Recensione - Degrees of Separation
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Ember e Rime, una ragazza dai capelli rossi e un giovanotto dal look glaciale. La prima vive in un mondo autunnale pieno di colori, il secondo in un inverno perpetuo. Vivono vicini, geograficamente parlando, ma a un mondo di distanza. C'è attrazione tra di loro, ma il loro incontro è impossibile, poiché i due mondi non hanno la possibilità di congiungersi. Una bella metafora dell'amore a distanza che Degrees of Separation sfrutta per immergere i giocatori in un titolo puzzle platform pensato per la cooperativa ma giocabile e godibile anche in single player.Ed ironicamente, nonostante celebri quella che di fatto può essere intesa come una relazione a distanza, se decidiamo di giocare in cooperativa con qualcuno, potremo farlo solo in locale. In questo caso, i due giocatori controllano ognuno uno dei due protagonisti in livelli lineari a scorrimento laterale, dove dobbiamo risolvere enigmi, raccogliere collezionabili e collaborare per superare ostacoli di ogni genere. Non troviamo combattimenti o trappole mortali: si deve solo andare avanti superando ogni sfida che ci sbarra la strada. Per chi vuole giocare da solo, invece, è possibile alternarsi tra i due protagonisti con l'IA che gestisce movimenti basilari del personaggio che non stiamo controllando.
MX Video - Degrees of Separation
La particolarità del titolo sta nella gestione dei due mondi paralleli, molto intuitiva anche se richiede qualche minuto per essere padroneggiata al meglio. I due mondi sono rappresentati a schermo tagliando a metà la visuale. A seconda di dove si trovano i due protagonisti, il taglio può essere orizzontale, verticale, o seguire qualsiasi angolazione perpendicolare ad un'immaginaria linea che li unisce. Questa mutevolezza dello scenario è sfruttabile per superare i vari livelli: ad esempio il mondo autunnale di Ember presenta del fuoco nei falò e dei laghetti, mentre nel mondo invernale di Rime i falò sono spenti ed i laghi risultano ghiacciati ed attraversabili a piedi.
Gli enigmi si basano quindi sulla collaborazione tra i due personaggi, portandoli ad alternare i propri mondi e ad aiutarsi a vicenda nei passaggi che sarebbero impossibili per uno dei due ma non per l'altro. Leve da azionare, porte da aprire, costruzioni in legno da scalare, ambienti evocativi da esplorare: l'affascinante viaggio dei due amanti è giocato attraverso gli enigmi, ma delle splendide cut-scene disegnate e una piacevole voce narrante raccontano ben altro di questo intreccio romantico apparentemente impossibile attraverso un mondo magico. Anzi, due mondi magici.
I livelli del gioco presentano anche dei percorsi alternativi verso segreti e collezionabili secondari, che non sono richiesti per completare il titolo ma offrono qualche ora in più alla già discreta durata del titolo per i canoni del genere. E non essendoci quasi mai l'urgenza data da timer o eventi in tempo reale, non serve avere la coordinazione che richiede per esempio Brothers: A Tale of Two Sons. Degrees of Separation è tradotto in italiano per quel che riguarda i testi, con il doppiaggio che rimane invece in inglese. Segnalo semmai che, durante il mio periodo di prova, ogni obiettivo aveva come descrizione "missing translation", ad indicare la mancata traduzione di questi elementi, rendendo quindi necessario guardare il testo originale in inglese (cambiando regione o controllando su Internet per esempio) per capirne il senso.
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