Recensione - Celeste
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Madeline è una giovane ragazza con un obiettivo ben chiaro: scalare la Montagna Celeste, una fittizia vetta canadese che le leggende affermano essere in grado di rivelare la vera essenza ed i contrasti interni di chi la affronta. Inizia quindi la scalata, durante la quale incontrerà altri personaggi che hanno affrontato la vetta per i più disparati motivi, ma dove prenderà forma anche la sua parte più oscura e sgradevole. Tutto questo è vissuto dal giocatore nella forma di un platformer 2D dal look pixelato a metà tra retrò e moderno, dove dopo qualche salto ed arrampicata (la ragazza può anche aggrapparsi alle sporgenze) Madeline scopre anche di aver acquisito il potere di fare rapidi scatti aerei che le permettono di coprire distanze maggiori.Il gioco è composto da sette stage di difficoltà crescente, ognuno rappresentante un diverso ambiente della montagna, dalle verdi piane con laghi e fiumi alle grotte piene di insidie fino alle ripide vette innevate; questi ampi livelli sono strutturati con un design aperto di chiara ispirazione metroidvania, portandoci così ad esplorarli liberamente in tutte le direzioni (e con buone dosi di backtracking) per scovare l'uscita di ogni scenario. Ma la caratteristica principale di Celeste è l'alto livello di sfida, che ci porta a fallire tante volte prima di arrivare in fondo. Quando si muore si riparte generalmente dall'inizio della schermata in cui eravamo, quindi non si perde molto tempo di gioco, ma questo costringe il giocatore ad imparare al meglio complesse sequenze di salti, scatti ben temporizzati ed altre azioni necessarie per superare le varie aree.
MX Video - Celeste
Il titolo di Matt Makes Games (studio autore, tra l'altro, dell'ottimo TowerFall: Ascension) non è comunque un vero metroidvania: al di là della struttura dei livelli, infatti, non guadagniamo nuove abilità né è possibile migliorare le caratteristiche di Madeline come la salute, (anche perché ogni contatto con oggetti o nemici ostili causa la morte istantanea); la varietà è data invece dall'ottimo level design, che ci propone costantemente elementi nuovi da affrontare con meccaniche precise e ben definite. L'alternarsi iniziale di semplici piattaforme e burroni diventa presto un susseguirsi di piccoli spazi utilizzabili tra spine, trappole, piattaforme mobili, spettri, teletrasporti... insomma, le mosse sono poche, ma le situazioni in cui usarle numerose e molto varie.
Il level design aperto di ogni area di gioco sa ricompensare anche i più attenti e abili, vista la presenza di numerose aree secondarie opzionali: alcune di queste sono facili da trovare ma molto difficili da completare, altre sono difficili anche solo da scovare. L'esplorazione di queste aree ci porta diverse ricompense, come le numerose fragole nascoste in quasi ogni area secondaria fino a delle celatissime cassette musicali. Collezionando questi supporti musicali, è possibile sbloccare un "lato B" di ciascun livello, che prende gli elementi della versione originale, li remixa un po' e li rende ancora più tosti. Come se la sfida fosse stata fino a quel momento di poco conto.
Si possono inoltre sbloccare difficoltà aggiuntive, così come per i meno portati per i platform games è possibile attivare una modalità Assist che offre (quasi) totale controllo sulla difficoltà: è possibile attivare l'invincibilità, stamina infinita o anche saltare interi livelli in cui siamo bloccati. Ovviamente facendo così si perde molto del fascino del titolo, ma può essere un ottimo modo per introdurre giocatori meno esperti (bambini, per esempio) a questa esperienza piuttosto impegnativa ma che è anche molto godibile per i disegni, le atmosfere e la trama.
Già, proprio la trama. Dietro al look da coloratissimo retrogame, infatti, si nasconde anche una trama sorprendentemente profonda e riflessiva. Non vi voglio svelare troppo, ma sappiate che si tratta di un viaggio affascinante che tratta tematiche come le responsabilità da affrontare quotidianamente e il senso della vita. Probabilmente è da Inside che un platformer bidimensionale non mi ha suscitato così tante riflessioni. Fortunatamente questa storia è ampiamente comprensibile da tutti, visto che il gioco è completamente in italiano.
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