Recensione - Darkwood
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Darkwood è un survival horror atipico, che non si preoccupa di fornirci una base narrativa all'inizio del gioco o di spiegarci cosa stia accadendo o quale sia il nostro scopo, ma lascia ai giocatori il compito di scoprire man mano la trama ed i segreti della foresta piena di pericoli in cui ci troviamo. E' per questo motivo che cercherò quindi in questa recensione di rivelarvi il meno possibile, ma qualcosa dovremo per forza rivelare in merito alle meccaniche del gioco; se non volete rovinarvi in alcun modo il piacere di scoprire il tutto da soli, però, potete saltare questa sezione a pié pari e leggere solo i punti Amore e Odio, oltre alla conclusione della recensione.Partiamo dal prologo Darkwood, che si rivela un po' ingannevole. Qui infatti prendiamo il controllo di un dottore impegnato nella sua routine quotidiana alla ricerca di provviste da riportare nella sua casetta in legno, in mezzo a una foresta oscura. Tutto si svolge con una visuale dall'alto e con un gameplay che pare un mix tra un punta e clicca (è possibile esaminare ed usare oggetti e mettere risorse nell'inventario), un survival game (c'è una componente di crafting e di conservazione delle risorse) e il gameplay violento, seppur molto più lento e meno caotico, di un Hotline Miami. Scopriamo però ben presto che il dottore vuole scappare da questa foresta e per farlo non esita far del male ad altri che, come lui, sono intrappolati lì dentro. Concluso il prologo, scopriamo che il vero protagonista dell'avventura è proprio una delle sfortunate vittime del dottore, un uomo che si ritrova prigioniero nella casa del dottore e che da quel momento avrà due obiettivi: sopravvivere alle minacce di un luogo ostile e fuggire vivo e vegeto.
MX Video - Darkwood
Il gameplay loop del titolo deve molto a titoli survival come Don't Starve o Minecraft: c'è infatti una base da difendere e da fortificare (la casa del dottore, appunto, con quest'ultimo misteriosamente sparito), con la necessità di andare a trovare provviste ed oggetti durante il giorno quando i pericoli sono meno incombenti, per poi difendersi con le unghie e i denti nelle fasi notturne, dove i nostri peggiori incubi prendono vita in questa folle foresta. Persone impazzite, mutate, cani randagi e molto altro si mettono tra il protagonista e l'agognata via d'uscita, con un sistema di combattimento abbastanza basilare dove le chance di sopravvivenza sono inevitabilmente legate agli oggetti trovati, dato che è possibile usarne di diversi tipi (sia trovati che costruiti con il sistema di crafting) come arma ma che sono tutti soggetti ad usura. Da bastoni fino ad arrivare a mitra completi il gioco ci mette a disposizione arsenale davvero niente male, oltre alla possibilità di "livellare" con diverse abilità potenziabili.
Darkwood non è però un gioco d'azione. I combattimenti sono qualcosa a cui bisogna sempre essere preparati ma non sono il fulcro del gioco. Lo è invece l'esplorazione di aree sconosciute, il buio oltre la siepe, dove è proprio l'ignoto ad offrire il terrore vero e proprio piuttosto che squallidi jumpscare o assalti eterni di mostri senza cervello. Il protagonista è mosso lentamente con lo stick analogico sinistro, con il secondo stick a gestirne la direzione del cono visivo. Questo rappresenta l'unica reale area visibile dal giocatore, che vede molti oggetti e soprattutto i nemici solamente se entrano in quest'area. Bisognerà quindi guardarsi intorno spesso, perché nonostante la visuale bidimensionale dall'alto, di fatto vediamo solo una piccola parte di ciò che ci circonda.
Man mano che l'avventura va avanti incontriamo diversi personaggi che, come il protagonista, si ritrovano intrappolati in questa misteriosa foresta. C'è chi aiuta, come per esempio un venditore che passa vicino alla casa del protagonista portando ogni giorno materiali e oggetti nuovi, ma non tutti si dimostreranno così amichevoli. Sarà poi presto evidente che accadono cose al limite del paranormale in questo misterioso bosco , quindi prima ne usciremo e meglio è. Come arrivare all'uscita però può variare da diversi fattori, visto che ci sono alcuni bivi nella trama dove la storia procede in base a scelte del giocatore.
Qualsiasi soluzione si scelga, arriverete alla fase conclusiva del gioco in circa 15 ore. Il mondo di gioco è parzialmente open world ed è generato casualmente, ma ci sono diverse aree importanti progettate a mano, le cui posizioni possono cambiare da un playthrough all'altro. La rigiocabilità può essere data da questo fattore ma anche dalla struttura relativamente aperta della trama, che permette tra le altre cose di vivere finali differenti. Se poi volete una vera sfida potete scegliere le difficoltà più alte che prevedono il permadeath costringendoci a ricominciare dall'inizio ad ogni morte, mentre alla difficoltà normale periamo solo le risorse che abbiamo addosso. Segnalo infine con piacere che Darkwood prevede una buona traduzione in italiano per quel che riguarda tutti i testi del gioco.
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