Recensione - Blackwood Crossing
Il Gioco
“Se questo è un incubo, la prossima volta dovrò andarci piano con formaggio prima di andare a dormire”. La considerazione di Scarlett non può essere più azzeccata, date le bizzarrie che stanno capitando a lei e al suo fratellino Finn. Scarlett è la tipica adolescente maliconica e ribelle vestita di nero, mentre Finn è un piccolo terremoto con le lentiggini, calzoncini corti, maglietta con l’iniziale del suo nome cucita sopra e un mantello rosso che gli svolazza sulla schiena. L’avventura dei due fratelli, orfani fin da quando Finn era ancora molto piccolo, comincia nello scompartimento di un treno diretto verso chissà dove. In Blackwood Crossing impersoniamo Scarlett, la maggiore dei due fratelli, attraverso una visuale in prima persona che ci racconta le vicende del gioco attraverso gli occhi della ragazza.Fin dalle prime battute, in cui ci svegliamo di soprassalto nei panni di Scarlett tra le grida di aiuto di Finn, bloccato all’interno del bagno del treno, capiamo che qualcosa non quadra: il treno su cui viaggiano i due fratelli, infatti, sembra essere all’apparenza vuoto. Una volta liberato e rimproverato il turbolento Finn, quest’ultimo non esiterà a sfuggirci di nuovo, correndo tra le carrozze e costringendoci a partecipare alla sua fastidiosa acchiapparella per evitare di disturbare gli altri viaggiatori sul treno. E proprio qui il mistero comincia a infittirsi, infatti nelle carrozze adiacenti alla nostra cominciamo a incontrare gli altri passeggeri del treno: persone dal volto coperto da maschere di cartoncino che ricordano vagamente forme animali. Questi inquietanti compagni di viaggio sembrano come fermi nel tempo, hanno contorni del corpo confusi, come fossero gli eco appena udibili di personaggi disposti in un improbabile diorama multidimensionale. Tra tutti loro, quello più inquietante è un bambino che indossa una maschera da coniglio, una visione che per qualche ragione sembra essere familiare a Scarlett. Interagendo con ognuno di questi esseri mascherati, questi ci parlano come se fossero dei registratori capaci di riprodurre una singola traccia sonora, ma con voci che ci ricordano gli amici, i parenti e persino i genitori defunti dei due ragazzini. A questo punto capiamo che l'unico modo per proseguire nell'avventura è concatenare nel modo corretto i dialoghi di questi esseri, abbinando la giusta risposta di uno alla domanda di un altro. Una volta assemblate correttamente le coppie di esseri mascherati, si apre il percorso da seguire verso il vagone successivo.
MX Video - Blackwood Crossing
Ma le sorprese per Scarlett non finiscono qui, poiché il suo viaggio con Finn è destinato a prendere una piega ancor più surreale, e infatti il tentativo di acciuffare il ragazzino diventerà ancora più ostico quando questo comincerà a manifestare una sorta di poteri magici che lo fanno scomparire e riapparire sempre più lontano da noi o creare delle barriere magiche che ci sbarreranno la strada. Inconsapevolmente, anche la nostra protagonista comincerà a sviluppare capacità extrasensoriali, partorite dalle visioni del bimbo con la maschera da coniglio che la tormentano, rendendola incapace di distinguere il sogno dalla realtà. Che la trasferta in treno dei due fratelli si stia trasformando in un viaggio onirico è ormai assodato e a conferma di ciò, nel bel mezzo di un vagone, spunta il grosso albero che ospita il rifugio segreto d’infanzia di Scarlett e Finn. Dopo aver cercato e raccolto gli indizi necessari a ricordarci la parola d'ordine per accedere alla scala di corda, saremo in grado di salire in cima alla casetta sull’albero e ricongiungerci a Finn, intento a disegnare farfalle come se nulla fosse. A questi eventi ne seguiranno altri altrettanto onirici, metafisici ed emozionali che coinvolgono i due fratelli ed i loro ricordi di un'infanzia tormentata dalla morte dei genitori.
La sensazione che pervade Blackwood Crossing fin dai primi minuti di gioco è di essere protagonisti inconsapevoli di un elaborato e incontrollabile sogno di un bambino. Un sogno pieno di magia e di bellezza, ma anche gonfio di paura e di dolore, sentimenti che vengono anche illustrati graficamente tramite le rielaborazioni di locandine, affisse ai vagoni del treno, di alcuni film famosi come il Silenzio Degli Innocenti, Forrest Gump e Donnie Darko, che avranno come protagonisti Finn e Scarlett. Il legame tra i due fratellini protagonisti del titolo è qualcosa di unico: visto sulle prime da Scarlett come un dovere e per certi versi un fastidio, ma destinato a trasformarsi in un fabbisogno sempre maggiore, capace di far compiere alla ragazza azioni sovrumane, per poi svelarsi definitivamente nel commovente finale.
Ammetto che il progetto dei PaperSeven ha saputo incuriosirmi fin dal suo annuncio. Da amante delle avventure dalla forte componente narrativa, Blackwood Crossing non mi ha certo deluso. Non mi sento di svelare ulteriori dettagli sulla trama del gioco, anche perché rischierei di spezzare quel filo sottile di incredulità e meraviglia che senza dubbio proverete una volta alle prese con il titolo. Un plauso va fatto anche al comparto artistico e tecnico del titolo, mosso ottimamente dal motore Unity e privo di sbavature grafiche. Oltre all'elaboratissima atmosfera, quello che sorprende di Blackwood Crossing è l'animazione dei personaggi, in particolare quella di Finn, caratterizzato alla perfezione come fosse un bambino vero, che sa essere dolce e simpatico, ma allo stesso tempo vivace e impetuoso, con dialoghi molto ben recitati in lingua inglese e sottotitolati in italiano. Gli unici difetti imputabili al titolo sono la brevità di appena 3 ore e la lentezza generale dei movimenti di Scarlett, del tutto incapace di correre, che rende gli spostamenti della ragazza talvolta soporiferi, fattore che talvolta rompe il ritmo del gioco, soprattutto durante i momenti concitati.
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