Recensione - Tunic
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Tunic è la creazione dello sviluppatore canadese Andrew Shouldice e pubblicato da Finji editore noto tra gli altri per l'iconico runner indie Canabalt. Un titolo che da anni presenzia in eventi, fiere, presentazioni, stream, sfoggiando la sua esclusività Xbox per quel che riguarda il panorama console; l'attesa è stata lunga, ma frequenti aggiornamenti e qualche versione giocabile negli anni ci hanno sempre rincuorato: si sapeva che sarebbe stato un gioco curato nei minimi dettagli, e ne abbiamo avuto conferma anche con la demo giocabile dello scorso anno. Ora è finalmente tra le nostre mani ed abbiamo potuto spolparlo a fondo.
MX Video - Tunic
Tunic mira a ricreare l'esperienza di provare per la prima volta da piccoli un misterioso gioco di ruolo, di cui non sappiamo trama, lore, regole e dentro il quale siamo finiti quasi per sbaglio. Il fascino e l'ignoto ci spingono ad andare avanti, con ogni progresso e nuova scoperta che hanno un sapore di rivoluzione. Quest'avventura parte infatti con poche introduzioni, ponendo senza troppi preamboli il protagonista, una simpatica volpe antropomorfa, in un mistico mondo 3D con visuale isometrica, dove un level design "a quadretti" simile ai giochi NES è realizzato con una grafica moderna ed evoluta, seppur mantenendo per scelta artistica le forme squadrate e le superfici lisce. Splendidi passaggi tra giorno e notte illuminano o oscurano egregiamente lo scenario, con gli elementi dei livelli che riflettono luci e ombre in maniera suggestiva, creando un particolare ed apprezzabilissimo mix di retrò e moderno.
Non è però solo l'aspetto tecnico che funziona bene in Tunic, perché l'intero mondo di gioco è ricco di fascino. Verdi campi, caverne oscure e misteriose rovine sono infatti meticolosamente disegnati a mano e dotati di una loro logica e un senso, con una marea di percorsi alternativi, segreti e misteri da scovare. Ciò che pare una fontana decorativa con un design apparentemente classico può diventare un elemento chiave in qualche puzzle successivo, e la sua posizione non era casuale. Gli enigmi sono parte consistente del titolo, quindi capire la logica del gioco è dunque fondamentalmente. E le premesse di trama non sono molte: fin da subito conosciamo un'altra creatura volpe che pare intrappolata in una sorta di trappola mistica, e sta a noi capire come arrivare a salvarla - o anche se questo sia un obiettivo fattibile.
Scelta peculiare è anche l'assenza di un vero e proprio tutorial, sostituito da un manuale "cartaceo" in-game di cui veniamo in possesso e le cui pagine sono sparse per le tante aree del gioco. Queste rivelano, almeno in parte, le meccaniche del gioco, poiché a parte una manciata di righe scritte in maniera comprensibile (i testi sono tutti in italiano), il resto è scritto in un idioma sconosciuto, con simboli che non sono sicuramente comprensibili all'inizio anche se è possibile decifrarli. In queste pagine scopriamo tutte le basi del combattimento, basato su una sorta di incrocio tra The Legend of Zelda e Dark Souls: armi corpo a corpo come bastoni e spade, rotolamenti e parate, poteri speciali attivabili di volta in volta col mana e la stamina che regola quanti movimenti possiamo fare prima di stancarci troppo. Le quantità di salute, stamina e mana possono essere ampliate man mano con potenziamenti, ed è possibile anche usare pozioni per ricaricarsi subito.
Dai capolavori di From Software Tunic eredita anche la struttura dei livelli ed i progressi in essi. E' possibile infatti trovare alcuni checkpoint in giro per il mondo di gioco, e attivandoli ci si ritrova con tutte le risorse piene. Così facendo, però, si rigenerano tutti i mostri (boss esclusi) già eliminati, che andranno quindi riaffrontati. Arrivare con pochissima vita ad aprire un cancello o sconfiggere un boss e poi morire non è però troppo deleterio, visto che al respawn si mantengono tutti i progressi fatti, ma similmente ai souls-like dobbiamo tornare al punto della nostra morte per non perdere tutti i crediti acquisiti fino a quel momento.
Questi crediti possono essere usati per comprare oggetti vari da venditori in giro per il mondo, e non solo. Questi variano da nuovi armamenti fino ad oggetti speciali, tra cui armi da lancio e misteriose statuine di cui utilizzo non è inizialmente chiaro. In effetti, oltre alla difficoltà di certi combattimenti e incontri boss, uno dei maggiori ostacoli dei giocatori è l'assenza di istruzioni, minimappe e guide. Il protagonista è catapultato in una realtà misteriosa, dove eventi mistici, bizzarre costruzioni e creature atipiche ne guideranno il percorso, ma con ben pochi indizi "esterni" al mondo di gioco da parte degli sviluppatori.
Arrivare ai titoli di coda non è impresa così ardua comunque, roba da una decina di ore: complici mondi non così enormi, con una marea di percorsi e contenuti opzionali. Non entrerò nel campo degli spoiler, ma il gioco in ben due occasioni può sembrare "finito", con un vero e proprio finale, quando in realtà c'è tantissimo ancora da scoprire - e non parlo solo di modalità aggiuntive o storie secondarie, ma di una narrativa e un design che trascendono il percorso e la storia iniziale in maniere sorprendenti. E' qui che bisognerà davvero spremere le meningi e osservare ogni piccolo dettaglio, perché i misteri che si nascondono in Tunic sono veramente profondi e variegati. Provare per credere.
Dal punto di vista tecnico, su Xbox Series X il gioco sfoggia una risoluzione molto elevata, supporto HDR e 60 fps stabili. Infine, come dicevo, il titolo è anche tradotto interamente in italiano, eccezion fatta ovviamente per le parti scritte nel misterioso linguaggio inventato.
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