Recensione - Antigraviator
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Dopo un lancio su PC risalente ad un paio d'anni fa, il racer futuristico Antigraviator arriva ora anche su console con tutta la sua semplicità: non è un gioco che mira a creare mondi futuristici interessanti o complesse trame per giustificare gare a velocità esagerate ma il suo unico obiettivo è farci correre e basta. Le meccaniche di base sono semplici: si tratta di un racer di stampo decisamente arcade dove dobbiamo gestire acceleratore, freno e sterzo a bordo di veicoli sospesi a mezz'aria dotati di grande maneggevolezza. La velocità è altissima, ma rimanere in pista non è così difficile vista la presenza quasi costante di muri visibili e non anche nelle curve più impegnative. Impossibile comunque fare troppo affidamento alla tecnica del "wallriding", cioè l'arte di entrare a tutta velocità nei tornanti per poi sfruttare la sponda dei muretti per curvare: c'è infatti un sistema di danni che non impatta la velocità dei veicoli ma può portare alla loro distruzione, il che significa o un lungo respawn da attendere o direttamente il game over, a seconda della modalità di gioco.Come spesso accade, il modo migliore per vedere tutto il meglio che Antigraviator ha da offrire è affrontare la lunga campagna. Qui, attraverso dei campionati dove non è necessario vincere ogni gara ma solo avere più punti alla fine di ogni evento, il gioco mostra il suo discreto repertorio di piste all'interno di mondi fantascientifici, anche se va un po' a gonfiare il numero effettivo a discapito della reale varietà inserendo molte piste a senso invertito. Ciò che non manca invece sono le modalità: gare classiche dove vince chi arriva primo al traguardo, gare ad eliminazione dove si viene rimossi una volta distrutti e vince chi resta vivo, gare senza power-up e così via. Le piste sono disseminate di turbo da raccogliere, attivabile a piacere per avere dei boost di potenza di pochi secondi che possono favorire fughe e sorpassi.
MX Video - Antigraviator
La peculiarità però sta nel sistema di power-up. Questi esistono, ma non aspettatevi il solito susseguirsi di armi da lancio o mitra. C'è un missile, ma la maggior parte degli attacchi agli avversari lo si fa attraverso un sistema di trappole da attivare in mezzo alla pista, simile al racer Disney della scorsa generazione di console, Split/Second. Massi da far cadere, laser disseminati a bordo pista da attivare - così anche chi è in testa alla gara non è mai al sicuro, perché è più suscettibile a beccare in pieno queste letali trappole. Il modo migliore per restare in testa è comunque la gestione corretta dei turbo, di cui la pista è davvero piena e di cui è possibile accumulare una quantità davvero notevole. Anche solo i primissimi mezzi possono tenere una decina di cariche infatti.
A proposito dei veicoli: troviamo un sistema di personalizzazione piuttosto profondo che permette di acquistare navicelle di ogni genere, modificandone le statistiche con aggiunte e personalizzando l'aspetto tra decalcomanie, colorazioni e altro. Questi velivoli possono quindi essere usati in qualunque modalità, quindi anche nelle gare libere e nelle corse a tempo dove si compete contro classifiche globali. C'è anche lo split-screen locale che permette a due giocatori di sfidarsi sulla stessa console, nonché una modalità multiplayer piuttosto completa dove sfidare la community sia in gare competitive col ranking che quelle casual per il puro divertimento e l'adrenalina. Tra la personalizzazione notevole dei mezzi, la quantità notevole di coppe nella campagna e ampie opzioni per giocare contro l'IA e contro altri giocatori, si tratta quindi di un prodotto piuttosto completo, soprattutto per il prezzo di lancio non ci si può davvero lamentare. Troviamo infine la traduzione in italiano dei testi.
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