Recensione - Phantom Trigger
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Il protagonista di quest'avventura al neon (guardate il video in basso e capirete il perché) è Stan, un lavoratore del ceto medio con una vita qualunque, monotona. Questo finché il suo mondo non viene improvvisamente invaso da formazioni rocciose misteriose, demoni maligni ed immerso nell'oscurità: qualcosa sta stravolgendo la realtà, e sta proprio al nostro protagonista trovarne un senso. Si tratta peraltro di una trama con risvolti intriganti e metafore ben riuscite, e per quanto non voglia entrare troppo nei dettagli per evitare spoiler, posso confermare che ci sono tematiche ben più profonde di quanto ci si possa aspettare da una generica invasione di creature alla Doom.Questo è il contesto che lancia il giocatore (o i giocatori, visto che è giocabile in cooperativa locale a fianco di un amico) in un brawler con visuale dall'alto, dove dovremo attraversare mondi pieni di trappole e nemici alla ricerca di una soluzione per questa bizzarra invasione. Il giocatore possiede di base principalmente tre abilità: un teletrasporto, capace di trasportarlo a qualche metro di distanza rapidamente, senza però la possibilità di attraversare barriere; un attacco di ghiaccio corpo a corpo per eliminare i nemici ed infine una specie di colpo magnetico che attira verso di sé i nemici. Le varie abilità ed armi sono poi potenziabili nel corso dell'avventura e si possono sbloccare altre cose, ma all'inizio, movimenti a parte, questo è quanto.
MX Video - Phantom Trigger
Tali poteri andranno sfruttati al meglio per fronteggiare orde piuttosto numerose di nemici demoniaci, tra violente combo e poteri magici. La vita non è moltissima ma i nemici sì, quindi il livello di sfida è abbastanza alto, pur essendoci diversi livelli di difficoltà tra cui scegliere. A questo si aggiungono anche numerosi oggetti distruttibili che sbarrano la strada, trappole mortali ma anche occasionali enigmi, ispirati a diversi altri classici della storia dei giochi - videogame e non. Troviamo ad esempio sequenze da memorizzare stile Simon, blocchi da sbattere da una parte all'altra della stanza con i poteri magnetici nello stile dell'ultimo Zelda, classici come tasti a pressione da tenere giù coi pesi per aprire cancelli... i puzzle non sono il fulcro del titolo, ma offrono comunque delle piacevoli variazioni sul tema.
Durante il corso dell'avventura si incontrano anche enormi boss dal design piuttosto creativo e sprazzi di trama raccontati da bizzarri personaggi come un albero magico e altri umani che, come Stan, si sono trovati a loro malgrado all'interno di un'avventura che sembra ben più grande di loro. E' possibile fare diverse scelte su come affrontare il titolo, puntando per esempio a uno stile più distruttivo o uno più pacifico, e le scelte fatte nel corso dell'avventura, completabile in circa 6-7 ore, hanno poi influenza su quale dei quattro finali a disposizione si incontra. I livelli sono comunque invariati tra un playthrough e l'altro, quindi pur essendoci segreti e obiettivi secondari, rigiocare al titolo di fatto offre poca varietà aggiuntiva. Non è infine presente la localizzazione italiana.
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