Recensione - World to the West
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Qualche decennio fa, complice l'evolversi delle tecnologie, assistevamo abbastanza spesso a cambi di look e di stile abbastanza massicci: basti pensare all'avvento del 3D, che ha stravolto il modo di intendere anche molte saghe storiche come Super Mario e Final Fantasy. Oggigiorno è difficile vedere una saga che da un capitolo all'altro cambia totalmente genere, ma è quanto successo qui: Teslagrad fu un puzzle-platform visivamente affascinante ma con un gameplay non troppo memorabile, mentre il seguito, World to the West, punta più a seguire le orme dei The Legend of Zelda con visuale dall'alto, traendo maggiore ispirazione dall'ottimo episodio A Link Between Worlds, per Nintendo 3DS.E non cambia soltanto il genere, ma l'intera impostazione del gioco. Se nel primo Teslagrad seguivamo la storia di un protagonista anonimo che risolveva puzzle con tecnologie magnetiche, qui seguiamo le storie che si intrecciano di ben quattro personaggi differenti, ognuno dotato di capacità, poteri, motivazioni e debolezze differenti. La giovane Lumina, figlia del protagonista del primo gioco capace di teletrasportarsi ed attivare i congegni di Tesla, l'orfano Knaus con la sua vanga che può scavare sottoterra e aggirare così ostacoli, l'acrobatica ladra Miss Teri che ha anche la capacità di controllare le menti dei nemici, e infine Lord Clonington, che rappresenta la forza bruta.
Nelle prime fasi del gioco controlliamo i personaggi uno per volta con un capitolo dedicato a ciascuno, dove scopriamo le loro abilità e le basi del gioco. Ed esse, come già detto, sono alquanto ispirate da A Link Between Worlds. Grafica 3D colorata, visuale dall'alto, tante piccole aree con caricamenti in mezzo che compongono l'intero mondo di gioco, tanti piccoli nemici ad ostacolarci, cuori da trovare ed accumulare, piccoli enigmi da risolvere in giro ma anche veri templi con puzzle più complessi, vasi da spaccare, personaggi da conoscere che ci affideranno compiti. Insomma, è probabilmente la cosa più vicina a un Zelda che avremo su una console non Nintendo per molti anni a venire.
MX Video - World to the West
La particolarità sta però, per l'appunto, nei personaggi. Nelle basi sono simili: possono correre, saltare in alcuni casi, combattere corpo a corpo (con vari livelli di potenza: per esempio Miss Teri stordisce solo gli avversari mentre Lord Clonington può far parecchio male anche ai nemici più ostici). Nella fattispecie però, dovremo risolvere numerosi enigmi combinando le loro capacità. Magari useremo i teletrasporti di Lumina per arrivare a posti altrimenti impossibili da raggiungere, mentre il piccolo Knaus passerà nei piccoli buchi e sottoterra per recuperare una chiave, capace di aprire una porta che blocca il giocatore. I personaggi non vanno usati contemporaneamente, ma scelti con cura agli appositi totem, dove torneremo spesso e volentieri per riuscire a risolvere gli enigmi, ma volendo anche per affrontare dialoghi con i diversi personaggi che, per l'appunto, possono avere differenze.
Anche se giocata di fretta, l'avventura di World to the West dura parecchie ore, e ci sono anche incisioni segrete da trovare, dialoghi da esplorare fino in fondo e molto altro. L'avventura di volta in volta cerca di stravolgersi con l'aggiunta di nuovi poteri, ma il gameplay di base difficilmente si discosta da quanto visto nelle prime ore di gioco. Curiosa per altro la scelta di mettere quasi solo obiettivi opzionali per quel che riguarda il punteggio giocatore: esplorazione ed osservazione a volontà insomma per chi vuole completare il titolo al 100%, un buon modo per rendere più longevo un gioco che non possiede modalità alternative. Infine, notiamo con piacere che il nuovo titolo di Rain Games è interamente tradotto in italiano, con una localizzazione di buon livello.
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