Recensione - Call of Duty: Modern Warfare
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Dopo un lungo percorso d'evoluzione e revisione della serie, Infinity Ward guarda al 2007, data d'uscita del primissimo e rivoluzionario Modern Warfare, per questo Call of Duty: Modern Warfare che, partendo da eventi antecedenti a quelli del titolo originale, vuole rappresentare una sorta di "soft reboot" per una saga che aveva ormai letteralmente raggiunto le stelle con l'episodio Infinite Warfare, così da ripartire dall'inizio della storia. Lo studio californiano fa quindi finalmente ciò che una fetta consistente del pubblico chiedeva a gran voce, riproponendoci peraltro anche la componente Campagna in singolo che avevamo perso con il Black Ops 4 dell'anno scorso ad opera di Treyarch. Si torna quindi alla suddivisione ormai standard delle tre "modalità pilastro" dei Call of Duty: la Campagna single player, una corposa componente multiplayer (vero fulcro del gioco per milioni di appassionati) e una componente cooperativa basata su orde di nemici IA, stavolta basata sul ritorno delle missioni Operazioni Speciali dopo 5 anni di soli zombi. Prima di buttarci sull'analisi di queste modalità accenniamo ad un'altra novità: dopo anni e anni di riciclo (con i dovuti miglioramenti, s'intende) del motore originale della serie, lo studio introduce stavolta un engine grafico completamente nuovo, pensato per gli hardware di prossima generazione che che anche sulle nostre console si difende più che bene con modelli estremamente curati, animazioni fluidissime ed effetti speciali hollywoodiani che rendono tantissime parti della campagna realistiche quasi quanto un film di guerra.Iniziamo quindi con la campagna, nella quale l'approccio è chiaro: far vivere ai giocatori la sensazione di trovarsi la guerra sulla porta di casa, dovendosi sbarazzare dei nemici con meno perdite e danni possibile e con tutta la tensione data dai pericoli che possono arrivare da ogni direzione. Solo parte della campagna è ambientata infatti nei classici "deserti di guerra", in questo caso nella fittizia regione dell'Urzikstan dove seguiamo un'invasione armata delle forze russe, con un gruppo di ribelli locali che viene supportata in maniera ufficiosa dalle forze americane. Ci spostiamo poi ad occidente, nei paesi della NATO coinvolti quando un tentativo delle forze USA di requisire dei pericolosi gas viene intercettato da dei terroristi, che da lì a poco sferrano un letale attacco tra le strade di Londra, un vero massacro. In questo scenario seguiamo le vicende del capitano Price (che qui troviamo più giovane rispetto alla trilogia originale) e di un team nuovo di zecca, che in missioni sotto copertura in giro per il mondo cercheranno di sbrogliare un'intricatissima situazione con l'aiuto dei ribelli locali.
MX Video - Call of Duty: Modern Warfare
Una trama piuttosto lineare, ma non si tratta comunque di una campagna realmente paragonabile a quanto visto negli altri episodi della saga. Scordatevi (se non in occasioni sporadiche e verso la fine del gioco) campi di battaglia enormi con centinaia di nemici, missioni di guerra costante con esplosioni e scene da film d'azione continui. Call of Duty: Modern Warfare punta a un approccio decisamente più intimo, più teso, dove si vivono tante situazioni di guerriglia urbana. Raid notturni dove mettere er altro in campo le nuove opzioni di mobilità del giocatore come lo sbirciare da dietro le coperture o l'apertura lenta delle porte con il mirino puntato; ,missioni stealth dove liberare ostaggi senza far scattare allarmi; sequenze su veicoli o altre dove bisogna usare il fucile da cecchino dalla lunga distanza. Ma le fasi in cui il nuovo titolo di Infinity Ward eccelle sono quelle dove l'azione senza sosta viene sostituita da una tensione palpabile, dove qualunque scintilla potrebbe far scattare il finimondo e dove ogni mossa è da ponderare al meglio. Senza entrare troppo in territorio spoiler, posso citare una missione eccezionale a metà gioco circa dove bisogna estrarre un personaggio scomodo dall'ambasciata dell'Urzikstan, con i terroristi che assediano il posto da una parte, una protesta poco civile a creare problemi dall'altra, e la mole di diplomatici all'interno dell'edificio che devono essere tenuti al sicuro in mezzo a questo caos. Ho scelto di menzionare questa missione perché è una delle più rappresentative di quanto Modern Warfare punti questa volta a circondare il giocatore anche di bersagli civili, per fargli considerare quali perdite vale la pena affrontare per il bene maggiore e quando sia possibile fidarsi di quelli che sembrano civili ma che potrebbero benissimo non esserlo. Pochi inseguimenti in macchina, aerei che cadono o altra azione "esagerata": questa volta la guerra è più umana, più vera, più cruda.
