Recensione - A Hat in Time
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
La folle avventura di A Hat in Time inizia nello spazio: qui veniamo a conoscenza di una giovane bambina che sta tornando verso casa sulla sua astronave, quando un mafioso di stampo nettamente italiano bussa al suo vetro chiedendole il pizzo. La risposta negativa della giovane non soddisfa il malintenzionato, che rompe il vetro e fa volare la protagonista sul pianeta più vicino insieme alle ampolle di energia che le serviranno per tornare a casa. Inizia così una spassosa avventura in un formato che sta vivendo in questi ultimi tempi una seconda giovinezza: il platform game 3D.Coincidenza vuole che, pur essendo stato annunciato molto prima del capolavoro Nintendo, A Hat in Time abbia tanti aspetti in comuni col recente Super Mario Odyssey. Le basi platform di entrambi i giochi si rifanno prevedibilmente a Super Super Mario 64: salti, doppi salti, esplorazione, tante cose da raccogliere. La novità sta in testa, nel cappello per la precisione: se il cappello di Mario serve per impossessarsi di altri esseri viventi e oggetti inanimati, qui serve per darci accesso ad una serie di abilità differenti, dalla possibilità di dare dei colpi a terra fino all'abilità di creare pozioni esplosive. Queste abilità possono essere acquisite con le gemme trovate in giro per i mondi, che peraltro si rigenerano a ogni morte o caricamento, e permettono di risolvere le situazioni di gioco in mondi aperti e pieni di cose da fare.
Come in altri collectathon come Banjo-Kazooie o il più recente Yooka-Laylee, ogni mondo infatti presenta una serie di obiettivi specifici, solitamente legati alla conquista del carburante per la navicella spaziale. Questi possono essere nascosti da qualche parte oppure venirci dati come ricompensa dopo aver battuto un boss o dopo aver parlato con qualcuno, e sono la colonna portante del progresso nel titolo, tant'è che sono questi gli elementi che sbloccano i mondi successivi. La varietà nelle aree non manca assolutamente: una città di stampo italico piena di mafiosi, un treno a vapore in movimento, uno studio cinematografico, lo spazio, il subconscio... ogni area è una storia a sé, con elementi di gameplay particolari da sbloccare facendo buon uso delle abilità del cappello.
MX Video - A Hat in Time
I mondi cartooneschi di A Hat in Time sono davvero molto riusciti: sono infatti estremamente colorati, variegati nel look e negli obiettivi, ma soprattutto presentano una quantità impressionante di collezionabili e segreti da scovare. Battere il boss o ottenere le ampolle non è infatti l'unica cosa da fare, perché ogni area presenta una notevole serie di obiettivi extra, nascosti magari dietro a sezioni platform (quasi mai troppo complesse) e dialoghi esilaranti con improbabili personaggi. Si può anche combattere contro i mostriciattoli che animano le aree di gioco e contro i più temibili boss: inizialmente solo a pugni, ma ben presto si ottiene un ombrello utile per martellare gli avversari, per non parlare del cappello che ci dà accesso anche a diverse abilità di tipo offensivo.
L'avventura single player di A Hat in Time non è lunghissima se si punta al solo completamento della storia, ma se si punta alla raccolta di ogni oggetto nelle varie aree di gioco è possibile trovare impegno per qualche dozzina di ore, complici alcuni segreti davvero ben nascosti. Non ci sono modalità di gioco aggiuntive o varianti multiplayer, e purtroppo è anche tutto rigorosamente in inglese, quindi per capire le spassose battute e i dialoghi del titolo dovrete avere una buona familiarità con la lingua.
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