Recensione - Resident Evil 4
Il Gioco
Nato dalla penna di Shinji Mikami, il franchise di Resident Evil giunse al suo quarto capitolo nell’ormai lontano 2005. Fu una svolta epocale: il passaggio dal sistema a telecamera fissa a quello dietro alle spalle costituì una rivoluzione nel genere dei survival horror, che fino ad allora aveva visto come massimi esponenti proprio Silent Hill e Resident Evil. La nuova visuale però non fu l’unico elemento di stacco da quello che era la saga fino a quel momento. L’ambientazione e la trama cambiarono del tutto, passando dall’ambientazione cittadina di Raccoon City alla nuova e rurale Valdelobos, un villaggio contadino immerso nelle foreste della Spagna. Uno stacco netto con il passato, che ha fatto andare in visibilio i fan anche se non mancò di scontentare chi avrebbe preferito una maggior continuità con il passato.
MX Video - Resident Evil 4
Il gioco riscosse un enorme successo pur restando relegato esclusivamente nella console "piccolina" di Nintendo, il GameCube, e non è quindi una sorpresa che vada oggi a completare la serie di remake della famosa saga horror. Torniamo quindi a Valdelobos seguendo la stessa storia del gioco originale, ma con diversi cambiamenti. Innanzitutto, la prima cosa che colpisce positivamente è il comparto grafico, completamente restaurato e con una pulizia e un frame-rate che ha mostrato cali in veramente pochi casi e solo in scene particolarmente concitate e piene di nemici. Unito a ciò c’è stato un restyling completo del comparto audio, che garantisce un’immersione totale nella cupa atmosfera del villaggio spagnolo. Dulcis in fundo, Resident Evil 4 è stato integralmente doppiato in italiano, cosa che potrebbe risultare parecchio interessante a chi non mastica al meglio l’idioma dell’isola di Albione. Come nei due remake precedenti, Capcom ha deciso di donare un taglio più cinematografico all’esperienza, cambiando leggermente la tavolozza dei colori e rendendo il gioco più fluido rispetto all’originale. Anche i personaggi e i dialoghi hanno subìto qualche variazione, diventando più seri e maturi rispetto all’originale, ed eliminando qualche battuta gratuita e fuori luogo.
A livello di gameplay, ed è la seconda sorpresa positiva del gioco, è stato abbandonato totalmente il sistema di mira da fermo che era caratteristica principale del gioco originale. Resident Evil 4 ha virato più verso l’action rispetto all’horror, con un aumento in generale del numero delle munizioni che si possono trovare in giro e di conseguenza anche un aumento dei nemici da uccidere. Intendiamoci, se si pensa di approcciarsi al gioco come si approccerebbe un FPS, si commetterebbe un errore madornale e probabilmente ci si troverebbe ben presto in ogni caso senza proiettili nel giro di pochissimo tempo. Consiglio, comunque, l’approccio cauto ai nemici, eliminandoli per quanto possibile con l’utilizzo del coltello che diventa fondamentale per risparmiare munizioni e per difendersi dagli attacchi dei nemici. Il coltello, infatti, può essere utilizzato come una sorta di scudo per parare i colpi e disorientare i nemici se utilizzato con tempismo perfetto, e inoltre diventa fondamentale nelle azioni stealth che rappresentano una novità introdotta in Resident Evil 4. Altra novità è data dal fatto che tutto il gameplay di coppia legato ad Ashley è stato sensibilmente semplificato. È stata introdotta la possibilità di indicarle se avvicinarsi o allontanarsi da Leon, e non ha più una barra della vita a parte, ma viene semplicemente incapacitata ed è possibile salvarla abbastanza agevolmente.
In Resident Evil 4 molte cose sono però rimaste fedeli all’originale: la gestione dell’inventario con la disposizione degli oggetti a “Tetris” è rimasta uguale. È possibile scegliere se gestirla da soli o se lasciare che venga gestita in modo automatico. Sono poi acquistabili nel corso dell'avventura alcuni potenziamenti che permettono di aumentarne la capienza. A proposito di potenziamenti, è ancora presente l’immancabile mercante che, comparendo nei luoghi più improbabili, è sempre pronto a rifornirci di nuove e potenti armi e a comprare le cianfrusaglie che troviamo qui e lì sparse per la mappa.
Dopo il lancio del gioco è poi arrivata anche la Mercenari, nella quale comandiamo quattro giocatori: Leon, Luis, Krauser e Hunk. Si tratta di una sorta di “orda” nella quale dobbiamo sconfiggere quanti più nemici possibili per ottenere il punteggio più alto ed entrare in classifica e sbloccare i vari personaggi e le ambientazioni.
Amore
Nuovo sistema di controllo
- Il nuovo sistema di controlli non poteva che essere al primo posto nella scala di gradimento delle migliorie apportate a Resident Evil 4. Finalmente hanno introdotto la possibilità di sparare in movimento, come in tutti gli action game moderni. Il vecchio combat system invece era quanto di più fastidioso abbia potuto provare ai tempi. Fu Mikami stesso a dire di averlo introdotto appositamente per creare più tensione e angoscia nel giocatore. A me creava più che altro esaurimento nervoso.Remake di livello altissimo
- Alzo il cappello a Capcom, perché il lavoro che è stato fatto con Resident Evil 4 è certosino e di altissimo livello. Graficamente il gioco è fluido, pulito e cinematografico. La trama è stata resa più matura pur mantenendo lo stesso plot narrativo del gioco originale. In più è stato interamente doppiato in italiano. Senza dubbio ci troviamo davanti al remake riuscito meglio dei tre.Tante missioni secondarie aggiuntive
- In tutto il gioco sono stati inseriti alcuni foglietti blu da raccogliere, contenenti incarichi speciali che una volta portati a termine permettono di ottenere equipaggiamento speciale raccogliendo gli “spinelli” (adattamento italiano infelice) che vengono consegnati dal mercante come ricompensa, e scambiandoli con il mercante stesso. Le missioni vanno dal più semplice “uccidi i ratti” alla più complessa uccisione di un nemico speciale particolarmente arduo.Odio
Espedienti di gameplay invecchiati non benissimo
- Resident Evil 4 è un gioco di un periodo storico molto diverso da quello attuale, e si vede. Il tentativo, peraltro riuscitissimo a livello stilistico, di dargli un taglio prettamente cinematografico, cozza tantissimo con il suo essere prima di tutto un videogioco che deve mettere in difficoltà il giocatore a prescindere dal modo in cui lo fa. Mi riferisco ad alcuni enigmi legati per esempio al dover trovare un particolare medaglione per aprire una particolare porta. Non è una cosa che nella realtà esisterebbe davvero, e in questo modo si perde un po’ il feeling. Problema che è presente ovviamente anche nei vecchi capitoli.[CONCLUSIONI]
Resident Evil 4 riesce a mettere la ciliegina sulla torta rispetto a quanto già fatto da Capcom nei due remake precedenti. Il gioco è un capolavoro che riesce a eliminare i grossi difetti che aveva il gioco originale e a creare qualcosa che sembra nuovo pur mantenendo feeling e trama dell'opera originale. Indicato per chi non ci ha mai giocato all'epoca, ma anche ai fan di vecchia data. 9.0
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