Attraverso 14 missioni ambientate in giro per il mondo, il gioco ci vede affrontare numerosi tipi di situazioni. Degne di nota sono quelle legate a flashback in cui seguiamo il passato tortuoso della leader dei ribelli dell'Urzikstan, Farah Karim, andando indietro fino alla sua infanzia segnata da un forte trauma. Il modo in cui il gioco riesce anche in questi casi a rappresentare i drammi e il lato umano della guerra è davvero ammirevole, così come stupisce la cura per i dettagli che contraddistingue queste fasi. Notevole infatti come l'età più bassa della ragazza in queste fasi determini anche il suo controllo dell'arma, con rinculo, tempi di ricarica e precisione decisamente abbassati. Potremmo dire che la Campagna del gioco si caratterizza dall'esecuzione magistrale di una trama semplice, offrendoci una rappresentazione cruda, dolorosa e ad alta tensione della guerra moderna. A tale scopo il gioco rimuove quasi del tutto anche segreti ed easter egg, tornando inoltre a percorsi più lineari rispetto agli ultimi capitoli della saga. Per il tipo di narrativa e tensione su cui hanno puntato i ragazzi di Infinity Ward, il gioco non darebbe infatti il meglio se il giocatore se la prendesse con calma ad esplorare angoli sperduti. E' una scelta che limita la rigiocabilità di una trama già non lunghissima (parliamo delle classiche 5-6 ore), ma che crea un'esperienza molto più focalizzata e bilanciata.
Il passo successivo alla Campagna in singolo è quello della modalità cooperativa Operazioni Speciali, che in locale (fino a 2 giocatori) e online (fino a 4) ci permette di affrontare missioni top secret ad alto tasso di adrenalina contro orde di soldati IA sempre più equipaggiati e letali. A differenza della storia, però, questa modalità sembra realizzata in fretta e furia, con poca cura per i dettagli ed asset che sembrano quasi nati per altri utilizzi; troviamo infatti una gigantesca mappa con strade, edifici e punti di interesse basati su mappe storiche della saga, divisa in aree accessibili a seconda delle missioni, che sembra palesemente creata per una qualche modalità Battle Royale non ancora rilasciata (ma si rumoreggia che arriverà ad inizio 2020 in modalità F2P). Qui le missioni presentano obiettivi piuttosto semplici come l'uccisione di determinati nemici o la conquista di alcune aree, il tutto mentre affrontiamo orde di soldati IA sempre più forti, che vanno dai soldati semplici fino ai temibili Juggernaut o altri che utilizzano carri armati ed elicotteri, fino a completare gli obiettivi per poi essere estratti da un elicottero per terminare la missione. Se non che, ad oggi, raggiungere questo obiettivo è praticamente impossibile: i nemici respawnano di continuo anche a pochi metri dai giocatori o addirittura alle loro spalle, e grazie al time-to-kill bassissimo che accompagna ogni modalità del gioco, restare in piedi è un'impresa disperata vista anche la scarsità delle coperture in giro per la mappa. L'unica strategia che funziona al momento, ma solo in alcune aree, pare quella di nascondere un giocatore in un punto irraggiungibile all'IA, perché se qualcuno resta in vita anche i compagni morti possono rientrare dopo circa un minuto di attesa. Insomma, una modalità decisamente sorprendente ma in negativo, che al momento offre pochi motivi per essere giocata e che necessiterà di diversi aggiornamenti per diventare degna di attenzione.
