Recensione - Maize
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
All'inizio di Maize è facile pensare che sia un'avventura in prima persona come tante altre uscite in questi anni, un "walking simulator" per chi preferisce chiamarle così; ci risvegliamo infatti in un campo di grano riprodotto in maniera realistica, con la possibilità di muoverci liberamente. Certo, vediamo delle piante di mais allontanarsi di corsa da noi, ma sarà sicuramente un'allucinazione, che follia è mai quella del granturco che cammina? Il resto è piuttosto standard: dobbiamo trovare la strada giusta in mezzo a questa specie di labirinto fatto di piante di mais, finché non ci imbattiamo nella casa di una fattoria, e si inizia con gli enigmi: come entrare all'interno? Come accendere la luce? Come togliere quell'oggetto incastrato nel tritatore?Questi enigmi sono la chiave per il progresso nella trama, e si risolvono con un classico sistema che ricorda molto le vecchie avventure grafiche alla Myst, ossia trovando oggetti che possiamo poi usare in punti specifici o talvolta combinare tra loro. Da questo punto di vista non è sicuramente un gioco aperto, in quanto le soluzioni sono sempre uniche e, anche laddove logica vorrebbe la presenza di vie alternative per passare, bisogna sempre sottostare alle regole imposte dagli sviluppatori di Finish Line Games. La soluzione giusta per ogni situazione non è sempre la più logica, ma in compenso le descrizioni degli oggetti raccolti offrono al giocatore suggerimenti abbastanza inequivocabili sul come e dove usarli, evitandoci così di rimanere bloccati provando ad usare tutti gli oggetti. Ed anche individuare gli oggetti nell'ambiente non è troppo problematico, visto che quelli interattivi o raccoglibili sono contornati visibilmente in bianco.
MX Video - Maize
Ad un certo punto però scatta qualcosa. Voglio evitarvi spoiler massicci, ma vi basti sapere che presto il tutto assume una piega surreale; dopo aver abbandonato la prima area del gioco, finiamo in un laboratorio sotterraneo ed è a questo punto che si parte in una discesa nella follia, visto che facciamo la conoscenza con una serie di personaggi di mais. Vivi, senzienti e dotati di un pessimo umorismo. A quanto pare un esperimento governativo è stato frainteso dagli scienziati, i quali hanno dato vita ad un vero e proprio esercito di granturco vivente.
Confusi? Comprensibile. Ma man mano che si scende nelle profondità di questo sito di sotterraneo, iniziamo a capire come mai il posto sia abitato da bizzarri esseri. Facciamo anche la conoscenza di Vlad, un orsetto di peluche russo guerrafondaio e robot - un personaggio ancora più strambo ed esilarante dei già citati mais viventi. Per procedere nella storia dobbiamo quindi seguire le richieste di queste creature, scoprendo poco a poco i misteri del posto, in un'avventura di circa 3-4 ore com'è prassi per questo genere. A parte qualche segreto da scovare e un obiettivo, chiamato genialmente "Maize runner", che prevede il completamento sotto le 2 ore, non c'è molto altro da fare una volta finita la trama.
Graficamente il titolo si presenta su buoni livelli, con ambienti curati e dettagliati, anche se il frame-rate lascia a desiderare. L'audio è spesso minimale, ma l'ottimo doppiaggio dei personaggi rende il fatto meno problematico. I controlli sono tendenzialmente molto semplici, con gli oggetti che possono essere usati solo in determinati punti dove si inseriscono quasi automaticamente, quindi il rischio di far cadere qualcosa o di bloccarsi è pressoché inesistente. Un'assenza invece importante sta nella localizzazione italiana, nonostante il gioco sia localizzato in numerose altre lingue. Se non avete una buona padronanza dell'inglese sarà difficile che vi godiate Maize, visto che punta molto su dialoghi assurdi e personaggi surreali.
Commenti