Recensione - Infliction: Extended Cut
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Infliction: Extended Cut è un gioco ingannevole. L'inizio sembra essere analogo a tanti, forse troppi horror. In una buia sera, dopo quella che si presume possa essere una lunga giornata di lavoro, il protagonista, un padre di famiglia, rientra a casa sua. Sulla via vede una macchina schiantarsi contro un albero, con la polizia a verificare l'accaduto: una curiosa storia da raccontare alla propria moglie durante la cena. La porta d'ingresso però è chiusa a chiave, e la casa pare vuota. Come in ogni gioco horror che si rispetti, le luci non vanno per qualche motivo, costringendoci ad usare una torcia elettrica. Ci mettiamo quindi nei panni del protagonista per esplorare la lussuosa casa a due piani, scoprendo dettagli della vita di questa famiglia: una figlia adolescente, un bimbo piccolo, una moglie che dipinge splendidi quadri per una mostra in arrivo. A differenza di tanti horror, non arriva improvvisamente un mostro cattivo o uno spietato serial killer a terrorizzare il protagonista: sono le ombre di un passato che nasconde segreti scomodi che verranno a tormentarci, rivelando che questa famigliola perfetta nasconde problematiche molto gravi.Dagli horror game in prima persona ai cosiddetti walking simulator come Gone Home o The Vanishing of Ethan Carter, questa generazione certamente ci ha abituati ad alcune esperienze lente, calme, dove invece di dialoghi eterni e scene d'azione continue, la narrazione si affida quasi unicamente al mondo di gioco. Anche Infliction: Extended Cut rientra in questa casistica, con gran parte del gioco ambientato all'interno della casa del protagonista. L'edificio è infatti pieno zeppo di decorazioni, oggetti di uso comune, giocattoli e molto altro tutti ben modellati in 3D ed osservabili anche da vicino. La cura è direi maniacale: in uno scaffale della cucina per esempio possiamo trovare 5-6 diversi cibi in scatola. Nessuno di questi è utile in senso stretto, ma sono questi piccoli dettagli a definire l'apparente vita normale della famiglia del protagonista, i loro gusti, le loro abitudini. Non sarebbe però un videogioco horror senza strani eventi ed apparizioni, e infatti il protagonista viene presto tormentato da una ragazza pallida e malconcia che pare Samara di The Ring. E prevedibilmente non vuole nulla di buono: cerca ad ogni occasione di ucciderci, solitamente accoltellandoci a ripetizione, altre volte invece colpendoci pesantemente con mani o piedi.
MX Video - Infliction: Extended Cut
Questo ci porta a dover osservare i nostri dintorni, perché le apparizioni di questa ragazza avvengono in momenti specifici ma con un elemento di casualità che li rende poco prevedibili. In queste scene il gioco si trasforma in un qualcosa di più paragonabile ad Outlast: invece di usare la forza bruta o le armi, dobbiamo nasconderci sotto dei mobili e, in generale, fare manovre evasive mirate ad evitare un incontro fatale. A tal proposito è anche possibile usare la torcia o le luci della casa come diversivo per accecare questo essere maligno, che sembra sia molto più a suo agio al buio. Questi incontri sono comunque di solito poco più che un disturbo, perché il gioco procede solitamente quando si trova un certo oggetto che fa scattare un certo ricordo. Un'esplorazione che viene stravolta di volta in volta, perché man mano che va avanti la storia veniamo catapultati indietro nel tempo esplorando lo stesso ambiente ma in versioni più vecchie, con una diversa disposizione degli oggetti o con stanze prima accessibili e dopo no, e viceversa. I cambiamenti più vistosi si possono notare nella cameretta della figlia, una teenager ribelle con CD metal e poster dark, ma che nel passato diventa piena di vestitini rosa e giocattoli femminili. Un percorso di crescita che osserviamo a ritroso.
Le aree visitate presto iniziano ad aumentare, perché questi flashback/viaggi nel tempo ci portano a visitare ricordi spiacevoli. Una centrale della polizia, un manicomio... perché, come detto, questa famiglia apparentemente perfetta nasconde segreti tremendi, tragedie importanti. Non voglio entrare troppo nel territorio degli spoiler, ma posso anticipare che c'è di mezzo morte, alcolismo, violenza, litigi. La vita di coppia ha avuto alti e bassi come capita a tutti del resto, ma qui i veri demoni sono quelli del passato che riprendono vita negli occhi del giocatore. Per arrivare alla verità e alla conclusione, abbiamo diversi mezzi. La già citata torcia, ma anche una telecamera Polaroid con cui scattare foto. In questi fotogrammi, grazie al flash, si può spesso vedere più di quanto non si possa fare al buio, ma vista la natura mistica di certe situazioni le foto possono anche rivelare dettagli invisibili all'occhio nudo. Una chiave che si materializza solo una volta fotografata, indizi scritti col sangue che si vedono solo tramite le foto... c'è un po' di trial and error nell'utilizzo di questa macchinetta, ma è anche capace di mettere in pratica uno dei punti chiave della narrazione del titolo: le cose non sono come possono sembrare a prima vista.
L'avventura di Infliction: Extended Cut è completabile in circa 2 ore. Le aree di gioco non sono enormi, e pur non esplorandole sempre a fondo ho trovato circa il 90% dei segreti al primo tentativo, senza seguire guide. Arrivati alla fine gli orrori diventano decisamente più grafici, con la storia che prende pieghe più surreali, ma come mia consuetudine non entrerò nei dettagli. Si tratta di una storia abbastanza impegnativa che fa riflettere su diverse tematiche importanti, e nonostante una realizzazione tecnica non certo di primo piano (il titolo è sviluppato quasi interamente da una persona), diverse scene memorabili probabilmente me le porterò dietro per qualche tempo. Per chi volesse cimentarsi nuovamente per rivivere alcune scene particolari o recuperare i segreti, c'è anche una modalità New Game+ dove gli enigmi sono "remixati" e gli incontri con le creature maligne sono più frequenti e randomizzato, aumentando considerevolmente il livello di sfida. Purtroppo troviamo anche una lunga serie di bug e problemi tecnici di cui leggerete nella sezione Odio, tra cui un po' di problemi di framerate e crash. Manca inoltre la localizzazione in italiano, con tutti i dialoghi e testi in inglese.
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