Passiamo quindi al multiplayer, che quest'anno ha subito più di una rivoluzione soprattutto per quel che riguarda le modalità di gioco, che fanno l'occhiolino sia a giochi di guerra su grande scala come Battlefield che a titoli che prediligono le lotte due contro due. Ovviamente troviamo anche il multiplayer "classico", dove due squadre di 5 o 6 giocatori si affrontano in mappe medio-piccole nelle classiche modalità che ormai ci aspettiamo tutti dalla saga come il Deathmatch a Squadre, Cerca e Distruggi ma anche lo spassoso Attacco Hacker che ricalca le regole del CeD tranne che per il fatto che i compagni possono essere rianimati, creando così dinamiche di ingaggio molto più variegate con un 1v4 che può tranquillamente diventare 4v2 se il giocatore rimasto è bravo ad aggirare i nemici. Ed il gameplay è volutamente molto più simile al primo Modern Warfare dell'ormai lontano 2007 rispetto a capitoli più recenti della serie; in primis notiamo mappe con una struttura molto più organica e disorganizzata che meglio rappresenta le strutture del mondo reale piuttosto di puntare all'ormai quasi stancante formula a 3 corsie che Treyarch continua ad utilizzare. Si nota soprattutto la presenza di più edifici a più piani, pieni di porte apribili e chiudibili a piacimento e finestre che offrono visuali piuttosto ampie sul campo di battaglia. Poche sono infatti le coperture nelle zone aperte, con tanti punti di interesse che offrono visibilità su una fetta consistente del livello invece di limitare la visuale ad aree ristrette. Sicuramente è un tipo di design che ha pro e contro: da una parte c'è una varietà strutturale più ampia, dall'altra questa filosofia crea tante possibilità aggiuntive per i camper e aumenta a dismisura il rischio di morire senza via di scampo per chi si espone regolarmente con uno stile di gioco aggressivo. Può però aver senso andare verso uno stile di gioco più ragionato e stealth, seguendo lo stile della campagna del titolo.
Ma sono le modifiche alle meccaniche che stravolgono il modo di giocare in Call of Duty: Modern Warfare. Velocità di movimento ridotta, tempi di mira allungati, la già citata possibilità di agganciarsi alle coperture per sbirciare più al sicuro e ottenere una mira più precisa a discapito della mobilità, mappe con tanta verticalità e dove lo scavalcamento degli ostacoli risulta molto più immediato rispetto a prima. Da tutto questo e da livelli di salute molto più bassi rispetto ai classici CoD ne deriva uno stile di gioco più fluido ma anche più lento e ragionato, amplificato dall'impressionante volume sonoro dei passi che rivelano rapidamente la nostra posizione ai nemici circostanti e dal ritorno delle letali claymore, mine antiuomo pressoché inevitabili che esplodono immediatamente quando qualcuno ci si avvicina troppo. Di contro questo sta portando, almeno per ora, ad un influsso impressionante di camper, anche perché sono tornate le ricompense uccisione invece di quelle per i punti, con diverse ricompense ottenibili con sole 4-5 uccisioni in serie che ci regalano spesso altrettante uccisioni "gratis" se ben indirizzate. I rimedi contro queste ricompense non sono così tanti quest'anno, portando quindi ancor di più i giocatori a nascondersi dentro gli edifici contro gli attacchi dall'alto.
Naturalmente troviamo anche la possibilità di personalizzare le proprie classi. Via il sistema Pick 10, si torna al sistema inventato nel 2007 da Infinity Ward stessa nel primo Modern Warfare, dove ogni slot ha un utilizzo specifico e vanno occupato per forza partendo dall'arma principale fino ad arrivare alle granate e ai perk. Tra questi si sottolinea la presenza di ritorni eccellenti come Fantasma, che ci nasconde ai radar degli aerei spia, o un perk inedito che ricarica automaticamente ogni 30 secondi granate, claymore, flashbang o qualunque altro equipaggiamento in possesso del giocatore. La chicca però è l'Armeria, dove è possibile creare migliaia di combinazioni letali per personalizzare al meglio qualunque arma, cambiandone anche drasticamente l'utilizzo. E' ad esempio possibile prendere un fucile d'assalto qualunque ed aggiungerci caricatori pesanti e piedini da LMG, di fatto cambiandone lo scopo, o trasformare un fucile da cecchino a lunga distanza in una specie di DMR con cadenza di fuoco elevata ma difficilmente utilizzabile oltre qualche decina di metri. Non manca anche una corposa personalizzazione cosmetica con skin, adesivi e ciondoli applicabili alle armi, a cui si aggiunge anche la possibilità in separata sede di sbloccare e sfoggiare skin e orologi, tutti però con uno stile molto moderno e realistico, senza farsi prendere dalla mania delle skin colorate e fantascientifiche degli ultimi episodi.
