini, abitazioni ed altri edifici. Ogni membro ha abilità particolari che possiamo sfruttare: Tommy può parlare con alcune persone chiedendogli di fargli dei favori (il che si traduce nella possibilità di controllare quelle persone per una decina di secondi), il piccolo Finn può intrufolarsi in passaggi stretti, Polly può passare inosservata davanti alle guardie, scassinare le serrature e corrompere alcune per chiudere gli occhi davanti ai membri della famiglia, Arthur sa menare le mani e così via.
Tutto questo avviene in tempo reale mentre guardie, nemici e gli altri abitanti di Small Heath procedono con le loro ronde e routine giornaliere. Messo così, Peaky Blinders: Mastermind potrebbe sembrare non troppo dissimile da titoli stile Commandos e Desperados, ma c'è in realtà una differenza che muta radicalmente la formula di gioco rendendo il titolo più simile ad un puzzle tattico. Non solo possiamo controllare direttamente i diversi membri del clan disponibili in ogni missione, ma abbiamo anche la possibilità di riavvolgere il tempo a piacimento, fino all'inizio della missione, se vogliamo, per "riscrivere" le azioni fatte dai personaggi in qualsiasi momento. Sotto la schermata con l'ambiente di gioco c'è infatti una sorta di tracciato temporale simili a quelli dei programmi di editing audio o video, dove ogni "traccia" rappresenta le azioni dei singoli personaggi; qui possiamo riavvolgere il tempo fino al punto che desideriamo, selezionare il personaggio desiderato e farlo muovere come vogliamo.
Unito a un gran numero di "impedimenti" piazzati lungo le mappe (guardie con i loro coni visivi, cancelli chiusi, porte attraversabili solo in una direzione, ecc.), questo meccanismo ci permette di dar vita ad un complesso intreccio di azioni tra tutti i personaggi, mentre li facciamo muovere all'unisono grazie al riavvolgimento del tempo. Prendete ad esempio il caso in cui Tommy debba entrare in un cortile, ma la porta d'accesso si apre solo dall'interno del cortile; c'è però un piccolo buco nel muro nel quale si può intrufolare Finn. Possiamo allora muovere Finn, farlo entrare nel buco e fargli aprire la porta dall'interno del cortile; poi riavvolgiamo il tempo, prendiamo il controllo di Tommy e, mentre Finn esegue le azioni che abbiamo "registrato", arriviamo alla porta del cortile per trovare Finn che ce la apre, permettendoci di entrare.
Questo è solo un esempio banale e queste azioni sarebbero potute essere eseguite anche consequenzialmente, senza il riavvolgimento del tempo, ma in Peaky Blinders: Mastermind sono presenti numerosi limiti temporali entro i quali raggiungere determinati obiettivi e molti meccanismi richiedono che i personaggi tengano tirate leve mentre gli altri fanno altre azioni (in alcuni casi serve ad esempio che due personaggi tirino contemporaneamente due leve per poter aprire una porta che permetterà ad un terzo personaggio di passare), quindi è essenziale muoverli tutti in sincrono sin dall'inizio della timeline, senza sprecare tempo. Inoltre, alla fine di ogni missione, ci vengono date delle medaglie in base al tempo impiegato per completarla: se siamo stati davvero veloci sincronizzando al meglio tutti i personaggi otterremo la medaglia d'oro, altrimenti si va d'argento e di bronzo come di consueto.
Il tutto, come già accennato, si svolge lungo 10 diverse missioni che, in tempo "in-game", durano circa 5-20 minuti l'una, ma per controllare tutti i personaggi, capire come muoverli e sincronizzarne le azioni vi servirà molto più tempo: a difficoltà normale (con una serie di aiuti a schermo) impiegherete circa 4-5 ore, mentre a difficile ci vorrà anche di più, senza considerare i tentativi extra necessari per ottenere tutte le medaglie d'oro. Per i completisti sono presenti anche dei collezionabili da raccogliere nei livelli. Brutta notizia invece sul fronte localizzazione: il gioco è completamente in inglese, quindi per comprendere gli obiettivi ed anche le parti di storia narrate prima e dopo di ogni missione, così come i dialoghi che ogni tanto avvengono durante le missioni, vi servirà una buona conoscenza della lingua.
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