Recensione - Fade to Silence
Il Gioco
La civiltà è stata spazzata via da un cataclisma che ha ben poco di naturale. Nonostante le conseguenze siano quelle di un inverno nucleare, i risultati della corruzione sono frutto di una forza misteriosa che solamente il protagonista del gioco, Ash, sembra in grado di poter respingere. Questo suo vantaggio deriva dalla sua più grande maledizione: essere morto. Fade to Silence inizia proprio con la resurrezione del giocatore, riportato sulla terra da un'entità corrotta che sembra voler sfruttare l'uomo come una marionetta per mettere alla prova la resistenza delle sue vittime.All'atto pratico questa unione profana si traduce nella capacità di Ash di poter liberare i territori dalla corruzione, ma allo stesso tempo lo condanna alle catene del tormento che, in termini di gameplay, si traduce nel rischio di morire in modo permanente perdendo tutti i progressi fatti fino a quel momento.
MX Video - Fade to Silence
Fade to Silence, da questo punto di vista, mette subito le cose in chiaro. Già dall'avvio di partita si può scegliere se giocare in modalità Esplorazione, dove non vi è limite al numero di morti e alle risorse disponibili, o secondo le regole della Sopravvivenza, il vero spirito con cui è stato concepito il titolo THQ Nordic e l'unico modo per sbloccare gli obiettivi. Per non rendere l'applicazione della permadeath frustrante oltre misura (rispetto ad un classico Dark Souls, Fade to Silence ha degli elementi gestionali che in caso di decesso definitivo vengono azzerati), è stato inserito un albero delle abilità, o dei vantaggi più correttamente, che lascia al giocatore dei bonus da applicare una volta di fronte al game over. Questi bonus vanno da un maggior numero di risorse all'inizio della partita a qualche speranza in più con l'aumentare delle Fiamme della Speranza, sostanzialmente le vite a disposizione prima di dover azzerare i progressi. Tutti sistemi che mitigano gli effetti brutali di una sconfitta, ma che non rendono la curva di difficoltà di Fade to Silence meno dura.
L'unione fra il pragmatismo di un titolo gestionale e le difficoltà di un gameplay survival - con anche un pizzico di souls-like, ma lo vedremo più avanti - fanno di Fade to Silence un titolo che non può essere consigliato a tutti. La marcia di liberazione del mondo dalla corruzione passa attraverso una serie di meccanismi che, posti su un immaginario piatto della bilancia, chiedono altissima precisione per evitare la catastrofe. L'aspetto gestionale, ad esempio, si basa sulla liberazione e sul potenziamento degli insediamenti. In questi luoghi Ash può trovare rifugio dalle temperature polari e, in caso sia riuscito a riunire un buon numero di sopravvissuti al suo interno, anche risorse e difese contro gli attacchi della corruzione.
Non si tratta però di un circolo virtuoso che affranca il giocatore dai suoi doveri di eroe. Anzi: il mantenimento di tali punti sicuri richiede grandi sforzi in termini di organizzazione, attenzione e puro e semplice gioco. Non è solo la permadeath a minacciare l'esistenza degli insediamenti, ma anche la scarsità di risorse necessarie a tenere vivi i fuochi e pieni gli stomaci. Tutto lavoro che, manco a dirlo, ricade sulle spalle di Ash. I suoi alleati, infatti, possono sfruttare territori di caccia e raccolta solamente dopo che questi siano stati liberati dalla corruzione e comunque fino a quando non esauriscono le risorse. A quel punto Ash è chiamato nuovamente in causa per offrire nuove terre da sfruttare.
In tutto questo si innesta il gameplay survival – che è forse il vero scheletro di Fade to Silence. Il freddo, contro il quale Ash può difendersi riposando presso i fuochi degli insediamenti, è spalleggiato dalla fame e dalla stanchezza. Inoltre, come se non bastasse, eventi casuali come attacchi ai villaggi e bufere alzano il tasso di sfida di un mondo decisamente convinto di dover spazzare via ogni forma di vita.
La corretta gestione di tutti questi elementi – non pochi, va detto – è la chiave per poter resistere al gelo di Fade to Silence e alla corruzione che avvolge il suo mondo come un sudario.
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