Il multiplayer classico si va ad arricchire anche di diverse variazioni sul tema che portano elementi mai visti nella saga. Una su tutte la presenza di mappe grandi che prevedono squadre 10 contro 10 nelle modalità come Deathmatch e Dominio, con la presenza di piccoli veicoli per spostarsi più rapidamente e ampi edifici da conquistare. Personalmente non mi sembra che questa formula funzioni particolarmente perché il tipo di bilanciamento di Modern Warfare (bassa vita, focus sullo stealth e così via) non si sposa particolarmente con mappe dove si può camminare anche per un minuto prima di incontrare nemici; non è un caso che Infinity Ward sia stata costretta a spostare queste mappe grandi in playlist separate, mentre nei primi 2-3 giorni di vita del titolo facevano parte della rotazione standard. Altre modalità che sono state tolte dalla rotazione e sono è al momento assenti sono quelle in notturna, dove i giocatori devono quasi forzatamente usare il visore notturno e i mirini laser, che però vanno a rivelare la posizione di chi mira. Anche questa modalità ha trovato più critiche negative che positive, motivo per cui dopo pochissimo è stata letteralmente eliminata dalle opzioni di gioco, con gli sviluppatori che la reinseriranno in un secondo momento, probabilmente con qualche miglioramento.
Ci sono poi due modalità drasticamente differenti che stravolgono davvero il modo di vedere Call of Duty. Una di queste è Scontro, dove vengono accantonate tante caratteristiche classiche della saga per favorire un'esperienza di gioco bilanciata, frenetica, brutale e competitiva al massimo. Due squadre di due soldati ciascuna si sfidano in una serie di round in mappe piccolissime, dove tutti hanno le stesse armi che vengono cambiate a rotazione ogni due turni. Mappe minuscole senza grosse possibilità di nascondersi, niente ricompense uccisione, niente trucchetti: sono battaglie con un alto tasso di adrenalina dove vince il grilletto più veloce, con ben pochi fronzoli o scuse da accampare in caso di sconfitta. Qualora un round si prolungasse un po' troppo, viene generata una bandiera che consegna la vittoria a chi riesce ad appropriarsene. Un buon modo per forzare la mano ai giocatori in caso di stallo. In generale nelle numerose partite fatte in questa modalità, l'ho trovata una variante godibile ma non abbastanza variegata e tattica per risultare divertente sul lungo periodo.
La seconda grande novità è la modalità Guerra Terrestre con le sue due (per ora) mappe: è praticamente la modalità Conquista di Battlefield ma con le meccaniche di Call of Duty. 5 obiettivi da conquistare (con una bomba atomica che chiude la partita se una squadra li occupa contemporaneamente tutti per 45 secondi) con respawn che possono avvenire anche sulle basi possedute o sui compagni di squadra, veicoli di ogni genere e così via - manca solo la distruttibilità ed è davvero Battle of Duty. O Call of Field. Qualcosa del genere, insomma. Bizzarra però la scelta di non alterare minimamente le regole della formula di gioco, con un TTK bassissimo, la presenza delle ricompense uccisione, l'impossibilità di eliminare coperture nemiche e così via che creano un mix molto strano. Una modalità che vuole che i giocatori si spingano verso obiettivi nemici con molta intensità ma che li rende estremamente vulnerabili grazie al livello di salute bassissimo e allo spam inevitabile di ben 32 avversari che chiamano elicotteri d'assalto, missili predator e UAV perenni. Un'idea intrigante, ma anche qui urge qualche miglioramento per risultare un must per gli amanti della saga.
Insomma, i contenuti non mancano di certo e vedremo come se la caverà poi Infinity Ward con il supporto post-lancio. Al momento non ci sono neanche microtransazioni (con gli sviluppatori che promettono di rilasciare tutte le mappe gratuitamente e di non introdurre meccaniche loot-box), mentre diverse novità come il cross-play tra tutti i sistemi e il supporto mouse e tastiera sono già delle novità più che benvenute. Presente ovviamente anche la localizzazione completa in italiano del titolo, seppur non esente da qualche piccolo errore come ad esempio una parte dove i personaggi avrebbero dovuto parlare in arabo con sottotitoli in italiano ma anche le loro voci erano nella nostra lingua, o il filmato di apertura della modalità Operazioni Speciali che ha sottotitoli mantenuti in inglese. Nulla di grave comunque, si tratta come sempre di una traduzione più che egregia.
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