Recensione - Octahedron
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Sarebbe facile ignorare Octahedron in mezzo ai migliaia di giochi indipendenti simili, nei quali si controlla un omino fatto di pochi pixel in un mondo 2D facendolo saltare tra piattaforme, ostacoli e nemici di ogni tipo. Ma se Square Enix Collective - l'etichetta indie del famoso publisher giapponese - ha deciso di prenderlo sotto la propria ala protettiva, un motivo dev'esserci: il titolo del one-man studio svizzero Demimonde Games si dimostra infatti davvero particolare, perché oltre a poter saltellare tra le piattaforme possiamo anche crearle. L'anonimo protagonista del gioco ha infatti il potere unico di creare in qualsiasi momento una piattaforma mobile sotto ai suoi piedi, che poi lo segue in orizzontale per qualche secondo come fosse una tavola da surf o un tappeto volante, prima di scomparire. Nelle prime fasi del gioco è possibile creare consecutivamente due di queste piattaforme prima di dover "ricaricare le batterie" toccando terra, ma successivamente il numero aumenta insieme alla complessità dei livelli.La meccanica delle piattaforme mobili permette al giocatore di superare pericoli in maniere atipiche. Ad esempio queste piattaforme possono sparare anche una specie di laser sotto di esse, e l'unico modo per eliminare i piccoli nemici che popolano i 50 livelli del gioco è colpirli con questo raggio o con la piattaforma stessa. I livelli di gioco, inoltre, sono pieni di piattaforme, ostacoli e trappole spesso seguendo un po' i classici del genere: spuntoni, laser ma anche teletrasporti e trampolini riempiono gli acrobatici e tosti livelli di Octahedron. Finire questi livelli, ognuno di pochi minuti, è però solo l'inizio perché ci sono tanti modi per migliorarsi. Naturalmente si può tentare di arrivare in fondo senza perdere vite, ma ci sono anche delle sfide dove cercare di usare il minor numero possibile di piattaforme mobili, inoltre sono presenti una serie di oggetti collezionabili.
MX Video - Octahedron
Insomma, un gameplay apparentemente semplice che prevede unicamente movimenti, salti ed il particolare sistema di piattaforme generabili nasconde in realtà un platform game davvero atipico, abbastanza "hardcore" come difficoltà e con la presenza anche di livelli lunghi che possono portare a dover ripartire da capo e rifare intere sequenze di vari minuti in caso di morte. Non è solo il gameplay ad essere piuttosto particolare, ma anche la presentazione: certo, il design al neon con disegni minimali e colori psichedelici non è certo una novità, ma il tutto è reso memorabile grazie alle colonne sonore molto curate di artisti house e trance come Chipzel e Monomirror, con i livelli che peraltro seguono nelle pulsazioni di colore e nei movimenti degli elementi il ritmo della musica proposta.
Con 50 livelli ampiamente rigiocabili ed ulteriori aree bonus sbloccabili Octahedron può tranquillamente rubare molte ore ai giocatori, anche chi è esperto di platform games bidimensionali vista la difficoltà abbastanza alta. Manca la traduzione italiana, ma i testi a video sono davvero pochi e molto comprensibili anche in inglese.
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