The Dark Pictures: The Devil in Me - provato alla gamescom
Alla gamescom erano molti i titoli disponibili nell’imponente padiglione di Bandai Namco, sovrastato dal gigantesco pupazzo dedicato a One Piece, ma la coda per provare The Dark Pictures: The Devil in Me era senz’altro tra le più lunghe e persistenti, segno di grande curiosità da parte del pubblico. Curiosità credo ben riposta: a partire dal debutto con The Man of Medan, nell’ormai lontano 2019, l’ambiziosa serie di Supermassive Games è cresciuta ed evoluta, sia nel comparto tecnico che dal punto di vista del gameplay, al punto che siamo ormai abbastanza lontani da quell'Until Dawn che a suo tempo fece la fortuna dello studio inglese. The Dark Pictures: The Devil in Me pare continuare questa tendenza, ad esempio concedendoci una libertà di movimento e di azione (possiamo adesso arrampicarci e saltare) mai vista nella serie fino ad ora. Ciò fa sì che, nelle sezioni dedicate all’esplorazione, il gioco perda praticamente del tutto la connotazione di “film interattivo” per avvicinarsi ad un classico survival horror, con un gameplay che non sarebbe una forzatura accostare a quello di Resident Evil 2 (versione 2019).
MX Video - The Dark Pictures: The Devil in Me
Sia chiaro, il gioco non rinnega il gameplay fondamentale della serie, evitando di introdurre meccaniche di combattimento o comunque orientate all’azione in tempo reale: i momenti chiave sono sempre gestiti in base a scelte morali e bivi narrativi, con al massimo la presenza di qualche QTE. Allo stesso modo, viene mantenuto anche in questo episodio quello che è il “marchio di fabbrica” dei giochi targati Supermassive: la presenza di un gruppo di personaggi che funge da protagonista corale della vicenda, affidando a chi gioca il compito di deciderne le sorti, passando anche per scelte inevitabilmente dolorose.
A proposito delle vicende narrate, The Dark Pictures: The Devil in Me ci propone un’ambientazione decisamente ispirata prendendo spunto dalla vita del serial killer H.H.Holmes (da una sua lettera è preso anche il titolo del gioco) e del suo “hotel della morte”, dove Holmes commise un numero mai precisato di omicidi. Nel nuovo titolo ci troveremo a decidere il fato di una troupe di documentaristi, intrappolata nelle stanze di una tipica magione da horror movie, in balia di un misterioso quanto squilibrato “padrone di casa”. Peraltro, ciascun membro della troupe porta in dote uno specifico equipaggiamento/abilità, ad esempio il direttore della fotografia dispone di una videocamera, il tecnico del suono ha un microfono con cui può registrare ciò che avviene anche in stanze non raggiungibili e così via: la scelta di chi impersonare durante il gioco, così come la scelta di chi sacrificare quando ciò si renderà necessario, avrà delle conseguenze tangibili, anche per quanto riguarda l’equipaggiamento che avremo a disposizione.
Il capitolo dimostrativo che ho avuto la possibilità di giocare ha svolto un lavoro egregio nel mettere in mostra tutte le componenti a cui ho appena accennato. Mi sono ritrovato in una fase presumibilmente centrale della trama (la troupe era già prigioniera nella casa e i suoi componenti già in parte separati), e per tutta la prima parte sono stato impegnato nell’esplorazione delle stanze, cercando una via per far ricongiungere tre dei protagonisti, separati da porte chiuse a chiave e pavimenti diroccati. La fase di esplorazione (condita anche da un paio di jumpscare niente male! ) è poi sfociata in una cut-scene che mi ha messo di fronte ad un tipico rovello morale in stile “gioco della torre”, sicuramente una delle meccaniche principali dell’intera serie.
The Dark Pictures: The Devil in Me sembra davvero avere tutte le carte in regola per rappresentare un ottimo “season finale” per la prima stagione di The Dark Pictures Anthology. Da un lato, si inserisce in maniera naturale nella serie, mantenendone tutte le caratteristiche distintive (compresa la particolare modalità cooperativa “serata al cinema” a 5 giocatori). Dall’altro introduce meccaniche di gameplay inedite, che rendono il gioco più dinamico e coinvolgente. A ciò si aggiunge una trama che, a differenza forse di alcuni episodi precedenti, fin da subito cattura e appassiona, ben supportata da un’ambientazione da “casa degli orrori” magari non originalissima ma di sicuro effetto. Sarà naturalmente necessario giocare (e rigiocare) The Dark Pictures: The Devil in Me nella sua interezza per poterlo valutare, ma la demo provata in gamescom ha restituito sensazioni assolutamente positive, e la buona notizia è che non abbiamo molto da attendere: il 18 novembre non è poi così lontano!
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