Recensione - Knee Deep
Il Gioco
Il termine “Knee Deep” significa letteralmente “essere immersi fino alle ginocchia”. E mai titolo fu più appropriato per l'opera prima dei Prologue Games, che apre il sipario in Florida, alle porte dell'indolente (e fittizia) cittadina di Cypress Knee, situata a poche miglia da Jacksonville. Anche la definizione “apre il sipario” in questo caso è maledettamente appropriata, perché Knee Deep mira ad essere più un'esperienza teatrale che videoludica. Infatti il titolo muove i suoi personaggi proprio come fossero attori sul palcoscenico di una gigantesca rappresentazione teatrale, composta da sipario, riflettori, strutture modulari e piattaforme scorrevoli che vengono spostate meccanicamente per permettere ai protagonisti di passare da una scena all'altra. Non possono certo mancare l'annunciatore che scandisce le pause tra gli atti e il pubblico, che interagisce con lo spettacolo applaudendo e sobbalzando. Insomma, un comparto artistico originale di tutto rispetto, che rende Knee Deep un'esperienza ludica molto particolare.La tranquilla Cypress Knee, oltre ad essere teatro della nostra vicenda, è anche teatro di un recente suicidio. Infatti, il corpo del celebre attore Tag Kern viene trovato impiccato alla cisterna dell'acqua e per questo, la pacifica cittadella fluviale di poche anime, diventa l'epicentro di un'indagine a tutto campo che coinvolge le autorità locali, l'FBI e non ultimo, i media. Cominceremo a muovere i nostri primi passi nelle vesti di Romana Teague, conosciuta anche con il nickname Phaedra, una blogger appena ventenne che scrive per Fanrage, una delle maggiori testate web di controinformazione. Durante l'avventura, oltre alla Teague, impersoneremo anche l'attempato reporter Jack Bellet, un tempo considerato un grande giornalista d'assalto, ora uomo sciatto, stempiato e sovrappeso, che lotta per l'affidamento di suo figlio Reggie all'indomani del divorzio con la moglie Thamara. Ultimo ma non meno importante, per seguire le indagini, ci troveremo ai comandi anche del detective privato Keith Calloway Gaddis, accompagnato dal suo magnifico bloodhound di nome Monroe, che lo segue dappertutto. Proprio come i suoi colleghi, anche Gaddis ha i suoi scheletri nell'armadio e ancora oggi fugge dal suo passato da alcolista segnato indelebilmente dall'omicidio di una giovane donna durante un incidente automobilistico.
MX Video - Knee Deep
Ogni membro della nostra sgangherata banda di protagonisti è stato assoldato da differenti datori di lavoro, tutti interessati a fare luce su quanto è accaduto a Tag Kern. Il nostro compito, nelle vesti di ogni protagonista sarà quello di far visita ai luoghi e alle persone visitati dal defunto attore, venuto a Cypress Knee per le riprese del suo ultimo film. Verremo così a conoscenza del sottobosco umano della tranquilla cittadina, composto per lo più da storici abitanti che tirano a campare e dalla comunità di indignati nativi, in protesta per via dell'imminente costruzione di una superstrada che vorrebbe tagliare a metà Cypress Knee e bonificare il patrimonio palustre della zona, celebre per i suoi imponenti coccodrilli. Conosceremo anche i loschi membri della chiesa The Church Of Us, movimento spirituale che ambisce all'immortalità e che si avvale della tecnologia per selezionare i suoi adepti, mediante un test attitudinale d'ingresso che scansiona l'iride in stile Blade Runner.
Con le nostre indagini scopriremo che tutte queste figure sono entrate in contatto con l'aspirante suicida attore, che seppure in depressione da qualche tempo per via della sua deludente carriera artistica, non aveva reali motivi di farla finita in modo così plateale. Al termine degli interrogatori e dei ritrovamenti, ci verrà richiesto di pubblicare un breve rapporto o, nel caso della blogger Romana Teague, un post su Fanrage, per mettere al corrente i nostri capi e l'opinione pubblica dei risvolti sul caso Kern. I nostri post potranno essere più o meno provocatori, in base allo stile di scrittura che sceglieremo tra i tre disponibili, ma la nostra decisione di essere morbidi o caustici nel riportare gli eventi non cambieranno assolutamente le sorti della trama.
Knee Deep è composto dai primi due atti (di tre) del gioco usciti già su PC, mentre immaginiamo che l'atto conclusivo verrà pubblicato tra qualche mese. Il primo dei due atti scorre via con un ritmo un po' faticoso, per certi versi soporifero, intavolando un gran numero di personaggi e avvenimenti che circondano lo strano suicidio dell'attore Tag Kern, delineando inoltre il passato e il presente dei tre protagonisti, tutti inconsapevolmente legati tra loro da una fonte anonima che li contatta solo tramite messaggi testuali. Ma proprio quando il ritmo si fa più rarefatto, ecco il colpaccio di scena che scopriremo essere il preludio del secondo atto, che si dimostra invece molto più dinamico e ricco di risvolti e cose da fare.
A questo proposito, forse vi starete chiedendo perché non ho ancora decantato le potenzialità del gameplay del gioco. Ebbene, perché in Knee Deep di gameplay in senso stretto si può parlare poco o nulla, dato che oltre alle risposte multiple che siamo chiamati a fornire ad ogni interrogatorio o conversazione con i vari personaggi, non c'è molto altro da fare. Infatti i protagonisti sono assolutamente autosufficienti e si spostano per conto proprio sullo scenario, passando da una scena all'altra dello spettacolo senza bisogno dei nostri comandi. In pratica, fatta eccezione per i rari e banalissimi minigame presenti, il gioco si finirebbe con una sola mano. Durante i due atti troviamo tre mini-game: uno nel primo atto e due nel secondo. Sono basati su piccole prove di memoria, in cui replicare una stringa di numeri per aprire una porta o dei puzzle con cui ricomporre impronte digitali o codici QR frammentati. La loro semplicità di risoluzione è ulteriormente alleggerita da un sistema di aiuti che li rende praticamente a prova di errore, ma la cosa è tutto sommato comprensibile, visto che ai fini della trama sono tutti piuttosto fuori luogo.
Forse non sarete d'accordo. ma è dura la vita di chi recensisce i videogiochi: proprio quando pensi di provare un videogame, ecco che invece ti ritrovi a teatro. Come giudicare quindi un non-gioco come Knee Deep? Se dovessi dare un giudizio sul lato tecnico, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, dato che su quel fronte si salva poco o niente, a cominciare dai modelli dei personaggi e degli scenari che sembrano usciti da un videogame degli anni '90. Impossibile anche giudicarne la giocabilità, componente appena accennata del titolo, che a conti fatti si salva solo per l'originale comparto artistico e una trama interessante che non lesina in colpi di scena, specie sul secondo dinamico atto. Peccato che l'ambizioso progetto di Prologue Games di inscenare una rappresentazione teatrale traballi proprio sotto il peso della recitazione dei personaggi, che fin troppe volte tradisce la sua matrice amatoriale e presente peraltro nella sola lingua inglese, sia in voce che in testi, e per via del linguaggio fin troppo colloquiale dei personaggi, rende l'esperienza di Knee Deep adatta a pochi anglofoni temerari.
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